Albenga 8 Marzo: “Il Filo di Arianna”, riflessioni sulla condizione femminile

Il Comune di Albenga, l’assessorato alle Politiche Sociali e Giovanili, 2sceltdomenica 8 marzo in occasione della Festa della Donna presenta, presso l’auditorium San Carlo, “Il Filo di Ariannna” spettacolo teatrale a cura dalla compagnia “Nati da un sogno”. Riflessioni sulla condizione femminile, dalla violenza alla dedizione, dal sacrificio all’abbandono /ore 17, ingresso libero).

“Siamo partiti dal Mito di Arianna – spiega Simonetta Vandone che ha curato i testi e la regia dello spettacolo – perché lei è il simbolo della figura femminile e della generosità non ripagata (ricordiamo che Arianna consegnando a Teseo il gomitolo gli diede l’opportunità di uscire dal famoso labirinto e salvarsi così dal Minotauro) . Teseo, per ringraziarla, com’è noto, abbandonò Arianna sull’isola di Nasso, ed ella, per il grande dolore si buttò in mare e perse la vita. Arianna – continua – rappresenta dunque la donna nella sua volontà di essere generosamente pronta a mettersi in gioco per gli altri in tutte le situazioni, anche quelle più complicate, guidata com’è dalla passione, dall’amore, dalla dedizione sia come moglie che figlia e in primis come madre. Lo spettacolo racconta, attraverso diversi momenti altrettante situazioni in cui la donna ha a che fare con la violenza, l’abbandono, l’umiliazione ma anche con rapporti lunghi e logoranti, sempre in prima linea dando tutta se stessa, e proprio come Arianna sempre pronta ad elargire la propria connaturata generosità”.

“Lo spettacolo inizia e termina con la lettura di due grandi icone della poesia dantesca: ‘Vergine Madre’ e ‘Tanto gentile e tanto onesta pare’ che la voce maschile offre, come un dono alla donna di oggi e di sempre” . Lo spettacolo offre dunque uno spaccato della realtà femminile colpita dalla violenza e dal sopruso maschile nella quotidianità delle mura domestiche, il logorante ritmo della vita di coppia che la vede in prima linea spendersi per il lavoro e la famiglia senza pensare a se stessa, ma anche nella difficoltà di gestire il rapporto di “donna in carriera” che non trova più la propria dolcezza di madre”.

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“Declinata nelle sue sfumature la figura femminile viene ricordata anche attraverso la lettera della ragazza siriana Reyaneh Jabbari impiccata a 26 anni per aver ucciso il suo stupratore, nella sua dedizione completa quando ama con tutte se stessa un uomo colpito da handicap, senza porre nessun limite al proprio grande amore. E ancora, il filo si srotola sul rapporto con il padre, figura di riferimento e di dignità, nelle parole di Marisa Ombra, partigiana che scrive le sue parole di donna ad una ragazza di 14 anni, e diviene immagine in un videoclip che chiuderà lo spettacolo, dove l’amore di una giovane donna si scontra con le difficoltà legate al perbenismo e all’ipocrisia. Il videoclip, girato con due degli attori della compagnia è stato curato e montato da Francesca De Marchi. Il book fotografico è stato curato da Alessandro Gimelli. La voce registrata è di Federico Oniscodi”.

Ad interpretare lo spettacolo: Gabriella Usanna, Elena Aloe, Francesca De Marchi, Alessandro Gimelli, Sheila Kirsch, Fausto Icardo, Emanuele Daniele. Testi e regia: Simonetta Vandone