Modifiche dello Statuto Regione Liguria: abolita la Consulta, ridotto l’Ufficio di presidenza del Consiglio regionale, sette assessori in giunta

In Consiglio Regionale con 24 voti a favore (maggioranza e Nuovo Centro Palazzo Regione Liguria scritta  fp1 x00Destra) e 2 astenuti (Ezio Chiesa del Gruppo misto-Liguria Viva e Ezio Armando Capurro di Liste civiche per Biasotti presidente è stata approvata oggi la Proposta di legge 365 di iniziativa dei Consiglieri regionali Boffa, Donzella, Morgillo, Conti e Bruzzone: “Modifiche e integrazioni alla legge statutaria 3 maggio 2005, n. 1 (Statuto della Regione Liguria)”.

La minoranza è uscita dall’aula per protesta prima del voto perché non è stata accolta la richiesta di sospensione avanzata da Marco Melgrati (FI) per cercare una intesa con la maggioranza tesa a fissare un tetto massimo di assessori esterni. Poco prima era stata respinta anche la proposta di Francesco Bruzzone (Lega Nord Liguria-Padania) di rinviare lo Statuto in commissione per procedere ad una contestuale modifica del Regolamento che riducesse anche il numero di commissioni (attualmente sono otto).

Accolto un emendamento unificato da due testi presentati da Ezio Chiesa (Gruppo misto-Liguria Viva) e Aldo Siri (Liste civiche per Biasotti presidente) che ha ulteriormente ridotto i membri dell’Ufficio di presidenza. Il testo dovrà essere sottoposto ad una seconda approvazione fra due mesi. Il provvedimento abolisce la Consulta statutaria e vengono attribuite all’Ufficio di presidenza del Consiglio regionale le funzioni relative al giudizio di ammissibilità dell’iniziativa popolare o del referendum e l’accertamento della chiarezza e dell’univocità del quesito referendario.

Advertisements

In seguito alla riduzione dei numero di consiglieri, inoltre, la composizione dell’Ufficio di presidenza viene ridotta: accanto al presidente ci sarà un solo vicepresidente. È stato, inoltre, approvato in aula un emendamento congiunto di Chiesa (Gruppo misto-Liguria Viva) e Aldo Siri (Liste civiche per Biasotti presidente), che ha ridotto da due a uno anche il numero dei consiglieri segretari.
Viene abrogato l’articolo che istituiva il Consiglio regionale dell’economia e del lavoro che, peraltro, non era mai stato costituito.

Al difensore civico, istituito “per la tutela del singolo cittadino e di interessi collettivi particolarmente rilevanti” potranno essere attribuite altre funzioni di garanzia. La proposta di legge era approdata in aula con un ulteriore emendamento approvato in commissione, che prevede la modifica del numero dei componenti la giunta: “un quinto dei componenti del Consiglio regionale arrotondato all’unità superiore”. In sostanza sette assessori anziché sei. Queste disposizioni decorrono dalla X legislatura, ovvero quella che inizierà nel 2015.

IL DIBATTITO IN AULA (DAI RESOCONTI DEL CONSIGLIO)

Aldo Siri (Liste civiche per Biasotti presidente) nell’ambito della sua relazione di minoranza ha illustrato gli emendamenti da lui presentati, uno dei quali, in particolare è stato poi approvato dall’assemblea e teso ad una ulteriore riduzione del numero dei componenti dell’uffici di presidenza. Si prevede quindi un solo consigliere segretario, anziché due. Secondo Siri sarebbe stato inoltre opportuno limitare a 6 il numero degli assessori e in questa direzione andava un altro suo emendamento, integrato ad uno di contenuto analogo sottoscritto da Chiesa, respinto dall’aula. Siri si è quindi soffermato sulla mancata approvazione della legge elettorale, a suo avviso strettamente correlata con i temi in discussione, rammaricandosi per il fatto che non è stato eliminato il listino «a causa di differenziazioni all’interno della maggioranza che non ha mostrato unitarietà su questo tema».

Maurizio Torterolo (Lega Nord Liguria-Padania): «La Balena partorirà un topolino, come già accaduto lasciando per strada quello che sarebbe stato davvero un segnale forte per i cittadini, l’abolizione del listino». «In realtà, con le modifiche allo Statuto andremo ad eliminare ciò che non è stato mai creato come il CNEL, e ciò che praticamente non ha mai funzionato come la Consulta statutaria .Dall’altro lato si introduce una vaghissima norma relativa ad ulteriori funzioni che potrebbero essere attribuite al difensore civico». Ha poi espresso critiche su modifiche attuate rispetto al testo inizialmente varato: «Si vuole far approvare, con alcune delle modifiche apportate al testo originario, anche una sorta di listino 2, camuffato e riferito agli assessori esterni e contenuto all’interno del’approvando nuovo Statuto regionale. Infatti, all’articolo 3 – Modifiche all’articolo 41 della legge statutaria 1/2005 – si vorrebbe elevare il numero degli assessori da 6 a 7, scelta, da una parte inutile visto che i Consiglieri Regionali li abbiamo diminuiti da 40 a 30, e dall’altra costosa, e contraria, ancora una volta, al principio di rappresentatività visto la possibilità di nomina esterna anche di tutti gli assessori che verrà in oggi votata. Non possiamo che esprime tutto il nostro dissenso e la nostra contrarietà. I liguri potrebbe trovarsi di fronte al paradosso di un Consiglio ragionale con sei consiglieri scelti dai partiti e non da loro e da ben sette assessori non eletti ma nominati». Ha continuato: «Al massimo pensiamo, così come da nostro emendamento, che ci possa essere la possibilità di scegliere due assessori esterni, e, nel caso, le persone individuate abbiano chiare e comprovate competenze professionale in uno specifico settore. Siamo contrari a trasformare qualsiasi carica consiliare in possibile merce di scambio, ingannando di fatto gli elettori». Ha quindi concluso: «Nell’ottica di un effettivo risparmio e di razionalizzazione del lavoro consiliare, proponiamo – e questa è una sfida all’attuale maggioranza – una riduzione dalle attuali 8 commissioni a 4, numero più che sufficiente per l’operatività e l’efficienza del consiglio, modificando il relativo regolamento».

