Finalborgo: le “Assonanze” di Gian Genta in mostra nel complesso monumentale di Santa Caterina

di Claudio Almanzi – Grande occasione per gli amanti dell’arte Gian Genta a modo mio editedcontemporanea: in questi giorni (e fino al 22 giugno) è infatti possibile visitare una mostra molto interessante nel complesso monumentale di Santa Caterina, nel centro storico di Finalborgo.


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“Assonanze” è il titolo della personale di Gian Genta ospitata all’Oratorio de’ Disciplinanti a cura dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Finale Ligure: “Gian Genta – dicono gli organizzatori- ha tentato di intraprendere un percorso originale nel mondo dell’arte contemporanea, assimilando al linguaggio scultoreo il linguaggio pittorico gestuale intimo ed inconscio, con particolari aspetti fotografici che superano il confine, il limite e le mutazioni della quarta dimensione. Cercando di dimostrare che pur nelle sostanziali differenze espressive esiste nell’arte la possibilità di interpretare qualcosa di diverso Gian Genta individua che non esiste separazione per chi osserva l’uno col tutto, ma, il tutto è connubio che può esistere solo nella quinta dimensione che è quella del sentire dentro”.

Si tratta dunque di una occasione unica per ammirare le opere dell’artista savonese che ha iniziato la sua fortunata carriera artistica con la Decima Quadriennale di Roma e partecipato alla Biennale veneziana del 2011. La personale a Santa Caterina è già stata visitata da un folto pubblico e sta suscitando l’interesse della critica.

Gian Genta viene considerato uno degli scultori ceramisti più validi del panorama nazionale ed internazionale. Protagonista della scuola albisolese degli anni Sessanta e Settanta ha avuto quali compagni di viaggio grandi maestri quali Fabbri, Jorn, Lam, Fontana e Sassu. “Le opere di Gian Genta – dice lo scrittore e collezionista Armando D’Amaro- sono un tripudio di forme e colori. Le assonanze a volte nascono da esperimenti involontari, da creazioni volute o casuali, da tentativi ottenuti attraverso contaminazioni di materiali, da reminiscenze greche ed africane, da intuizioni luminose e da un personale sincretismo che lo rendono uno dei più grandi maestri contemporanei”.