Terreni Creativi 2015, serata finale

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di Alfredo Sgarlato – Si chiude la sesta edizione di Terreni Creativi, sottotitolata “Ho visto cose che voi umani”, presso Aeffe Floricultura di regione Poggi. La serata ha un prologo pomeridiano con sei ragazze più un astronauta, che portano in scena nei negozi del centro storico la performance del laboratorio “Germinazioni”, curata da Nicoletta Bernardini. Le ragazze, tutte vestite in bianco e blu, prendono posto nelle vetrine e interagiscono con gli oggetti esposti, coi passanti, recitano, fanno smorfie, mentre la frotta dei fotografi le immortala. Ma il vero spettacolo sono le reazioni dei passanti, attoniti, divertiti, perplessi, ammirati, soprattutto i bambini, che sono quelli che più interagiscono.

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Le ragazze del laboratorio e alcuni ragazzi dell’organizzazione si uniscono a Menoventi e Pardès Rimonim per la terza parte di “Survivre”, “Agli altri”, anche questa in prima assoluta. Le due compagnie lavorano sui temi della copia e della ripetizione: qui la copia è della performance di Alvin Lucier “I am sitting in a room”, in cui un testo viene registrato e alterato fino a diventare suono puro, mentre i performers ripetono i gesti di Consuelo Battiston con sfasamenti ed errori. Più interessante rispetto alle due performance di sabato e domenica, ma per critico e pubblico rimane il dubbio se abbia senso, in mondo come quello dell’arte contemporanea, in cui novità e unicità sono valori forti, rifare il già fatto, oltretutto con mezzi tecnici infinitamente superiori a disposizione rispetto all’originale.

Spettacolo centrale della serata “Piccoli suicidi in ottava rima”, messo in scena da I sacchi di sabbia, ideato da Giulia Gallo e Giovanni Guerrieri. La compagnia riprende la tradizione popolare toscana delle storie di avventura recitate in ottonari o endecasillabi, aggiornandola all’oggi. Si cimentano così in classici del cinema, da “Pat Garret e Billy the Kid” a “L’invasione degli ultracorpi” passando per Woody Allen. Lo spettacolo parte un po’ in sordina per andare in crescendo, e le rivisitazioni di “Tutto quello che avreste voluto sapere sul sesso e non avete mai osato chiedere” e dell’inquietante capolavoro di Siegel sono davvero esilaranti. Fondamentale l’apporto di Giulia Gallo che svolge funzioni di narratrice, rumorista, cantante, doppiatrice di versi animali e voci alterate, mostrando capacità vocali fenomenali. Gli attori giocano molto sull’espressività e sulla mobilità dei volti, contribuendo alla riuscita dello spettacolo, meno concettuale rispetto a quelli delle serate precedenti ma molto godibile. Come bis un’anticipazione di un lavoro ancora in preparazione, “Cronosisma”, in cui si immagina che Nixon abbia fondato una task force di viaggiatori nel tempo, per rimediare agli eventi più nefasti della Storia, dal Calvario allo scioglimento dei Beatles.

Finale musicale coi Montefiori Cocktail, gruppo di punta della lounge music italiana. Figli dello storico band leader Germano Montefiori, cresciuti sul palco fin da bambini, rileggono in chiave acid jazz sia classici da night, da Fred Bongusto a “Qui sas qui sas qui sas”, sia canzoni recenti come “Un tempo piccolo” di Tiromancino. La loro musica è ballabile, loro sono ottimi musicisti: Federico ha una bellissima voce di sax, sporca e dura, ed è flautista agile, mentre Francesco ha un tocco leggero al piano e all’organo. Il pubblico, inizialmente timido, ben presto si scatena ai ritmi latini e funky dei fratelli Montefiori.

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Si chiudono così tre serate che hanno fatto ridere ma anche riflettere, scatenando confronti tra gli spettatori, che non sono mai usciti delusi dalle tre serate. Un ringraziamento particolare va alla cooperativa Arcadia, che ha fornito un servizio navetta per portare gli spettatori da Albenga centro alle sedi degli spettacoli, con cortesia e puntualità sempre più rare al giorno d’oggi.

*Foto di Tommaso Giulla e Ilario Navone