Albenga Jazz Festival 2015: successo per i Blue Naïf

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di Alfredo Sgarlato – Prima serata per l’ Albenga Jazz Festival 2015, con la chiesa di San Michele a fare da sfondo ai musicisti. Salgono sul palco per i saluti il direttore artistico, Maestro Alessandro Collina, i rappresentanti dell’Associazione Le Rapalline in Jazz Barbara Locci, Giorgia Grossi e Dino Benzi, e il Vice Sindaco Riccardo Tomatis. Quindi tocca ai Blue Naïf, gruppo che aveva già suonato in una precedente edizione, in una serata funestata dalla pioggia. Stavolta il tempo è clemente e un pubblico ben più numeroso può apprezzare il quartetto veneto.

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La musica del gruppo è lo swing francese, “manouche”, quello che al jazz degli anni ’30 e ’40 univa le influenze della musica gitana e del “bal musette”, ovvero il folk francese di cui la fisarmonica è strumento principe. Ma ovviamente questa musica non si è cristallizzata nel tempo, e i quattro Blue Naïf la modernizzano secondo la lezione di Richard Galliano, di cui eseguono “Song for Joss”, che mescola allo swing ritmi sudamericani, anche gli appassionati di tango presenti apprezzano. Moderna è anche l’interpretazione dei solisti, Fabio Rossato alla fisarmonica e Mattia Martorano al violino, che eseguono a solo lunghi e complessi, ma senza perdere mai il senso della melodia. Il pubblico intorno a me apprezza e ascolto commento in visibilio per la tecnica sopraffina dei musicisti. Non va sottovalutato l’apporto dei due ritmi, Andrea Boschetti alla chitarra e Alessandro Turchet al contrabbasso, anche loro tecnicamente ottimi ma mai sopra le righe.

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Il gruppo esegue composizione proprie, come “Histoire du soldat de plomb” e la conclusiva “Gypsy Rondo”, brani lunghi, articolati e ben scritti, che danno modo ai solisti di scatenarsi, e standard come “Rythmes Gitanes” di Jo Privat e l’indimenticabile “Nuages” di Django Reinhardt, che divenne l’inno della resistenza francese, quando il jazz era proibito dall’ idiozia ideologica nazista. Al quartetto si uniscono le due cantanti degli Ukulele Lovers: Annika Borsetto dà un’ottima interpretazione di “After you’ve gone” di Turner Layton e Henry Creamer dapprima lenta e suadente poi sempre più veloce; Federica Battaglini si esibisce in “Nature boy” di Eden Ahbez (portata al successo da Nat King Cole) mostrando capacità vocali eccelse, anche nell’improvvisazione scat, e bel timbro vocale profondo.

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Il pubblico si diverte molto, applaude continuamente, e chiede a gran voce i bis, che vengono concessi dai musicisti che si sono divertiti a suonare quanto gli ascoltatori ad assistere alla loro prestazione. Bella serata, stasera tocca a un nome storico, Guido Pistocchi, l’Armstrong italiano.

*Foto di Andrea Verza, Sandra Berriolo, Barbara Locci