Percfest 2015, serata finale

DSCF1521di Alfredo Sgarlato – Si è conclusa domenica una valida edizione, la ventesima, del Percfest – Memorial Naco, con una serata finale che ha saputo regalare momenti appassionanti al pubblico che ha gremito Piazza Marconi. Il primo set presenta Avishai Cohen, giovane trombettista israeliano (omonimo del contrabbassista e fratello della clarinettista Anat, che avrete visto in tv ospite di Stefano Bollani) già autore di sette dischi come band leader e molti altri come collaboratore. Avishai frequenta molto l’Italia collaborando con Roberto Gatto, il nostro massimo stilista della batteria, che stasera lo accompagna insieme a Rosario Bonaccorso al contrabbasso. Cohen dichiara Miles Davis come sua influenza principe, ma nel suono se ne è totalmente affrancato.

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Il trio esegue standards come “Oleo” di Sonny Rollins e “Peace” di Horace Silver, rielaborandoli nella struttura. L’inizio del concerto è swingante, poi i musicisti si avventurano in improvvisazioni ardite, con continui cambi di ritmo e di atmosfera. Il pubblico ascolta silenzioso e assorto, sembra quasi intimidito dalla bravura dei musicisti, per poi scatenarsi nel fortissimo applauso finale.

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DSCF1499Secondo set con Sarah Jane Morris, cantante non notissima al grande pubblico ma molto amata dagli appassionati di jazz e soul, rivelatasi per la collaborazione con Jimmy Somerville. Si apre con una canzone splendida, “Into my arms”, di Nick Cave, e già il vostro cronista potrebbe andarsene a casa felice. Ma il meglio deve ancora venire. Sarah presenta il suo più recente album, “Bloody rain”, dedicato all’Africa e alle donne. La sua voce è scura, profonda, estremamente duttile, a volte le canzoni terminano con un grido liberatorio. I suoi due accompagnatori, Tony Remi e Tim Cansfield, sono due chitarristi acustici di notevole talento, il primo cesella con le frasi soliste, il secondo costruisce l’architettura armonica del brano.

DSCF1518Li raggiunge sul palco anche Avishai Cohen, che ha suonato anche sul disco di Sarah, ma per la prima volta suonava dal vivo con loro. Quindi la Morris annuncia che lei e Tony stanno scrivendo le canzoni per il prossimo disco, che sarà dedicato al blues. Remy esegue una lunga, struggente introduzione strumentale e quindi Sarah canta un blues lento e sofferto.

DSCF1511Una versione reggae della splendida “Piece of my heart” (canzone che è un pezzo del mio cuore, se per caso interessa saperlo) scatena i battimani del pubblico, e così “Don’t leave me this way”,  prima hit della cantante. Il pubblico in visibilio chiede i bis, Sarah chiama sul palco Cohen, Gatto e Bonaccorso e insieme eseguono una sentita cover di “Fragile” di Sting e “I shall be released”, una delle canzoni più belle di Bob Dylan. Standing ovation, ma ormai è mezzanotte e si deve chiudere, Rosario chiama sul palco tutti i musicisti della serata, gli altri che hanno suonato la sera precedente, i collaboratori, i fotografi, per i saluti finali. Malgrado i problemi economici che soffocano le manifestazioni culturali quanto e più il resto del paese, si riesce ancora a vedere un festival di questo livello. Chapeau

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*Foto di Alberto Sgarlato