Premio Città di Loano, tradizione e avanguardia si incontrano

dindundi Alfredo Sgarlato – Terza giornata per la decima edizione del Premio Nazionale per la Musica Tradizionale. Ieri sera i confini della tradizione si sono allargati oltre i limiti dei generi musicali, grazie all’ esibizione dei Din Dun, classificati quarti col nuovo disco “Majin”. Attorno alla straordinaria tecnica vocale di Alessandra Patrucco il pianoforte preparato di Angelo Conto e la ghironda elettrificata da Francesco Busso tessono trame sonore che partono da melodie o testi raccolti sul campo. La Patrucco ha una preparazione che le consente di interpretare la musica popolare così come il jazz o l’avanguardia: improvvisa sulle melodie portandosi sulle tonalità più acute, eppure non sembra mai sforzarsi. Sa, come fanno i musicisti più grandi, nascondere la sua tecnica prodigiosa mettendola al servizio dell’espressività. Accanto a lei il pianista Angelo Conto sfrutta tutte le possibilità del suo strumento, dal fraseggio minimale al ritmo percussivo, al controcanto più dolce, anche sfregando le corde dello strumento. La ghironda di Francesco Busso ricama come un violino o batte come un contrabbasso. Non siamo distanti dal lavoro di una gigante come Meredith Monk; gli integralisti per cui tradizione è ripetere alla lettera antiche mazurche avranno storto il naso, ma sono esibizioni come questa dei Din Dun o negli anni scorsi quelle dei Mascarimirì o dell’Orchestra Bailam a fare del Premio Città di Loano un festival tra i migliori d’Italia. Per via della pioggia la serata si è tenuta al chiuso della biblioteca, ma forse non è stato un male perché l’atmosfera raccolta ha giovato nel creare pathos e complicità tra musicisti e pubblico, che ha applaudito fragorosamente i tre magnifici musicisti.

La serata si era aperta con la consegna del premio per la realtà culturale, consegnato dal Sindaco Luigi Pignocca a Mauro Balma, il maggiore ricercatore ligure di musica popolare, e ha avuto il consueto gustoso antipasto pomeridiano, quando Mimmo Cavallaro ha presentato il nuovo disco “Sacro et profano”, il quinto nella sua carriera. Cavallaro, cantante e suonatore di chitarra battente calabrese, ha indagato a lungo tra le melodie della sua terra, e accompagnato da Alfredo Verdini a percussioni e lira calabrese e Andrea Simonetta alla chitarra, racconta e canta storie da un mondo che il tempo non ha cambiato. Canta l’amore, quello romantico e quello impossibile, e la devozione popolare, come quella per la Madonna delle rocce, il cui culto diventa occasione di festa, fondendo appunto sacro e profano.cavallaro

Oggi ancora un doppio appuntamento, al pomeriggio Enrico De Angelis, Direttore Artistico del Premio Tenco, parlerà delle grandi cantanti urbane, come Gabriella Ferri o Milly e alla sera Mimmo Epifani, virtuoso mandolinista quarto a pari merito coi Din Dun col disco “Pe’ i ndò”. In caso di pioggia esibizioni alla biblioteca e al Cinema Loanese.

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Foto di Ciro De Rosa