Liguria, Megrati (FI) accusa: “un fallimento le politiche sul Ciclo Integrato dei rifiuti”

“Basta leggere i nomi delle Cittadine che hanno raggiunto l’anno Marco Melgrati B1 00scorso il 65% della raccolta differenziata in Liguria (onore al merito, ma…); su 235 comuni liguri solo 11, tutti con popolazione inferiore ai 10.000 abitanti, Arnasco, Bogliasco, Garlenda, Levanto, Noli, Pietra Ligure, Pieve Ligure, Recco, San Giacomo, Tovo, Vendone, Villanova d’Albenga, per accorgersi della velleità di questo piano dei Rifiuti approvato dalla maggioranza di Sinistra in Regione, che non risponde alle esigenze dei cittadini e del territorio”. Questa è la denuncia del capogruppo di Forza Italia Marco Melgrati, che continua: “Genova, che rappresenta quasi il 50% della popolazione ligure, supera appena il 30%, e non ha la raccolta porta a porta, quindi non è suscettibile di miglioramento”

“Lo stesso quasi ex Presidente della Giunta Regionale Claudio Burlando – continua il Capogruppo di Forza Italia – ha evidenziato quali criticità di natura territoriale, tecnica, funzionale ed economica abbiano ad oggi condizionato in Liguria l’applicazione dei sistemi organizzativi per la raccolta differenziata e la loro evoluzione verso gli obiettivi fissati dalla normativa nazionale ed europea. Rileva la scarsa funzionalità dell’ATO, organismo al quale la Regione ha attribuito compiti di attuazione della pianificazione di settore, registrata con particolare riguardo nell’individuazione di aree per la realizzazione degli impianti finalizzati alle attività di recupero. La principale criticità del sistema gestionale è infatti rappresentata dalla carenza di risorse infrastrutturali per il trattamento della frazione organica che percentualmente rappresenta quella più significativa del rifiuto prodotto. In Liguria non esiste un impianto specificamente dedicato al recupero della frazione organica. E il Piano dei Rifiuti di recentissima approvazione prevede, in teoria, impianti di pretrattamento del rifiuto, obbligatori per poter riaprire le discariche oggi chiuse. Peccato che non dice con che progetti, dove, quando e con che finanziamenti verranno realizzati questi impianti”.

“In più – spiega Melgrati – non prevede un impianto di trattamento finale, per chiudere il ciclo dei rifiuti, ma lascia aperta la porta a “trasportare” il rifiuto finale agli inceneritori del nord Italia… con che costi per i cittadini Liguri? Più di 150 euro a tonnellata, che vanno a sommarsi ai costi di raccolta. Senza contare la “faccia di tolla” dei compagni del PD, che rifiutano ideologicamente e aprioristicamente (dopo aver buttato al vento i denari per lo studio targato Pericu) l’impianto di termovalorizzazione (e rifiutano di prendere in considerazione alternative esistenti in altre realtà come la Pirogassificazione, a impatto ambientale ZERO), ma dichiarano bellamente di chiudere il ciclo con i termovalorizzatori di Piemonte e Lombardia. Della serie: bruciamo pure (chissenefrega) ma a casa d’altri!”

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L’esponente di Forza Italia prosegue: “personalmente sono favorevole a differenziare, anche se la strada dell’educazione ambientale e della responsabilità per i Liguri è ancora lunga da percorrere; ci vogliono campagne intense di sensibilizzazione, a cominciare dalle scuole primarie e secondarie. Sono altresì contrario al metodo coercitivo della raccolta Porta-a-Porta (laddove esiste) con cui stanno sottomettendo i cittadini obbligandoli a lavorare per differenziare e ora anche a subire il disagio della raccolta / conservazione / conferimento del rifiuto differenziato tre volte la settimana con notevole ulteriore aggravio in termini di impegno e organizzazione della propria vita senza un vantaggio economico immediato. Per non parlare dell’aumento di costi di appalto, che gravano sui Comuni e quindi sui cittadini…Oltre a differenziar e conferire, infatti le tasse a carico dei cittadini per il servizio non scendono. La morale dovrebbe essere che ai cittadini si chieda o di pagare le tasse o di differenziare ma non tutte e due!”.

“Inoltre devo osservare che le tasse in realtà non sono correttamente applicate. La TARI infatti si presenta come una tassa ma in realtà è un imposta avendo una base imponibile catastale. Si, incredibilmente catastale. In realtà si tratta di un imposta patrimoniale immobiliare camuffata da tassa, come del resto la Tasi, imposte patrimoniali tutte sulla casa e in questo caso sulla prima casa; nonostante Berlusconi le abbia abolite Letta le ha re-introdotte e Renzi le ha applicate con la finanziaria 2014 introducendo TASI  e TARI; vere e proprie gabelle sulla prima casa.  La solita e vecchia passione dei Kompagni per le imposte patrimoniali, uno degli ultimi retaggi ideologici comunisti che hanno conservato nel Loro DNA: l’avversione verso la proprieta’ privata (quella degli altri!)”, conclude Marco Melgrati.