Sanità, Rixi: “In Valbormida resta un miraggio raggiungere un Pronto soccorso in meno di un’ora”

«È assurdo che in questi dieci anni di tagli lineari, di progressivo Edoardo Rixi 1G00smantellamento dei servizi sanitari per i cittadini liguri giustificati dalla giunta Burlando in nome del risparmio, ci ritroviamo con la spesa sanitaria pro capite sopra la media nazionale, 2.043 euro contro i 1.903 del resto d’Italia, e con il diritto alla salute letteralmente calpestato soprattutto nelle valle interne, in quei territori come la Val Bormida su cui esistono indicazioni precise del ministero della Salute, puntualmente disattese in Liguria. Anche sulla sanità, è evidente, che la giunta Burlando in dieci anni abbia totalmente fallito».

Così dichiara Edoardo Rixi, vicesegretario federale della Lega Nord e consigliere regionale in Liguria che ha presentato un’interrogazione urgente per conoscere le ragioni del mancato seguito all’ordine del giorno, approvato all’unanimità, il 13 dicembre 2011 e all’attuazione del decreto del ministro Lorenzin che per le “aree disagiate” indica che il tempo per raggiungere il Pronto soccorso più vicino sia inferiore ai 60 minuti.

«Una simulazione organizzata dalla Croce di Dego – dice Rixi – ha dimostrato che un’ambulanza in codice giallo ha impiegato un’ora e trenta minuti di tempo per intervenire e trasportare un ferito da San Massimo, frazione di Piana Crixia, al pronto soccorso del San Paolo di Savona. Un tempo decisamente maggiore rispetto a quello imposto dalla legge e che mette a serio rischio la salute degli abitanti della Val Bormida. Non solo: trattandosi di un viaggio programmato, anche l’ambulanza utilizzata per il soccorso era quella del paese più vicino al paziente che ha chiesto aiuto. Se, come potrebbe capitare nella realtà quotidiana, la Croce di Dego fosse stata già impegnata o scoperta, come spesso succede nei Comuni più piccoli che non riescono ad avere doppi equipaggi o a garantire i servizi notturni, sarebbe partita l’ambulanza a disposizione da Cairo, Carcare o Altare, e i tempi si sarebbero allungati ulteriormente».

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«Ricordo che la chiusura del Pronto Soccorso di Cairo, ha obbligato i tanti utenti della valle, residenti, per lo più anziani, ma anche lavoratori e operatori commerciali, a rivolgersi, in caso di necessità, all’ospedale di Savona, tutt’altro che vicino, mettendo a rischio la salute pubblica di chi necessita di interventi urgenti, ma anche dei soccorritori che soprattutto durante il periodo invernale si ritrovano a dover far fronte a due nemici: il tempo tiranno e l’inverno che nell’entroterra ligure e soprattutto in Valbormida crea non pochi problemi con neve e ghiaccio, come abbiamo visto anche in questi ultimi giorni. Pertanto, visto che c’è un ordine del giorno di 3 anni fa che parla chiaro e che impone alla giunta un intervento preciso, sarebbe auspicabile che l’assessore alla Sanità facesse un passo indietro per la salute dei cittadini valbormidesi ripristinando un vero Pronto soccorso attrezzato a Cairo, ottemperando inoltre agli obblighi di legge imposti al ministero della Salute».