Presentato il rapporto sulle frodi alimentari a Expo2015: contraffazioni all’estero per 60 miliardi l’anno

Anteprima. Presentato il rapporto su FrodiAlimentari a Expo 2015. euro generica 2 00Il rapporto prodotto da www.froalimentari.it in collaborazione con Fareambiente e coordinato dalla professoressa Anna Zollo, si suddivide in 4 parti, nella prima parte è stata messa in risalto l’importanza del made in italy e del “potere” che ancora oggi ha nei mercati internazionali, per poi focalizzare anche l’attenzione sulla “svendita” delle principali imprese ad opera di imprese estere. La seconda parte invece è tutta rivolta ai sequestri ed alle operazioni poste in essere dalle forze di polizia sia nel 2014 che nel 2015 (che dimostrano come nei primi 6 mesi del 2015 gli illeciti siano aumentati del 14%). La terza parte invece contiene la sintesi delle diverse indagini condotte. Nella quarta ed ultima parte invece è raccolta una serie di contributi ad opera di esperti del settore.


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La contraffazione dei prodotti agroalimentari italiani nei mercati esteri si attesta intorno a 60 miliardi annui. quasi il doppio del fatturato delle esportazioni nazionali degli stessi prodotti originali. È un fenomeno che in questi ultimi anni sta allarmando non poco il sistema imprenditoriale italiano (e non solo). La contraffazione e il sounding sono problematiche che colpiscono tutti i paesi che sono esportatori di prodotti di eccellenza e di qualità.

Negli anni Ue per cercare di tutelare le tipicità locali, fra i diversi provvedimenti normativi adottati ha normato in modo stringente in materia con la redazione dei disciplinari per i DOC, DOP, IGP, STG etc, purtroppo analizzando i dati si evince come quello fatto non è mai sufficiente, c’è sempre il furbetto di turno che con intelligenza e sfruttando normative internazionali riesce a superare lo scoglio dei marchi di qualità. I dati del Censis in merito alla contraffazione, in riferimento all’anno 2014, sono molto alti e non in senso positivo. Il mercato del falso in Italia fattura ben 6,5 miliardi di euro, questo ha poi portato a 5,3 miliardi di euro sottratti alle casse dello Stato, per non parlare dei posti di lavoro, dove 105 mila posti sono stati tolti all’economia legale. I settori più colpiti sono quelli dell’abbigliamento e gli accessori con il 34,3%, dvd, cd e software il 27,3% e i prodotti alimentari con il 15,8%.

L’italian sounding e la contraffazione incidono sul mercato dell’expot in modo decisivo . Secondo i dati forniti dal ferderalimentari il valore è stimato in: 60 miliardi nel mondo (2 volte il valore dell’export); 22mld in Europa; 296milioni in Italia.
Le principali aree

in cui si trovano principali prodotti agroalimentari contraffatti o soggetti ad italiansounding sono la Cina, gli USA, il Canada, l’India.

A questi problemi legati alla contraffazione del marchio si è associato nel 2014 un altro rilevante problema di politica internazionale, l’embargo Russo ai prodotti di determinati nazioni quali Italia, usa etc.

Il Made in Italy, inteso non solamente come produzione localizzata nel nostro Paese, ma come percezione del prodotto nel suo insieme, rappresenta un asset che ha notevoli potenzialità:il brand Made in Italy è il terzo marchio più noto al mondo dopo Coca-Cola e Visa card. I base ai dati resi noti da Google, tra il 2006 e il 2010 le ricerche on line con keyword Made in Italy sono cresciute del 153% Nel quinquennio 2010-2015 la ricerca del Made in Italy è cresciuto ancora. Secondo i dati forniti al 1One.it portale di informazione dedicato all’internazionalizzazione la ricerca è crescita fra il 10-14% in base al tipo di comparto ed a volte il prodotto specifico. Il made in Italy per gli stranieri significa prevalentemente moda, alimentare e arredamento, mentre la meccanica, la robotica e l’elettronica non sono percepite come rappresentative, anche se costituiscono una parte importante del nostro export.

Quando si parla di illeciti agroalimentari, troppo spesso si tende a minimizzare il fenomeno. Gli illeciti, più semplicemente definite frodi, sono molteplici. Le frodi alimentari che si possono suddividere in due categorie: commerciali (in cui possiamo far rientrare la modifica non conforme del segno identificativo di un prodotto) e sanitarie (quelle che modificando la composizione possono creare adulterazione, sofisticazione sostituzione).

Frodi comunitarie – La definizione giuridica di frode comunitaria si rinviene nell’art. 1 della convenzione relativa alla tutela degli interessi finanziari delle Comunità europee, secondo cui “… costituisce frode che lede gli interessi finanziari delle Comunità europee: in materia di spese, qualsiasi azione od omissione intenzionale relativa: – all’utilizzo o alla presentazione di dichiarazioni o di documenti falsi, inesatti o incompleti cui consegua il percepimento o la ritenzione illecita di fondi provenienti dal bilancio generale delle Comunità europee o dai bilanci gestiti dalle Comunità europee o per conto di esse; alla mancata comunicazione di un’informazione in violazione di un obbligo specifico cui consegua lo stesso effetto; – alla distrazione di tali fondi per fini diversi da quelli per cui essi sono stati inizialmente concessi; senza poi dimenticare le azioni quali il caporalato (L’art. 12 del D.L. 13 agosto 2011, n. 138 – in vigore dal 13 agosto 2011 -, convertito con modificazioni dalla legge 14 settembre 2011, n. 148 (la cosiddetta manovra bis), ha introdotto nel Codice penale il nuovo reato di Intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro).

