Unione dei Comuni della Val Maremola: critiche dal”associazione Carmo Unito

Nei giorni scorsi, su iniziativa del sindaco di Tovo San Giacomo, s’è svolto Penna letteraun incontro tra i sindaci dei comuni di Borgio Verezzi, Giustenice, Magliolo, Pietra ligure e Tovo San Giacomo per verificare la fattibilità dell’Unione dei Comuni (vedi qui nel Corsara 13-6-2014).


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«Noi, che in tempi non sospetti avevamo prospettato l’urgenza di questa operazione, avremmo alcune osservazioni da proporre», dichiarano in una nota i militanti dell’associazione Unione dei Popoli e Comunità per il Carmo Unito: «l’iniziativa del sindaco di Tovo rappresenta un tentativo di adempiere a un obbligo di legge, evitando che l’Unione dei Comuni avvenga solo tra i comuni dell’entroterra con l’esclusione dei più ricchi comuni rivieraschi. È appena il caso di ricordare che i comuni con meno di 10.000 abitanti, 3.000 se in località montana, sono obbligati a creare l’Unione dei Comuni per l’esercizio obbligatorio delle funzioni fondamentali (L. n° 56/2014)».

«Ci viene il sospetto – proseguono – che il tavolo di lavoro che si è aperto abbia affrontato esclusivamente questioni tecniche, non sociali e politiche. Si cerca di consorziare servizi, accedere a fondi, risparmiare soldi: propositi importanti e sensati, ma che non tengono conto del nodo centrale, ossia creare una comunità migliorandola strutturalmente e culturalmente. Si corre il rischio in questo modo di ripetere quanto accaduto nella formazione dell’Unione Europea: il predominio della grande speculazione finanziaria ed economica ha reso complice la politica che, invece, con il suo primato, avrebbe dovuto tutelare i principi democratici e i diritti dei cittadini e delle cittadine. Se ciò accadesse anche nella formazione dell’Unione dei Comuni della Val Maremola, il tessuto sociale interessato da questa operazione sarebbe ancora una volta escluso, estraneo, poco informato e disinteressato. Gramsci avrebbe parlato di cadornismo: i generali elaborano strategie a tavolino, mentre l’esercito va incontro alla disfatta di Caporetto».

«A nostro avviso non è sufficiente consorziare i servizi per le comunità della Val Maremola, ma occorrerebbe coinvolgere tutti i comuni del bacino orografico del Carmo, quindi anche Balestrino, Boissano, Borghetto, Loano e Toirano; i sindaci in questione dovrebbero cogliere l’occasione per promuovere una nuova socialità, sul modello, per esempio, delle comunità vicinali e dei gruppi di auto aiuto da noi proposti affinché l’Unione dei Comuni possa essere davvero solidale, responsabile, partecipata e… unita nella sostanza oltre che nella forma», concludono.