Centrale Tirreno Power, M5S: “Politica responsabile per morti Vado Ligure”

“Gli sviluppi dell’indagine su Tirreno Power, con i 47 indagati di oggi, centrale TP 00compreso il presidente della Regione Burlando, confermano ciò che noi sosteniamo da tempo: la classe politica è responsabile delle centinaia di morti di Vado Ligure e dintorni”. Lo denunciano i deputati liguri del M5S, Sergio Battelli, Matteo Mantero e Simone Valente.
“Chissà se tra qualche giorno – proseguono – nell’elenco degli indagati non ci ritroveremo anche l’assessore Paita, attuale candidata alla presidenza della Regione per il Pd dopo primarie a dir poco inquinate. Anche lei, assieme a tutta la giunta regionale, ha condiviso la politica di Burlando a favore del carbone”. “Ci sono centinaia di morti che chiedono giustizia e, grazie al lavoro incessante dei comitati e della magistratura, siamo finalmente sulla strada giusta. I cittadini non possono più essere presi in giro. Era incredibile, in tutti questi anni, dover assistere alla concessione, da parte del ministero e della regione Liguria, di autorizzazioni cucite su misura sulle esigenze dell’azienda, in spregio a ogni norma di tutela dell’ambiente e della salute”, insistono i parlamentari liguri del M5S.
“Persino l’ex sindaco di Vado Ligure, Attilio Caviglia, durante un’assemblea pubblica infuocata, si lasciò scappare che alcuni limiti emissivi della centrale furono lasciati volutamente alti, altrimenti Tirreno Power sarebbe stata costretta a chiudere i battenti. I poteri forti si fanno sentire – continuano Battelli, Mantero e Valente – non a caso, all’epoca dei fatti, l’azionariato della centrale di Vado era detenuto per larga parte da De Benedetti, tessera numero 1 del Pd. Non pare, dunque, strano che Burlando abbia voluto usare la carota e non il bastone”. I deputati M5S chiudono: “Occorre approvare al più presto e con la migliore formulazione possibile la nostra legge sugli eco-reati. Altrimenti corriamo il rischio che anche questo processo, come quello su Eternit, tra qualche tempo vada in prescrizione. Non possiamo permettercelo”.