Urbanistica Liguria: approvata nuova legge modifica le norme vigenti; nasce la pianificazione metropolitana

Con 23 voti favorevoli e 7 astenuti (Forza Italia, Lega Nord Liguria-Palazzo Regione Liguria scritta  fp1 x00Padania, Liguria Libera, Aldo Siri di Lista civica Biasotti per il presidente e Andrea Stimamiglio del gruppo misto) è stata approvato oggi dal Consiglio della Regione Liguria il disegno di legge 330 ” Modifiche della legge regionale 4 settembre 1997 n. 36 e successive modificazione (Legge Urbanistica Regionale)

La revisione della legge urbanistica consiste nella rivisitazione, razionalizzazione e semplificazione, sia di alcuni contenuti degli strumenti di pianificazione del territorio previsti per il livello regionale, provinciale e comunale (con contestuale introduzione della pianificazione della Città Metropolitana), sia, soprattutto, delle procedure di formazione di tali piani.

L’articolato prevede il Piano Territoriale Regionale (PTR) e tiene conto della riforma statale in materia di Enti locali in cui è prevista l’istituzione della Città Metropolitana ed il riassetto delle Province (Legge Del Rio).

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La legge assicura il raccordo dei piani urbanistici comunali (PUC) con le recenti disposizioni statali relative sia al riassetto istituzionale degli Enti locali intermedi tra Regione e Comuni (e, cioè, Città Metropolitana e Province), sia all’obbligo di ricorso per i Comuni, fino a 5mila abitanti, a forme di esercizio associato delle funzioni di pianificazione urbanistica ed edilizia; intende inoltre eliminare le sovrapposizioni di contenuti tra piani territoriali di competenza della Regione, della Città Metropolitana, delle Province, e piani urbanistici dei Comuni; razionalizza i procedimenti di formazione ed approvazione sia dei piani territoriali di livello regionale, metropolitano e provinciale e sia, soprattutto, dei piani urbanistici comunali.

In particolare per i piani comunali è stata prevista: l’eliminazione dell’attuale articolazione del procedimento di formazione del PUC nelle due distinte fasi relative all’adozione del progetto preliminare e del progetto definitivo, con l’introduzione, invece, di un procedimento unico, assicurando, al contempo, la necessaria integrazione con le procedure di valutazione ambientale strategica (VAS); l’inserimento di una nuova tipologia di piano urbanistico comunale semplificato conforme ai piani territoriali di livello sovracomunale, con conseguente assoggettamento ad una procedura di approvazione più semplificata.

La nuova legge intende inoltre inserire una normativa contenente una nuova e più aggiornata individuazione delle tipologie di standard urbanistici; introdurre nuovi strumenti a disposizione dei Comuni per inserire nei PUC regole volte a favorire l’attuazione di politiche di rinnovo e rigenerazione urbana, associate alla messa in sicurezza del territorio costruito; agevolare i Comuni non ancora dotati di PUC (e nei quali, quindi, vige ancora il PRG) a dotarsi di strumenti urbanistici adeguati alla nuova disciplina introdotta dalla riforma mediante modalità procedurali semplificate, ricalibrando al contempo le misure restrittive all’attività di pianificazione e all’attività urbanistico-edilizia oggi operanti nei confronti di tali Comuni in base alla vigente legislazione; introdurre un’apposita normativa per consentire che i PUC adottati dai Comuni prima dell’entrata in vigore della riforma possano essere conclusi con le più celeri procedure previste dalla nuova legge regionale.

IL DIBATTITO IN AULA – Sono stati approvati diversi emendamenti proposti dalla giunta. Uno in particolare prevede che fino all’approvazione del Piano territoriale di Genova città metropolitana si applica il Piano territoriale di coordinamento (PTC) della Provincia di Genova, approvato con deliberazione del Consiglio provinciale del 2002 m e successive modificazioni.

