Centri per l’impiego, garanzie per i lavoratori non a tempo indeterminato, in Liguria situazione ancora incerta

Con 7 voti a favore (Pd) 15 contro (maggioranza) e  5 astenuti è stata respinta una mozione illustrata da Sergio Rossetti (Pd) e sottoscritta dagli altri componenti del gruppo, Raffaella Paita, Giovanni Lunardon, Luca Garibaldi, Giovanni Barbagallo, Juri Michelucci, Valter Giuseppe Ferrando, Luigi De Vincenzi. Il documento riguarda il funzionamento dei Centri per l’impiego ed l’occupazione del personale che vi presta servizio, durante questa fase di transizione «verso un diverso assetto delle competenze.», legato al  riordino delle Province e delle Città Metropolitane.  Nell’accordo quadro siglato dalla Conferenza del 30 luglio scorso, Governo e Regioni si sono impegnati a garantire, congiuntamente, sia la continuità di funzionamento dei Centri per l’Impiego sia l’operatività senza soluzioni di continuità del personale in essi impiegato e il Governo ha stanziato 90 milioni per il 2015 e il 2016 «a valere sul fondo di rotazione del Ministero del Lavoro da impiegare per realizzare il concordato piano di rafforzamento dei servizi per l’impiego, mediante l’utilizzo coordinato di fondi nazionale e regionali nonché dei programmi operativi cofinanziati dal FSE; tale finanziamento sarà ripartito alle Regioni, in misura proporzionale al numero di lavoratori dipendenti a tempo indeterminato direttamente impiegati in compiti di erogazione di servizi per l’impiego». Entro il 30 settembre, le Regioni devono sottoscrivere una convenzione con il Ministero del Lavoro per regolarizzare rapporti e  obblighi. La mozione, quindi,  impegnava la giunta a  farsi carico dei costi del personale sostenuti dalle Province e dalla Città Metropolitana per tutto il 2015, come previsto dall’Accordo Quadro  Nazionale (30% Regione e 70% Stato),  individuando le necessarie risorse nel prossimo assestamento di bilancio. Rossetti, inoltre, ha chiesto di completare il superamento delle Province e di sottoscrivere rapidamente la Convenzione con il Ministero competente che definirà tempi e modi del trasferimento della delega delle politiche attive del lavoro e quindi di tutto il personale ad esse collegato, «compresi coloro che sono assunti a tempo determinato o che hanno contratti Co.Co.Pro. fino al 31/12/2015 attraverso la stabilizzazione degli stessi con la stipula di contratti adeguati».

L’assessore all’occupazione, trasporti e personale Giovanni Berrino ha detto che la mozione era accettabile sul piano politico, ma di difficile accoglimento sotto il profilo economico. La giunta – ha spiegato – si sta muovendo affinché il governo finanzi l’”avvalimento” da parte della Regione del personale dei centri per l’impiego in modo che sia la Regione a governare i centri garantendo la continuità del servizio. Una scelta diversa da quella che hanno potuto operare altre regioni che hanno fatto entrare nell’organico regionale tutto il personale. Il problema per la Liguria è economico: «È molto rischioso per la giunta prendere impegni senza conoscere su quali risorse potrà contare quest’anno e l’anno prossimo. – ha affermato l’assessore – Dopodomani ci sarà un incontro con il ministro Poletti durante il quale si spera di poter avere notizie più precise». Secondo gli impegni presi in precedenza il costo avrebbe dovuto venire ripartito per il 70% a carico delle Province e Città metropolitane e per il 30% della Regione, ma non si sa ancora di quante risorse nazionali potranno contare le une e l’altra.

Sergio Rossetti ha replicato: «Confermiamo la nostra posizione e prendiamo atto che fino a oggi la Giunta non risponde sulla possibilità di far funzionare i servizi e che dal primo gennaio in poi non è chiaro in quale situazione si troveranno i lavoratori che oggi hanno dei contratti a tempo determinato o sono dei Cocopro. Lavoratori che oggi sono indispensabili alla gestione dei servizi. Qualora ci fossero garanzie diverse, rimane il nodo di come funzioneranno i servizi di formazione e se i centri per l’impiego avranno una gestione separata e scarsamente funzionale per un corretto governo del mercato del lavoro».

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