Ex Stoppani, Piredda: “Cinquecento giorni per uscire dall’emergenza ambientale”

«Riconosco l’impegno dell’assessore Briano nell’aver messo sempre la maruska pireddafaccia su questa annosa situazione che costituisce una delle maggiori emergenze ambientali del Paese. Auspicando che siano rispettati i 500 giorni indicati dall’assessore per la demolizione e decontaminazione dell’area Nord (edifici inquinati e non) e per lo smaltimento rifiuti dell’ex Stoppani di Cogoleto in impianti autorizzati, non ritengo sufficienti le rassicurazioni date in merito agli step della prossima messa in sicurezza che, a quanto è stato relazionato, non comprende interventi di rilievo sui pozzi di emungimento, assolutamente necessari per arginare gli eventuali sversamenti di materiale contaminato all’interno delle falde acquifere e in tutta l’area circostante. Arpal, a cui la regione Liguria ha affidato nel 2000 l’attività di monitoraggio ambientale con particolare attenzione alle acque (superficiali e sotterranee) e al suolo, ha confermato l’esistenza di fenomeni di inquinamento derivanti sia dalle attività industriali pregresse sia da episodi di rilascio inquinanti». Così Maruska Piredda, consigliere regionale del Gruppo Misto, che questa mattina ha presentato un’interrogazione urgente sulla messa in sicurezza del sito dell’ex industria chimica Stoppani.

«Ricordo che, fino al 2012 – spiega Piredda- sono stati spesi circa 40 milioni di euro: non ancora sufficienti per la definitiva messa in sicurezza per cui sarebbero necessari ulteriori 25 milioni, 15 solo per concludere interventi prioritari come lo smantellamento e la decontaminazione degli edifici e la messa a norma della discarica di Molinetto dove conferire parte dei rifiuti. Anche al netto dell’Iva, come precisato dagli uffici del dipartimento Ambiente, la cifra destinata a una messa in sicurezza, non ancora terminata, mi sembra davvero notevole. Se poi aggiungiamo che la stima della definitiva bonifica si aggira sugli 840 milioni di euro, penso sia indispensabile un attento monitoraggio del reale avanzamento dei lavori e dei risultati ottenuti».

«Nonostante le rassicurazioni e gli impegni espressi dall’assessore Briano, non possiamo nascondere alcune perplessità. In primo luogo sulla dotazione dei pozzi di emungimento – che sappiamo da fonti giudiziarie aver subito negli anni alcune chiusure non ammaesse – e degli impianti di depurazione, ridotti ormai da anni a una sola unità, mentre, per legge, dovrebbero essercene almeno due funzionanti. Anche l’attuale barrieramento idraulico, in una relazione di Arpal del 2007, è definito solo come una semplice dichiarazione di intenti per la futura realizzazione».

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«Infine – conclude Piredda – in merito ai progetti di riconversione delle aree, aspettiamo che siano dati maggiori particolari sull’eventuale realizzazione di impianti sportivi, villaggi turistici o, addirittura, parchi marini, in una zona che per 60 anni è stata deturpata dai veeni di una delle industrie più inquinanti d’Europa».