Respinti invece diversi emendamenti presentati da Alessandro Benzi e Andrea Stimamiglio del gruppo misto. Uno in particolare proponeva di fissare nella legge dell’urbanistica precise clausole relative alla distanza da mari e fiumi da rispettare in caso di edificazioni.

L’assessore all’urbanistica, Gabriele Cascino ha ribattuto che la legge sull’urbanistica non è la “sede” ideale per dare indicazioni “tout court” in questo senso. Le distanze – ha precisato – devono essere fissate dai singoli piani sulla base di precisi studi e calcoli e non in maniera indifferenziata, ma a seconda della morfologia del territorio.

In sintonia con quanto detto Cascino, anche il consigliere Sergio Scibilia (Pd), relatore di maggioranza del provvedimento, i quale ha anche puntualizzato che simili indicazioni devono essere adottate dai singoli territori e non sono oggetto della legge sull’urbanistica. «Volgiamo inserire simili disposizioni negli strumenti dove è possibile farlo – ha detto – Noi non respingiamo il contenuto dell’emendamento di Stimamiglio, ma non è possibile inserirlo in questa norma».

Gino Garibaldi (Popolari per la Liguria) si è espresso a favore della legge, annunciando il voto di approvazione del suo gruppo. «La vecchia legge – ha detto – mostrava segni di usura. Questo provvedimento definisce competenze precise nel difficile quadro della pianificazione urbanistica, fissa procedure e valutazioni di tipo ambientale per garantire una buona riuscita dei piani». Ha anche chiarito che la sicurezza, dal punto di vista idrogeologico non dipende dalla distanza delle edificazioni dai corsi d’acqua, ma da calcoli più complessi che tengono conto della portata.

Marco Melgrati (Forza Italia) ha preannunciato il voto di astensione del suo gruppo, chiarendo che presenta alcuni aspetti positivi: «I Puc che sono stati studiati con attenzione puntuale, anche dal punto di vista della paesaggistica, non scadranno dopo 10 anni. – ha detto – Inoltre c’è un aggiornamento degli standard, che porterà al miglioramento dei piani urbanistici nei Comuni».

Andrea Stimamiglio (Gruppo misto) nel preannunciare la sua astensione, ha puntualizzato che questa legge ha aspetti positivi, ma anche altri negativi, che lui aveva tentato di “correggere” presentando degli emendamenti, poi respinti.

Roberto Bagnasco (Forza Italia), relatore di minoranza, ha detto: «Vista la contestuale elaborazione del Piano territoriale regionale (PTR), in corso di ultimazione, questa legge urbanistica dovrebbe disciplinare un Piano Territoriale che, in realtà, non è stato nemmeno discusso ed approvato in Commissione». Ha continuato: «Altre criticità riguardano i modi indicati per assicurare un raccordo dei nuovi modelli di Piano Urbanistico Comunale con le recenti disposizioni statali relative sia al riassetto istituzionale degli Enti locali intermedi tra Regione e Comuni, sia all’obbligo di ricorso per i Comuni, fino a 5.000 abitanti, a forme di esercizio associato delle funzioni di pianificazione urbanistica ed edilizia, in modo da corrispondere alle aspettative già manifestate dalle collettività locali». Ha anche rilevato che «Dovrebbe essere più efficace ed incisiva l’apposita normativa per agevolare il passaggio dei PUC già adottati dai Comuni secondo la procedura dell’attuale legge regionale, nel nuovo regime procedurale prefigurato dalla nuova legge, in modo da accelerare il più possibile la conclusione dei relativi procedimenti».

