Quota di Edilizia Pubblica, Melgrati: norma regionale potrebbe essere fortemente sperequativa per gli interventi border-line attorno ai 500 mq

Il capogruppo di Forza Italia Marco Melgrati interviene Marco Melgrati B1 00sull’interpretazione dell’art 26 bis della L.R n. 38/2007 e scrive una lettera all’assessore all’Urbanistica avv.to Gabriele Cascino, all’assessore alle Politiche Abitative ed Edilizia Giovanni Boitano e al dirigente Regionale dell’Urbanistica arch. Pier Paolo Tomiolo.


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«Infatti il comma l del predetto art. 26 bis prevede espressamente che “Gli interventi urbanistici ed edilizi comportanti insediamenti di edilizia residenziale sono tenuti a contribuire alla realizzazione dei nuovi alloggi ERP (Edilizia Residenziale Pubblica), nella misura del 10%”, coordinato con il comma 9, lett. b), che stabilisce che “Sono esclusi dall’obbligo di corrispondere la quota di cui al comma I gli edifici di nuova costruzione aventi ad oggetto unità destinazione d’uso residenziale la cui superficie agibile non sia superiore a 500 mq o a 1750 metri cubi di volume”. La legge lascia molti dubbi sulla sua interpretazione; se venisse acclarato che il legislatore Regionale (o gli uffici che hanno di fatto predisposto la legge) intendeva applicare la maggiorazione del 10% per recuperare fondi a sostegno della edilizia sociale pubblica a tutti quegli interventi che eccedono anche solo di un metro la soglia dei 500 mq (o dei 1750 mc.), in maniera non graduale, ma per l’intera quota di superficie, sarebbe sperequativo nei confronti di quegli interventi che non raggiungono di pochi metri tale soglia. Per assurdo un intervento di 499 mq. non pagherebbe la monetizzazione dell’Erp, mentre per un intervento di 501 mq. si dovrebbe pagare l’intera posta. I valori in ballo sono altissimi, perché il 10% che verrebbe destinato ai Comuni per l’Erp o alla Regione per l’Ers (edilizia Residenziale sociale) viene monetizzato, come recita l’art. 26 bis comma 8, sulla base “dei costi effettivi di costruzione nonché del costo dell’area, delle spese di progettazione, di direzione lavori e sicurezza, collaudo, oneri accessori e della quota delle relative opere di urbanizzazione”».

«Quindi, continua Melgrati, se l’interpretazione autentica, che chiediamo all’assessore Cascino e agli uffici Legislativi Regionali non fosse quella di una gradualità, applicando la norma solamente per la quota eccedente i 500 mq. o i 1750 mc., oltre al fatto sperequativo già evidenziato, si rischierebbe un vizio di legittimità costituzionale; infatti per esempio il Testo Unico dell’Edilizia (norma di rango nazionale) parametra in modo graduale ai carichi urbanistici degli interventi, come le disposizioni di un’altra legge Regionale, la Legge Regionale Liguria n. 49 del 2009, detta Piano Casa, prevede, all’art. 3 progressive percentuali di ampliamento da computarsi per la sola parte eccedente una determinata soglia. In questa lettera chiediamo se il legislatore regionale abbia voluto prevedere che la percentuale su cui calcolare la quota di alloggi ERP (o ERS) vada computata sulla sola superficie agibile a progetto che superi i 500 mq ovvero i 1750 metri cubi di volume urbanistico».

«Diversamente, conclude Marco Melgrati, come gruppo di Forza Italia, daremo battaglia su una legge sulla quale abbiamo espresso forti perplessità, votando contro in Consiglio Regionale e in Commissione, ritenendo questo 10% imposto per legge una ulteriore gabella a imprenditori e aziende impegnate in un settore in grave crisi come quello dell’Edilizia, già colpito dalle norme introdotte dal governo nazionale come l’IMU e la ventilata prossima revisione delle aliquote catastali, che si annuncia come ulteriore mannaia sulla filiera dell’edilizia, già fortemente penalizzata dalla congiuntura e dal mercato».