Alberto Marsella (Percorsi in Liguria) in qualità di presidente della Commissione Affari istituzionali ha illustrato i punti qualificanti della proposta di legge rilevandone gli obbiettivi di una maggiore efficienza del Consiglio e di un contenimento dei costi e ha auspicato una rapida approvazione da parte dell’Assemblea: «Auspichiamo che la proposta di legge possa ottenere il più ampio consenso per condividere e portare a termine un doveroso percorso istituzionale».

Francesco Bruzzone (Lega Nord Liguria Padania) ha voluto chiarire la sua posizione, in quanto membro dell’ufficio di Presidenza (consigliere segretario), ma non più in accordo con il testo di legge: «Sono tra i firmatari della proposta di modifica dello statuto, che arriva dall’Ufficio di presidenza e che ha un tono istituzionale. Sul testo l’Ufficio ha discusso ed è arrivato ad una proposta unanime. Io stesso sono intervenuto ed ho proposto di inserire alcune cose. Pensavo che a questo proposta istituzionale corrispondesse una uguale risposta istituzionale, ma così non è stato. Infatti la commissione consiliare è andata a modificare un testo proposto dall’ufficio di Presidenza , cambiando una indicazione di carattere istituzionale, e aumentando il numero degli assessori previsti, sconvolgendo così l’impostazione data». Bruzzone, dopo aver quindi rimarcato che nella proposta iniziale si prevedevano 6 assessori e non 7, ha detto: «Non mi riconosco più nella proposta. Non mi sarei aspettato che venisse portata una scelta politica in una proposta dell’Ufficio di presidenza» e ha annunciato il ritiro della sua firma dalla proposta di legge.

Bruzzone è successivamente intervenuto per avanzare la proposta relativa al rinvio in commissione del provvedimento per farlo poi ritornare in aula in concomitanza con le modifiche che, a suo avviso, è necessario apportare, al regolamento. In particolare, a detta di Bruzzone, occorre ridurre il numero delle commissioni permanenti. Per Bruzzone, sarebbe stato opportuno arrivare ad un voto dei due provvedimenti contestualmente. Ma la proposta è stata bocciata dall’Assemblea, con 12 voti favorevoli (Lega Nord Liguria-Padania, Forza Italia e Liste civiche per Biasotti presidente) e 25 contrari (maggioranza e Ncd).

Di medesimo tenore l’intervento di Luigi Morgillo (Forza Italia), vicepresidente del Consiglio regionale: «Mi associo a quanto detto da Bruzzone. Sono firmatario di una proposta che, però, di fatto non corrisponde più a quella portata in aula. E’ stata fatta una modifica sostanziale in commissione, che io non condivido e del tutto fuori dalla logica dal momento attuale. Invece di ridurre, a seguito delle modifiche apportate al testo varato dall’Ufficio di presidenza, si va ad aumentare. E’ anomalo che esca una proposta unitaria dall’Ufficio di presidenza che venga poi falcidiata dalle commissioni. Disapprovo questo metodo di lavoro. E, comunque, a mio avviso sei assessori rappresentano un numero più che sufficiente: aggiungerne un altro è un errore».

