di Alfredo Sgarlato – Terzo e, purtroppo, ultimo appuntamento per la rassegna “Live in Albenga” con gli eclettici Gnu Quartet. Sono preceduti sul palco dall’esibizione di Neve Su Di Lei, cantautrice genovese autrice di un primo disco, “Cerco la bellezza”, che ha ricevuto buona accoglienza da parte della stampa specializzata. Accompagnata da Daniela Piras ai flauti. Neve Su Di Lei, il cui nome d’arte omaggia la prima moglie di Toro Seduto canta un set di delicate ballate medioevaleggianti, accompagnandosi con uno stile chitarristico molto personale, basato su accordature aperte.
Quindi ecco, presentati dal mitico Il Cala, salire sul palco gli Gnu Quartet. Secondo una leggenda africana lo Gnu nasce da una serie di incroci tra specie animali diverse: così la musica del quartetto, che di volta in volta si scopre inserito in un genere a seconda dei gusti del critico di turno. Il violoncello di Stefano Cabrera viene suonato come una chitarra, violino e viola, Roberto Izzo e Raffaele Rebaudengo, percuotono le casse degli strumenti e anche il flauto di Francesca Rapetti è usato in funzione ritmica. Parte un ritmo di reggae, ma ben presto si riconosce la melodia: è “Beat it” di Michael Jackson. Altrettanto stravolte, con ottimi risultati, sono composizioni dei Muse, di Battisti, di De Andrè. Il gruppo presenta il nuovo disco “Karma”, dedicato al progressive rock, da cui scelgono “Peaches en regalia” di Frank Zappa, da quell’ “Hot rats” che per il vostro cronista e penso per molti altri è il disco della vita. La loro cover è assolutamente all’altezza dell’originale e a questo punto qualsiasi ascoltatore potrebbe essere felice.
E invece gli Gnu Quartet presentano alcune loro composizioni e il concerto sale ulteriormente di tono. “Stereotaxis”, tratta sempre da “Karma”, è un’ autentica breve suite in cui diverse linee melodiche, tutte molto suggestive, si susseguono creando l’effetto di un film per le orecchie. Il gruppo presenta alcuni brani autografi, scritti dal violoncellista Cabrera, molto interessanti sul piano compositivo, non hanno ancora titolo e sono presentati come “Idea 9”, “Idea 10”. Gli archi si alternano in funzione melodica e in funzione ritmica, l’assenza della batteria non si nota assolutamente. Il flauto mima la voce, senza strabordare negli effetti alla Roland Kirk troppo di moda.
Dopo il rock stradaiolo di Garland Jeffreys e il folk rock de L’Orage, la musica senza confine degli Gnu Quartet, che ha incantato il pubblico che ha stipato l’incantevole scenario di Piazza San Michele, illuminata da un faro che visto di sbieco sembra un cinghiale. Chapeau all’Associazione Zoo che in tempi di crisi tiene alta la bandiera della musica e un plauso all’Amministrazione Comunale che ha creduto il loro. E la musica ad Albenga non si ferma, il 19 e 20 Rapalline Jazz festival con Greg Burk e Franco Cerri.