Albenga, Kronoteatro parte alla grande

Marta_Cuscuna_1257614962954di Alfredo Sgarlato – Inizia col botto la nuova stagione, la decima, per Kronoteatro. Marta Cuscunà, col suo spettacolo “È bello vivere liberi”, riceve la standing ovation già alla prima chiamata. Il palco è poco illuminato, solo due oggetti, una cassa e un pannello con riprodotto un manifesto strappato, in cui è ben riconoscibile un famoso cranio pelato. Marta ci racconta la storia di Ondina Peteani, una ragazza giuliana nata il 26 aprile 1925. Nel 1942 la ragazza viene fermata da un conoscente che le parla della situazione politica. Lei scopre un nuovo modo di vedere le cose, che la porterà a diventare partigiana. Lo spettacolo affronta temi fortissimi, la dittatura, le persecuzioni razziste contro gli italiani di lingua slovena (il grande tabù della storia italiana, fino a una dozzina di anni fa non se ne era mai parlato), l’emancipazione delle donne, la guerra civile, il lager, ma lo fa sempre in maniera leggera, persino leggiadra, grazie all’incredibile talento della Cuscunà, perennemente in movimento e in grado di cambiare continuamente timbro di voce per impersonare vari personaggi.

e_bello_vivere_liberi_marta_cuscunaLa musica è incessante, Rossini, Čaikovskij, Elgar, tradizionali italiani e balcanici, persino il tema di James Bond o “Moon river” a sottolineare il momento di maggiore azione o quello più romantico. In alcuni passaggi l’attrice ricorre all’uso di marionette, quando racconta in maniera molto comica un agguato a un traditore, o quando stempera il momento più drammatico, il lager, usando due bambole rotte, con la cassa che, aperta, fa da sfondo. Lo spettacolo è breve, o forse sembra breve per come scorre veloce, senza mai avere un attimo di calando. Il testo è avvincente, a tratti un po’ didascalico, d’altronde non si può non esserlo quando si raccontano fatti storici poco noti. Marta Cuscunà è incredibilmente espressiva, ha un volto mobilissimo, ed è contagiosa nell’imporre il suo ritmo agli spettatori. Per chi già la conosceva la conferma che si aspettava, per chi l’ha scoperta ieri sera una rivelazione persino al di sopra delle aspettative. Una cascata di applausi, e il pubblico lascia il Teatro Ambra con la felicità di aver assistito a uno spettacolo formidabile e l’amarezza dell’essere rimasti in pochi a credere negli ideali di libertà e giustizia che la maggioranza ha dimenticato o, peggio, distorto.