Arriva “Savona in giallo”: otto scrittori raccontano la Savona del delitto

Uscirà nei prossimi giorni (e sarà presentato ufficialmente da Bepi Benzo Savona in giallo (copertina)alla Festa dell’Unità di Savona il 23 luglio alle 18,30) la raccolta di racconti intitolata Savona in giallo e pubblicata dall’editore De Ferrari di Genova (180 pagine, 10 euro).

Il libro vede il ritorno al giallo, dopo molti anni, del pioniere savonese del genere, Daniele G. Genova, e il debutto assoluto dell’autore televisivo Felice Rossello. Insieme a loro ci saranno Daniela Piazza, reduce dai successi del suo Il tempio della luce pubblicato da Rizzoli, il giovane e talentuoso Francesco Basso, lo storico giornalista di nera genovese (e autore di memorabili gialli) Max Mauceri, il funambolico scrittore di noir e di teatro Maurizio Pupi Bracali e la coppia costituita da Elena Buttiero e Ferdinando Molteni che tanti consensi hanno raccolto col loro romanzo Il trillo del diavolo.

E proprio Molteni è il curatore della raccolta e autore di una prefazione nella quale si rintracciano le radici savonesi del giallo italiano: «Savona, nella storia del giallo nazionale, ha il suo posto fin dall’inizio. E l’inizio data al 1931, quando nella neonata serie dei Gialli Mondadori (inaugurata nel 1929 da La strana morte del signor Benson di S.S. Van Dine) esce Il sette bello di Alessandro Varaldo, il primo giallo italiano ad essere pubblicato nella collana che, di quel genere, farà la storia. Alessandro Varaldo – definito, qualche anno dopo, sulle pagine della rivista mondadoriana “Il Cerchio Verde” come «il creatore del giallo italiano» – era nato a Ventimiglia il 25 gennaio 1876 da padre savonese, Giuseppe, e madre intemelia, Eugenia Rolando. Allievo, al ginnasio, di un allievo di Carducci, debuttò nelle patrie lettere a Genova, dove la famiglia si era trasferita sul finire del secolo. Autore prolifico ed eclettico – si cimentò nella poesia, nel teatro, della novella, nel romanzo, ma anche nel giornalismo e nella saggistica – fu intellettuale di fama nazionale, fondatore della Siae nel 1920 e successore di Silvio d’Amico alla guida dell’Accademia d’arte drammatica. Ma nel suo palmarès, si diceva, vi è anche la pietra angolare del giallo italiano: Il sette bello appunto.»

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Poi Molteni continua raccontando come, nella genesi del primo giallo italiano entri addirittura la Madonna di Misericordia di Savona.

Tante le curiosità nel libro, dunque. Tra queste: un racconto costruito unicamente sui messaggi di una chat-line, un episodio ambientato durante la processione del Venerdì Santo e una pagina noir ispirata ad una poesia di Beppin da Cà.