Il Battistero di Albenga, sedici secoli di storia: presentato il nuovo lavoro di Mario Marcenaro

di Sandra Berriolo – Presentato ieri pomeriggio, alla Curia Vescovile, il Marcenaro battisteronuovo lavoro di Mario Marcenaro, edito da Delfino Moro. Si tratta degli aggiornamenti sulle recenti indagini archeologiche seguenti al primo volume: “Il Battistero di Albenga, sedici secoli di storia” del 2006. Il volume, in una bella veste grafica, presenta anche riassunti dei testi in francese, inglese e tedesco, oltre a 188 foto relative ai lavori eseguiti sul Battistero, a fonti d’archivio, piante e disegni e ovviamente le parti decorative in essere attualmente.

Dalla prefazione di Gisella Cantino Wataghin: «c’è un confronto continuo operato tra le analisi del Battistero e lo sviluppo di nuove ricerche sul terreno che ha portato tra il 1998 e il 2007 a una serie di indagini di scavo, funzionali al risanamento del vano ma anche mirate al recupero di informazioni sui non pochi punti oscuri che l’edificio ancora presenta. Il lavoro di Marcenaro perciò riprende una serie di problemi relativi alla vicenda critica, al contesto, includendo quanto detto in precedenza: novità da intendersi non solo nel senso di nuove scoperte ma piuttosto in quello di riconsiderazione di problemi che dal fatto locale si aprono ad un orizzonte più vasto».

Opportunamente nel volume sono richiamati il ruolo di Albenga negli equilibri provinciali, i dati conosciuti sull’organizzazione diocesana della regione e su quella del territorio. «Viene richiamata anche la scoperta recente del battistero realizzato nell’ambito delle terme romane sottostanti S. Clemente. Esso obbliga ad uscire dal modello chiesa episcopale/battistero come centri esclusivi della cura d’anime delle città dell’Occidente tardoantico. Infine da rilevare che in quest’opera la presentazione del contesto storico e le analisi della struttura, degli apparati decorativi, dei dati di scavo del Battistero si alternano a pagine dedicate alla sua vicenda storiografica e ai protagonisti di quest’ultima. Ciò consente anche ai visitatori -cui il volume è anche destinato – di apprezzare quanto le nostre conoscenze debbano al lavoro di predecessori anche lontani, nel bene e nel male».

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