Loano: a Palazzo Doria prosegue la mostra personale di Ferdinando Marchese

Prosegue, a Loano, nel Palazzo Doria la mostra personale di Ferdinando Loano Frammenti F. Marchese 2Marchese, “Frammenti”, promossa dall’Assessorato al Turismo, Cultura e Sport del Comune di Loano.


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Ferdinando Marchese, nato a Termini Imerese nel 1956, vive in Liguria dal 1964 e insegna a Loano nella scuola primaria. È maestro da molti anni e ha lavorato con bambini dai tre ai dieci anni, istituendo nelle scuole numerosi laboratori d’arte grafico-pittorica e di ceramica. Marchese è legato all’arte e alla creatività ed è promotore di Phylosophy for children, un progetto basato su un’attività filosofica vera e propria che ha come obiettivo quello di portare se stessi verso un pensiero critico e creativo e di educare l’alunno all’ascolto, al pensiero e alla prassi democratica.

Ha iniziato a dipingere in giovane età sotto la guida del professor Ferdinando Fioretti di Bra. Ha approfondito e sviluppato le tecniche pittoriche come autodidatta fino all’incontro con il pittore spagnolo Albert Barreda, che l’ha introdotto nella dimensione dell’astrattismo e della didattica dell’arte in ambito scolastico. Con lo stesso ha iniziato una stretta collaborazione dal 1986, attività che l’ha condotto a Vic, Barcellona e Madrid alla ricerca di nuove fonti d’ispirazione.

Ha tenuto la sua prima mostra importante presso la galleria Ghisolfi di Loano nel 1988, seguita dalla personale del 1989 presso la galleria “Il Brandale” di Stelio Rescio a Savona. Seguono poi una serie di numerose mostre presso la Galleria civica di Albenga. Sono molteplici le partecipazioni a mostre collettive in Italia e all’estero, tra le quali Quipu, interpretazione non celebrativa della scoperta dell’America nell’anno delle “Colombiadi” presso il palazzo comunale di Savona e villa Groppallo a Vado Ligure.

La mostra resterà allestita al secondo piano del Palazzo Comunale, nella sala Mosaico, fino all’11 maggio ed è visitabile tutti i giorni dalle 9.00 alle 19.00.

La critica d’arte Silvia Bottaro ha scritto sulla mostra: “… Vuoti oceanici sembrano prendere forma nel gorgo del colore: rossi purpurei consapevoli delle tragedie cosmiche, gialli dorati e bianchi e burnei in una sorta di pulviscolo atmosferico dove vi sono frammenti, frantumi, particelle, rottami di volti, paesaggi, civiltà, luoghi posti in un continuo eterno conflitto d’acqua, di aria, di cielo, in un vortice incostante, capriccioso di alghe, limo, rena. Vi è un intreccio, in un gioco quasi prospettico di isole, di coste, di terra e di mare: uno scarto fantastico, in qualche modo epico, solenne. Siamo di fronte, a mio parere, ad opere pulsanti dal di dentro a cui corrispondono preoccupazioni, emozioni che hanno, comunque, una dimensione più ampia, planetaria”.

“La coscienza dell’uomo è un argomento vicino alle corde di Marchese che pare volerla mettere al centro, in qualche modo, della sua investigazione artistica: i colori del cammino umano hanno qualcosa di sacro in sé, fino a raggiungere i quattro elementi – acqua, fuoco, terra, aria- della creazione. Il viaggio appassiona, fin dalla nascita ci appartiene. È partenza ed arrivo, è desiderio di qualcosa ancora sconosciuto, ma è, pure, conoscenza, cambiamento, esperienza, tradizione, futuro. Nelle opere di Marchese sono in contrasto, ma con una musicalità intima, la dimensione emotiva e quella spirituale legate, sempre, ad ogni partenza e conseguente ritorno, ma è indispensabile il pensiero per avviare sia un viaggio solitario o di gruppo verso la propria, oppure verso la scoperta di una meta”.