Entroterra, Torterolo: “Un piano di rilancio per il piccolo commercio contro lo spopolamento e a presidio del territorio”

«È evidente che le piccole botteghe dell’entroterra non possano reggere la Maurizio Torterolo 02concorrenza della grande distribuzione, ma perdere il commercio al dettaglio e l’artigianato nelle zone più interne del nostro entroterra significa togliere un servizio essenziale a chi vi abita e di conseguenza favorire lo spopolamento delle vallate che significa abbandono del territorio». Così interviene Maurizio Torterolo, capogruppo della Lega Nord in Regione Liguria, che ha presentato un’interrogazione urgente all’assessore al Commercio Guccinelli per conoscere quali misure la giunta intenda adottare a sostegno delle micro imprese dell’entroterra ligure.

«Ormai dovrebbe essere ben chiaro cosa comporti lo spopolamento del nostro entroterra – dice Torterolo – molti dei disastri naturali che si sono abbattuti sulla nostra regione, per ultima l’alluvione che ha colpito Genova e provincia, si devono alla mancata cura delle campagne, causata in gran parte allo spopolamento dei tanti piccoli centri e frazioni lontani dalla costa. La drastica riduzione dei servizi – da quelli del trasporto alla sanità – sommata alla chiusura di tante micro imprese rende sempre più difficile la permanenza nei centri dell’entroterra per gli anziani e per le famiglie in generale. Secondo un recente studio di Confartigianato, le piccole imprese nei Comuni “montani” sono calate del 4% tra il 2012 e il 2013, la peggiore performance del Paese, dove si registra una diminuzione media del 2,6%».

«E pensare che l’incidenza sociale dell’artigianato nei Comuni dell’entroterra ligure è ben superiore al dato della media nazionale: 33 imprese ogni 1.000 abitanti contro le 23 del resto d’Italia. Addirittura la provincia di Savona, con la Val Bormida e le altre vallate, ha la maggiore concentrazione di piccole imprese proprio nel suo entroterra, circa tre quarti del totale dell’artigianato provinciale. Le continue chiusure delle “botteghe” di montagna registrate negli ultimi due anni hanno quindi un doppio risvolto negativo: il depauperamento dell’economia generale della provincia e la drastica diminuzione di opportunità occupazionali per chi sceglie di vivere nell’entroterra».

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«Pensiamo sia necessario studiare provvedimenti urgenti, anche dal punto di vista della fiscalità, che da una parte tamponino l’emorragia in corso di piccole attività nell’entroterra e dall’altra attraggano i giovani ad aprire bottega o raccogliere il testimone di un’attività già presente da parte dei “colleghi” più anziani, assicurando anche la trasmissione dei saperi del territorio», conclude Torterolo.