Antonino Miceli (Pd) ha espresso parere positivo sul testo licenziato dalla commissione: «Si tratta di un provvedimento che va nella direzione del controllo e della riduzione della spesa. Si abrogano due istituzioni, la Consulta statutaria e il Consiglio regionale dell’economia e del lavoro, e anche questo è un passo che va verso una riduzione delle spese. Così come il fatto che il prossimo Consiglio regionale passerà da 40 a 30 componenti». Miceli ha, inoltre, annunciato parere favorevole agli emendamenti presentati anche dalla minoranza relativi al dimezzamento del numero dei consiglieri segretari (da due a uno) dell’Ufficio di presidenza. Il consigliere ha condiviso anche la richiesta avanzata dalla minoranza durante il dibattito di procedere alla riduzione delle commissioni consiliari spiegando, però, che questa materia non è statutaria ma regolamentare e dovrà essere affrontata dall’apposita Giunta del regolamento che poi trasferirà le modifiche al Consiglio. Rispetto alle obiezioni contro le modifiche dello Statuto che prevedono il passaggio del numero massimo di assessori da 6 a 7 Miceli ha dichiarato: «Chiediamo semplicemente di rispettare quanto previsto dalla legge, che stabilisce che la composizione della giunta è pari al venti per cento del Consiglio stesso e, sulla base di una interpretazione autentica fornita dallo Stato successiva alla nostra modifica e relativa a quanto corrispondesse il 20% , questo numero è pari a 7. Sostenere che si tratta di un allargamento è, inoltre, paradossale e sbagliato perché dalla prossima legislatura la giunta passa da 12 a 7 assessori quindi con una riduzione quasi del 40%». Rispetto alle richieste di riduzione degli assessori esterni Miceli ha concluso: «Lascerei alla politica e alla ragionevolezza la composizione di questo elemento».

Marco Melgrati (Forza italia) ha accusato Miceli di essersi «arrampicato sugli specchi». Il consigliere ha quindi criticato in particolare l’innalzamento, rispetto al testo varato originariamente dall’Ufficio di Presidenza, del numero degli assessori da 6 a 7. E ha invocato una limitazione, un preciso tetto, al numero degli esterni. «Potrebbe avere un senso portare il numero degli assessori da 6 a sette, se ci fosse un tetto al numero degli esterni». Ha puntualizzato che già il mantenimento del listino porta in Consiglio un numero elevato di esterni, non eletti: «Si tratta di nominati. Noi volevamo eliminare il listino, ma il maxi emendamento che lo consentiva, non ha avuto i voti necessari della maggioranza». Melgrati ha anche chiesto che si preveda adeguata rappresentatività, all’interno dell’Ufficio di presidenza per maggioranza e opposizione e ha chiesto una sospensione dei lavori, per elaborare una modifica tesa a fissare perlomeno un tetto al numero degli esterni. A seguito della bocciatura della proposta da parte dell’aula i consiglieri di Forza Italia, Liste civiche per Biasotti presidente, Lega Nord Liguria-Padania e Raffaella della Bianca del Gruppo misto hanno abbandonato l’aula.
La proposta di sospensione è stata respinta.

Ezio Chiesa (Gruppo misto-Liguria Viva): «Le riforme istituzionali portate avanti a livello nazionale da diversi governi che si sono succeduti si sono rivelate incompiute, basti pensare al taglio delle Province o alla città metropolitana. Anche noi, con la riforma dello Statuto facciamo una riforma monca. Avrei preferito che questa modifica fosse arrivata in aula dopo la modifica elettorale e insieme al quella del Regolamento. Infatti con la modifica del Regolamento potremmo diminuire il numero delle commissioni». Ha aggiunto: «Non avrei modificato il testo per portare da 6 a 7 il numero degli assessori». In aula Chiesa si è dichiarato comunque disponibile a votare a favore di questo incremento se fosse stato accolto il suo emendamento che poneva un tetto di tre assessori esterni. Questo emendamento, posto in votazione quando già la minoranza aveva abbandonato l’aula, è stato respinto dall’Assemblea.

Chiesa aveva votato a favore del rinvio in commissione dello Statuto proposto da Bruzzone.

Edoardo Rixi (Lega Nord – Liguria Padania), dopo avere detto che la riduzione del numero dei consiglieri regionali, decisa dal Governo Monti, non ha prodotto effetti sul contenimento della spesa, ha ribadito la necessità di ridurre il numero di commissioni: «Ogni assessore esterno è un costo in più perché vuol dire aggiungere uno stipendio ai costi dell’assemblea e non si può decidere di avere anche sei assessori esterni».

Andrea Stimamiglio (Gruppo misto-Lavoro salute e cultura) ha replicato: «La Liguria si è mossa per ridurre i costi della politica e il processo è stato virtuoso sia nella riduzione di consiglieri che di assessori. Continuare a discutere su quanti assessori esterni siano necessari credo sia quanto di più lontano dai bisogni della popolazione». Rispetto alla mancata abolizione del listino Stimamiglio ha ribadito «nella discussione in commissione sulla legge elettorale la maggioranza ha cercato in tutti i modi di portare avanti la riforma e i numeri per eliminare il listino ci sarebbero stati se una parte dell’opposizione avesse votato a favore dell’abolizione ma così non è stato».

Valter Ferrando (Pd) ha ribadito la volontà della maggioranza durante il dibattito in commissione di adottare la nuova legge elettorale che aboliva il listino e il proprio impegno personale, attraverso un successivo maxi emendamento, per scongiurarne il mantenimento ribadendo che l’assenza del gruppo della Lega avrebbe vanificato questo progetto.

Gino Garibaldi (Ncd) prima del voto ha ribadito il voto favorevole del suo gruppo alle modifiche del listino.

Lorenzo Pellerano (Liste civiche per Biasotti presidente) si era schierato a favore dell’interruzione sollecitata da Melgrati, per discutere del tetto da fissare al numero degli assessori esterni.«Non accettare questa limitazione – ha detto – è una responsabilità che si assume la sinistra».