di Claudio Almanzi – L’Altamira Cooperativa ha organizzato la mostra “MetropolisArt” presso lo “Spazio San Michele”: si tratta della personale di Anita Oliveri, molto apprezzata per le sue opere in ceramica che si presenta però questa volta a Savona con una serie di nuovi lavori pittorici dedicati ai vari aspetti dell’urbanizzazione e del rapporto fra l’ uomo e la città.
La stessa artista ha voluto anticiparci una prima chiave di lettura del suo lavoro che verrà presentato (come detto allo Spazio San Michele) a partire dal 13 giugno: “Con grande entusiasmo – ci ha commentato la Oliveri- sto preparando questa mostra avendo come cornice la bella Cappella di San Michele che spicca con la sua imponente presenza ricordando tempi migliori. Oggi, ahimè, questo edificio è relegato a fare isola nel traffico cittadino. Ho scelto di esporre quindici tele, trenta per trenta. Usando l’acrilico, ho creato paesaggi onirici e mentali. Con la forza del rosso, il bianco e il nero cerco di sviscerare umori temperati dalle tante sfumature di realtà urbana”.
La mostra resterà aperta tutti i giorni con il seguente orario: dalle 16 alle 19, dal martedì al sabato. “Si tratta – dice il noto esperto d’arte e collezionista Armando D’Amaro- di una interessante mostra che consentirà a coloro che ancora non conoscono questa artista di Vado Ligure, di prendere contatto con le sue belle, originali e poetiche opere. Anita Oliveri, molto nota soprattutto per la ceramica e per le sue creazioni su carta è una delle più interessanti artiste ponentine in attività”. La Oliveri, che è nata e lavora a Vado Ligure, ha all’attivo oltre cento mostre e sue opere si trovano in musei, enti pubblici ed in importanti collezioni private. Ha all’attivo anche una serie di premi e riconoscimenti in importanti manifestazioni, anche di livello internazionale, come quelli di Lione, Nantes, Tolosa, Brescia, Genova e Sanremo: “Nel mondo dell’arte di oggi- dice la Oliveri- mi sento un po’ una figura fuori dal coro, Sono cresciuta in un paese dove la presenza di personalità trainanti ha segnato un solco fecondo che si sente ancora oggi”.
Fondamentale per il suo sviluppo artistico sono stati i soggiorni e gli incontri con artisti francesi: “È stata una vera e propria palestra di maturazione artistica l’ambiente che ho avuto modo di conoscere in particolare a Nizza e Mougins”. Sempre in bilico fra l’informale e l’astratto, le sue creazioni sono sempre frutto di sperimentazioni: linee, colori, grovigli, intrecci, profili non si ripetono mai ed il gioco creativo è imprevedibile. Nelle terracotte invece è più forte il legame con la realtà ed in particolare, con la natura dalla quale trae le maggiori ispirazioni.