Modifica Legge Urbanistica Regionale, audizione Legambiente Liguria: “occasione sprecata”

Oggi, 3 Dicembre, Legambiente Liguria è stata audita dalla VI Commissione Palazzo Regione Liguria scritta  fp1 x00del Consiglio Regionale della Liguria in merito alle proposte di modifica ed emendamento della Legge Urbanistica Regionale, la 36/97.
«L’intenzione da parte della Regione Liguria di apportare modifiche e migliorie alla Legge Urbanistica Regionale 36/97 è senz’altro da apprezzare, solo per la necessità di adeguare una normativa di legge su una tematica come quella urbanistica che ha, nel corso di questi anni, conosciuto numerosi elementi di variazione, basti pensare all’accrescere del rischio idrogeologico e non solo nella nostra Regione, oppure alla necessità di limitare ed addirittura azzerare il consumo di territorio» commenta Stefano Sarti, vicepresidente regionale dell’associazione ambientalista: «Per questo noi come Legambiente parliamo, per questa vicenda, di occasione sprecata. Infatti, piuttosto che addivenire a modifiche della legge 36/97 come quelle proposte questa sarebbe stata l’occasione per la Regione Liguria sulla falsariga della Regione Toscana (che ha recentemente promulgato a Legge Regionale 65/2014) di varare una legge regionale di vero e proprio “governo del territorio” in cui fosse ben definito il concetto di consumo di suolo e di divieto assoluto di realizzare nuove edificazioni residenziali al di fuori del territorio urbanizzato e di prevedere precise procedure per le trasformazioni di carattere non residenziale al di fuori del territorio urbanizzato».
«Una legge di governo del territorio che – prosegue Sarti – incrociando piani urbanistici comunali e pianificazione di bacino mettesse precisi criteri di sicurezza per territorio e cittadini, come il divieto assoluto di costruzione nelle zone a rischio, adeguando e attualizzando, alla luce dei recenti eventi alluvionali, le realtà di rischio. Una legge di governo del territorio che mettesse al centralità della riqualificazione e rigenerazione urbana, visto sia alla luce di quanto detto poco sopra (dissesto idrogeologico) che di integrazione tra riqualificazione, rigenerazione urbana, edilizia ed efficientemente energetico e sviluppo delle energie rinnovabili».
«Vi sono poi nella proposta alcuni aspetti preoccupanti», sostiene Legambiente: «Per prima cosa ad esempio non si capisce se il nuovo Piano Territoriale Regionale (PTR) – che sostituirà tutti i piani di coordinamento regionali, costituendo un fattore di indubbia semplificazione burocratica (Legambiente Liguria ha sempre chiesto di avviare le procedure di adozione e approvazione del PTR rimanendo inascoltata) avrà al suo interno tutte le tutele del Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico vigente oppure se, nella sua trasposizione all’interno del PTR ne perderà alcune per strada, su questo chiediamo chiarezza. Per quanto riguarda i criteri di perequazione urbanistica proposti anche in merito alla ricollocazione di edifici ricadenti in aree a rischio, le norme in approvazione sono poco chiare e in alcuni casi possono essere pericolose, se non si specificano molto dettagliatamente criteri di forte limitazione al possibile uso strumentale dei crediti edilizi. Se questi sono usati per risolvere situazioni di degrado e rischio e vengono individuate localizzazioni anche diverse da quelle originarie, da un lato occorre evitare che tutto questo possa consentire un intenso “spostamento” di volumi con gravi conseguenze insediative da una località all’altra. Appare poi fuorviante la proposta di indicare nel Comune il soggetto titolato a convocare la Conferenza dei Servizi dopo l’adozione del PUC “anche ai fini della procedura di Vas”; procedura che, stante le attuali leggi regionali, è in capo alla Regione e che dovrebbe continuare ad avere il titolo di convocazione della Conferenza».
«Si propone poi, nel testo del DDL la possibilità di realizzare un “PUC semplificato” però non vengono chiariti criteri e limiti per l’applicazione di queste norme; se l’intento è quello di favorire i piccoli comuni, spesso carenti di personale e risorse, la norma così scritta sembra poter essere applicata da tutti indistintamente ed è comunque poco chiara», aggiunge Sarti che conclude: «Il DDL proposto rischia di essere solo in parte corrispondente alle necessità di governo del territorio in questa regione, è ambiguo in alcune sue parti e contraddittorio in altre. Legambiente Liguria ritiene non debba essere portato ad approvazione, individuando invece in una vera e propria legge regionale sul governo del territorio e il consumo di suolo la vera priorità delle politiche di pianificazione urbanistica di questa Regione».