Infiltrazioni camorristiche in attività legate al cibo per il riciclaggio del denaro sporco – Solo nella prima parte del 2015 si evidenziano come numerose siano stata le attività delittuose scoperte dalle diverse forze di polizia In base ai dati forniti dal Ministero delle politiche agricole sono 49.000 i controlli effettuati in campo agroalimentare nei primi sei mesi del 2015, il 14% in più sui primi sei mesi del 2014. Le attività di controllo sono state portate avanti grazie alle operazioni dell’Ispettorato repressione frodi (Icqrf), dei Nuclei Anticontraffazioni Carabinieri – Comando Carabinieri politiche agricole e alimentari (Nac), del Corpo Forestale dello Stato e delle Capitanerie di Porto-Guardia Costiera.

In sintesi si evidenzia come siano sono stati eseguiti sequestri per un valore di circa 57 milioni di euro. Inoltre sono state elevate oltre 4.000 sanzioni amministrative e più di 700 persone sono state denunciate. A tali attività di contrasto e repressione si devono aggiungere quelle svolte dagli uomini dei NAS. Si evince come in questo primo periodo dell’anno (nei primi 4 mesi 2015) siano stati circa 20.000 controlli che hanno portato a per 178 milioni di euro . Nel solo primo quadrimestre dell’anno i Nas-Nucleo Anti Sofisticazioni dei Carabinieri hanno riscontrato su quasi 20.000 ispezioni circa 5.000 non conformità. Il maggiore impatto sulla economia nazionale sia ripercuote sulla contraffazione con un danno pari a 60 miliardi di euro e 300.000 posti di lavoro. I I controlli hanno comportato 29 arresti e a sequestri per quasi 178 milioni di euro, mentre in totale dal 2012 ad oggi i Nas hanno sequestrato cibi, farmaci e sostanze pericolose per un controvalore di oltre 2,5 miliardi di euro.

Solo in Europa la contraffazione del made in Italy nel food vale 26 miliardi di euro I paesi, maggiori produttori oltre che consumatori sono gli Stati Uniti, Australia, Cina, Canada, Germania. Da notare come però molto mercati definiti minoritari sono in ascesa nella scalata dell’italian sounding. I prodotti maggiormente oggetto di italian sounding sono: formaggio, vino, pasta, passata di pomodoro.

La contraffazione e l’italian sounding – Il fenomeno della contraffazione e dell’Italian Sounding, si attesta intorno ai è pari a 60 miliardi di euro, circa la metà del fatturato totale realizzato dall’industria alimentare italiana che si aggira intorno ai 132 miliardi di euro. Analizzando i dati si evince come esso rappresenti circa doppio dell’export che vale 34,3 miliardi.

Nell’ultimo decennio il fenomeno dell’Italian Sounding è cresciuto del +180% negli ultimi dieci anni. Contraffazione e Italian Sounding sono diffusi ovunque nel mondo, a cominciare dall’Europa, ma il picco è nel Nord America, dove il fenomeno ha un impatto per 27 miliardi di euro. Il continente dove il fenomeno è maggiormente dilagante è l’America, negli Usa, sono presenti imitazioni per il 97% dei sughi per pasta, il 94% delle conserve sott’olio e sotto aceto, il 76% dei pomodori in scatola, il 15% dei formaggi. Si evince come solo 1 prodotto alimentare su 8 di quelli venduti come Made in italy è realmente italiano. Il fenomeno è dilagante anche in UE, dove contraffazione e imitazioni registrano un giro d’affari pari a 22 miliardi di euro.7

Per quanto concerne l’indagine posta in essere dall’Ufficio Studi e ricerche si evince come i prodotti principalmente contraffatti all’estero sono i formaggi (29%), i sughi pronti (18%), le carni (12%) la pasta (12%) , i piatti pronti (12%)

Secondo il 34% del campione oggetto della indagine è facile scoprire un falso prodotto, mentre il 62% non riesce a riconoscerlo. Il luogo dove è possibile in cappare in FakemItalian Food secondo gli intervistati sono per il 28% GDO, seguita per il 22%il supermaket, e fin qui tutto “normale” il dato più eclatante è quello che evidenzia per il 12% incappare in falsi presso negozi specializzati nella vendita di prodotti dedicati all’italian food e per il 15% online.

Il consumatore e l’impresa Focus sulla ristorazione – Uno dei principali problemi legati alle illegalità nel food è rappresentato dalla sfiducia e paura dei consumatori nell’acquisto del cibo. Secondo i dati ottenuti dall’indagine sui rischi alimentari e consumatori si evince come il 35.5% degli intervistati ha timore ad acquistare un prodotto, dopo il sequestro o la segnalazione da parte delle forze di polizia. Il 22% afferma che non acquisterà mai più quel prodotto, il 12% afferma che si sente sicuro perché il prodotto è più controllato.

Nello specifico facendo una mappa dell’Italia, si evince che il primato di chi ha paura del prodotto risultato non conforme a quanto richiesto dalla normativa è quello che abita più lontano.

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