Bagnasco ha concluso: «Non paiono raggiunte, con le modifiche apportate alla legge Regionale n. 36/1997, le principali finalità per cui è stata avviata la riforma e non si centrano gli obbiettivi che riguardano soprattutto l’eliminazione di sovrapposizioni di contenuti tra piani territoriali di competenza della Regione, della Città Metropolitana, delle Province, e piani urbanistici dei Comuni, la razionalizzazione dei procedimenti di formazione ed approvazione sia dei piani territoriali di livello regionale e provinciale e sia, soprattutto, dei piani urbanistici comunali». Bagnasco ha pertanto anticipato l’astensione del suo gruppo

Aldo Siri (Liste civiche Biasotti per il presidente): «Si auspicava che la revisione della legge regionale n. 36 del 1997 (Legge urbanistica regionale) desse un peso maggiore, rispetto a quello che hanno oggi, ai piccoli Comuni. In quanto essi si ritrovano ad essere i referenti di un territorio sempre più vasto, soprattutto ora con la soppressione delle provincie. Ciò non è avvenuto, soprattutto nella della provincia di Genova dove la Città Metropolitana difficilmente riuscirà a dare risposte alle necessità del territorio. Inoltre il suolo della regione è già ampiamente sfruttato, per cui è fondamentale limitare al minimo l’incidenza di nuove cementificazioni. Questo può essere reso possibile recuperando il pre-esistente con cui si darebbe impulso anche al settore edilizio, settore in crisi da tempo. La normativa così impostata, invece, pare non centrare alcuno di questi obiettivi – ha concluso – per tale motivo il mio giudizio sul provvedimento è estremamente critico»

Sergio Scibilia (Pd), relatore di maggioranza, in sede di dichiarazione di voto, ha rimarcato che la nuova legge «va nell’ottica della semplificazione». Il consigliere ha aggiunto: «In regione Liguria ci sono tantissimi Comuni che hanno strumenti urbanistici datati, addirittura degli anni Settanta. E’ chiaro – ha evidenziato – che questi strumenti ingessano l’attività edilizia. La nuova normativa, inoltre, va nell’ottica della maggiore tutela dell’ambiente». Scibilia ha sottolineato che l’intento della nuova legge è anche quello di garantire da Ventimiglia a Sarzana una omogenea regolamentazione urbanistica, in modo univoco, «nell’ambito di adeguate verifiche ambientali, con interventi compatibili con il territorio». Ha infine espresso piena soddisfazione per il lavoro svolto per il varo di una legge che risponde ai cittadini in modo più diretto, e che riordina il settore, consentendone un rilancio, nel pieno rispetto dell’ambiente.

L’assessore alla Pianificazione territoriale e urbanistica, Gabriele Cascino ha sottolineato che questa legge completa il processo di riordino e pianificazione del settore, avviato due anni fa. Anche l’assessore, al pari di Scibilia, ha ricordato che molti Comuni liguri hanno strumenti urbanistici vecchi: «La tutela del territorio -ha detto – si può fare soltanto con piani adeguati». Cascino ha rimarcato che la nuova legge incoraggia i Comuni a dotarsi di piani moderni, capaci di tutelare il territorio: «Abbiamo voluto raccordare le procedure della sostenibilità ambientale con il procedimento urbanistico» ha detto, sottokienando che si incentiva l’utilizzo del patrimonio esistente e vengono introdotti i nuovi istituti della perequazione, della compensazione urbanistica e del credito edilizio.

Massimo Donzella (Pd) ha sottolineato l’importante risultato ottenuto con il varo di questa legge che – ha sottolineato – rappresenta una forte innovazione. Donzella ha evidenziato che con questa legge si va a semplificare, concentrare e a dare tempi certi al procedimento amministrativo. «Il Comune diventa vero protagonista e soggetto responsabile dei procedimenti urbanistici» ha detto ricordando che, per quanto riguarda i piani urbanistici comunali, «non esiste più il doppio passaggio, si procede alla redazione del progetto definitivo che viene poi verificato da Provincia e Regione e approvato dalla Regione. Credo che questo passaggio ci pone in un’ altra epoca». Donzella ha poi sottolineato l’importanza di un unico piano territoriale regionale «che – ha concluso – sarà oggetto di ulteriori confronti» e ha evidenziato che sarà la Regione a dare le linee guida, ma senza mai entrare nei dettagli, mentre il protagonista resterà il Comune.