Degustateatro: appuntamento a Finale con la Compagnia Cattivi Maestri

Ancora un appuntamento al Teatro Angelicum di via Asilo a Finale Cattivi maestriLigure Pia con “Degustateatro”, la rassegna che propone la formula apericena+spettacolo organizzata dalla Compagnia gli Amici di Babouche con la collaborazione del Comune di Finale Ligure.

In cartellone sabato 11 aprile “Lo strano caso dei tre folli fisici e della fine che fecero le infermiere che li amavano”, studio su Friedrich Dürrenmatt a cura della Compagnia Cattivi Maestri (apericena ore 20,15 a 15 euro; solo spettacolo ore 21,15 a 10 euro; per informazioni e prenotazioni telefonare al 349.56.99.332).

«Lo spettacolo rielabora alcuni testi di Friedrich Dürrenmatt scritti in piena guerra fredda e sotto l’incubo del pericolo atomico. Siamo di fronte prima di tutto a un dramma sulle responsabilità civili della scienza: fino a che punto è lecito a uno studioso portare avanti e divulgare ricerche che, se da un lato arricchiscono la conoscenza umana, dall’altro possono essere fonte di massacri e tragedie? Oltre cinquant’anni dopo, gli aspetti da spy story della trama, nei termini in cui l’autore li presentava, possono apparire invecchiati, ma il dilemma di fondo è sempre vivo. C’è però anche molto da ridere, perché il dramma è anche una scatenata commedia degli equivoci: in una clinica psichiatrica sono rinchiusi tre scienziati impazziti, convinti di essere Einstein, Newton e uno stretto interlocutore di Re Salomone. Ma è davvero così? Perché le infermiere del sanatorio cominciano a morire come mosche? Che cosa nasconde la direttrice?».

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«I colpi di scena si susseguono sino all’unico finale possibile, coronamento beffardo di un’inchiesta che si ritorce inesorabilmente su se stessa. Il grottesco e il continuo, spiazzante cambiamento di toni e di stili sono tra le cifre essenziali del mondo di Dürrenmatt: e stanno alla base anche di questo allestimento, che affida l’evocazione degli ambienti ai suoni, alle luci, alle voci (quelle degli attori, i cui cambi di identità si susseguono come in un gioco di scatole cinesi), a oggetti, abiti e arredi oscillanti fra realtà e sogno. Il gioco metateatrale, presente già in origine, nel susseguirsi di colpi di scena che svelano i personaggi e le loro molteplici identità, si moltiplica in un intreccio di evocazioni temporali che conducono il pubblico a riflettere su come, in tempi lontani, le prospettive e i rischi della ricerca siano sempre pericolosamente simili».