di Sandra Berriolo – Sono stata al Concorso Pianistico di Albenga. L’unico elemento di conoscenza che ho al riguardo è che il pianoforte ha i tasti bianchi e neri. Tutto il resto per me è un miracolo. Quindi figuratevi vedere dei ragazzetti di dieci-dodici anni (che normalmente sono ipercinetici, con livello di attenzione che termina dopo tre minuti) che tirano fuori da quei tasti Bach, Chopin, Schubert e oltre.
A forza di vedere i talent in tv ho capito che oltre alla tecnica ci vuole l’interpretazione e la comunicazione di emozioni. Ecco, io non ho capito se hanno sbagliato qualcosa (anche se secondo me erano bravissimi) però sicuramente ci mettono il cuore. E ho pensato alla quantità di ore che ci vogliono per arrivare a suonare quelle cose; ho guardato i genitori che anziché guardare il figlio scrutavano con attenzione la faccia dei giurati.
E ho scoperto gente normale. Ho scoperto che anche se ti dedichi al pianoforte non è inusuale il possesso e l’uso dell’iphone; che puoi essere un ragazzino normale, che si stufa ad aspettare; che indossa i jeans e il piumino; che ha già il quarantasei di piedi ma di corpo assomiglia ancora a Pippo e poi chiude gli occhi e alza la testa (come Bollani esagera in tv) sul dolce andamento di un notturno.
Oppure sei una ragazzina ancora gracile e flessuosa ma quando schiacci (lo so che non si schiacciano ma rende l’idea) i tasti col vigore richiesto da quel passaggio, viene fuori una potenza imperiosa che ti fa sembrare grande.
Insomma domani ci torno perché comunque è un bell’ascoltare.
* Nelle foto: le mani di una bimba a scaldare sul termosifone della Sala S. Carlo prima della prova. La Sala consiliare con il sipario dell’ex teatro. Un angolo dell’ufficio del Sindaco utilizzato come sala prove. I giurati nella sala consiliare
* La Nonna del Corsaro Nero: la rubrica Corsara di Sandra Berriolo