Anara/Confartigianato, “Tempi duri per i revisori auto”: criticità del protocollo e tariffe col freno a mano

Il funzionamento del nuovo sistema di revisione Mctc-Net 2, Auto Pedali_Alassio6introdotto a gennaio 2015 per impedire le frodi e migliorare la sicurezza stradale, sta mettendo a dura prova l’attività dei centri di revisione auto. L’investimento complessivo di oltre 100 milioni di euro effettuato dai revisori italiani per adeguarsi al nuovo standard (circa 8 mila in Italia, 159 in Liguria), è messo a rischio dalle criticità del protocollo che rallentano i flussi di revisione, impendendo così alle officine di lavorare a pieno regime.


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Se ne è parlato, a Roma, nel corso di un incontro organizzato da Anara/Confartigianato, seguito in streaming da oltre 50 associazioni di tutta Italia, per trarre un primo bilancio a nove mesi dall’introduzione del protocollo ministeriale e fare il punto sulla sicurezza stradale. Vi hanno partecipato imprenditori, rappresentanti del ministero dei Trasporti ed esponenti dei consumatori e dei settori interessati.

«La revisione auto e moto riguarda circa 15 milioni di cittadini ogni anno, ai quali vogliamo garantire la massima trasparenza e sicurezza – spiega Vincenzo Ciliberti, presidente regionale degli Autoriparatori e Nazionale dei Revisori Anara/Confartigianato – Occorre intervenire al più presto sulla normativa per semplificare le operazioni di revisione allo scopo di abbattere i tempi e, di conseguenza, contenere i costi di revisione». Il convegno è stato l’occasione per ricevere anche le prime rassicurazioni da parte del governo: presente Stefano Baccarini, del dipartimento Trasporti Terrestri del ministero delle Infrastrutture e Trasporti, che ha specificato che alcuni provvedimenti che rispondono alle richieste di Confartigianato sono già in via di definizione, oltre a sottolineare che il ministero è pronto a fare la propria parte dal punto vista amministrativo, congiuntamente ai revisori impegnati nelle iniziative proprie di una categoria professionale.

«Alle criticità dovute alla modalità di esecuzione del protocollo, si aggiunge la grave mancanza di un adeguamento tariffario, fermo al 2004 – afferma Ciliberti – in questi undici anni i costi delle imprese sono lievitati, le officine hanno investito e in molti casi hanno acquistato macchinari nuovi, ma le tariffe sono rimaste bloccate. Il ministero ha l’obbligo di intervenire: lo stesso atto legislativo che ha istituito i centri di revisione prevede l’adeguamento tariffario, che non può più essere rimandato. Chiediamo che lo Stato applichi le leggi esistenti: nella situazione attuale le officine sono costrette a lavorare quasi in perdita».