“Articolo 18, un bene comune”: incontro dibattito a Vado

Venerdì 10 ottobre alle ore 20,45 nella SOMS “Pace e Lavoro” della Valle di Vado si terrà un incontro con i cittadini – organizzato dai circoli territoriali di Vado Ligure-Quiliano di Rifondazione Comunista e Sel – per discutere sull’art. 18. Interverranno Maria Gabriella Branca (avvocato del lavoro) e Giorgio Bonorino (dipendente Bitron); modera il dibattito Andrea Bosio.
«Il governo Renzi ora vuole cancellare definitivamente l’art. 18, aumentando sempre di più la precarietà del lavoro e rendendo i lavoratori sempre più ricattabili e sottomessi», dichiarano in una nota Valeria Ghiso (segretaria del circolo PRC Vado Ligure -Quiliano) e Nadia Ottonello (coordinatrice del circolo di SEL Vado Ligure-Quiliano): «In una realtà come quella di Vado e Quiliano dove moltissime imprese chiudono o riducono l’occupazione, se fosse attuata anche quest’ultima controriforma, il danno per i lavoratori sarebbe enorme e irrecuperabile. È quindi necessario che si operi una mobilitazione forte ed unitaria su tutte le tematiche del lavoro, dalla difesa dell’art. 18 dello Statuto dei lavoratori alla eliminazione delle forme di precariato, dal ritorno della contrattazione collettiva alla ricerca di strumenti che rilancino veramente la produttività e quindi l’occupazione».
«Come recita l’art. 1 della nostra Costituzione l’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro, così dice. La difesa dell’art. 18 dello statuto dei lavoratori è quindi una battaglia di civiltà democratica che guarda al futuro, non al passato. Lungi dal rappresentare un privilegio di pochi, il diritto alla reintegrazione in caso di licenziamento illegittimo non è solo il mezzo che permette ai lavoratori ingiustamente licenziati di poter di nuovo lavorare, ma è anche lo strumento per consentire ai lavoratori di poter esercitare i loro diritti e migliorare le loro condizioni di lavoro e di vita. L’eliminazione delle ingiustizie tra chi è tutelato dalla reintegrazione e chi no, obiettivo certamente condivisibile, passa attraverso la progressiva estensione delle tutele a chi non ce l’ha, non attraverso l’abrogazione di quelle che già esistono», concludono Ghiso e Ottonello.