Violenza contro le donne: una piaga sociale che costa anche miliardi di euro

Gli undici Comuni savonesi che hanno aderito all’iniziativa internazionale Giornata arancione“Colora di arancione i tuoi dintorni” – voluta qui nel Ponente dallo Sportello Antiviolenza Artemisia Gentileschi e dagli Zonta club Alassio-Albenga e di Finale Ligure- forse non sanno che anche quei pochi euro da loro impegnati per i fiocchi o il colore della fontana contribuiscono ai 16 milioni di euro che annualmente vengono impegnati, spesso anche solo virtualmente con lavoro non retribuito, per la prevenzione e il contrasto della violenza contro le donne. Pensiamo ad esempio al lavoro giornalistico, video, flash mob, blog, conferenze, inchieste, rassegne cinematografiche, opuscoli, incontri nelle scuole, mostre, libri, ecc.

Poi però ci sono i costi del dopo violenza. Al Convegno recentemente organizzato dallo Sportello Artemisia Gentileschi ad Albenga, la dottoressa Giovanna Badalassi ha presentato i risultati di una indagine nazionale sui costi economici e sociali della violenza contro le donne, effettuata dalla Onlus Intervita. Non ci si pensa mai, ma se in Italia si devono in totale impegnare 17 miliardi di Euro per la violenza è necessario riflettere, agire e prevenire. Facciamo un breve riassunto. I costi diretti: sanitari (visite in pronto soccorso, ricoveri, ecc), per cure psicologiche, per i farmaci, per l’Ordine pubblico (denunce, investigazioni, elaborazioni fascicoli), giudiziari (gestione delle denunce, detenzioni, ecc), le spese legali (sia in sede penale che civile), Servizi sociali dei Comuni (assistenza alla donna e ai figli, Centri antiviolenza (si considerano le ore di volontariato degli operatori e consulenti oltre ai costi reali).

Tutto ciò ha un costo di un miliardo e 773 milioni di Euro. Poi si considera l’effetto “moltiplicatore economico” ovvero la perdita economica delle imprese e del sistema a causa di assenza dal lavoro, necessità di sostituzione, minore produttività della donna che ha subito violenza. Ciò comporta inoltre un minor introito economico per le famiglie e quindi le minori entrate tributarie e contributive. Questo capitolo aggiunge a quella di prima la cifra di spesa di 604 milioni di Euro.

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Ci sono poi dei costi non monetari ma con effetto di moltiplicatori sociali: il costo emotivo ed esistenziale delle vittime e dei figli e familiari, la riduzione della qualità della vita e della partecipazione alla vita democratica; in questo caso si da un riferimento numerico con la simulazione del risarcimento danni fisici, morali e biologici per dare un’idea della perdita di potenzialità umane, sociali ed economiche; è stato quantificato un costo di altri 14,3 miliardi di Euro.
Badalassi concludeva ribadendo che tanta è l’importanza della denuncia da parte della donna ma visti anche i costi la politica deve avere la capacità di leggere questi dati e poi di agire: il lavoro da fare è culturale ma anche politico e tecnico.
Per informazioni dettagliate sull’indagine: www.siamopari.it – www.intervita.it