Lavoratori, sciopero generale della provincia di Savona: “servono interventi concreti di Governo e Istituzioni”

di Fabrizio Pinna – 30 mila disoccupati, 32 mila poveri, giovani senza Parlamento Aula 01opportunità e lavoratrici e lavoratori di 40-50 anni espulsi dal mercato del lavoro e con quasi nessuna possibilità di rientro: sono alcuni dei dati drammatici della profonda crisi che sta attraversando la provincia di Savona, ricordati oggi in Piazza Sisto IV dai tre segretari provinciali dei sindacati – Fulvia Veirana (Cgil), Claudio Bosio (Cisl) e Giuseppe Giangrande (Uil) – in occasione della manifestazione per lo sciopero generale “di protesta e di proposta”, per così dire.


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Tra i presenti, anche l’assessore regionale al lavoro Enrico Vesco e l’on Anna Giacobbe, ex sindacalista a sua volta, la quale già ieri riconosceva che “il Governo non ha ancora assunto la questione savonese con la dovuta attenzione”: “dobbiamo assumerci, ciascuno per la propria parte, la responsabilità di individuare una via d’uscita per le emergenze più gravi e per ricostruire le condizioni di uno sviluppo economico e sociale, a partire non solo dai problemi, ma anche dalle opportunità che nel nostro territorio ci sono”.

Ma al momento, in provincia di Savona, continuano ad essere più i problemi che le soluzioni concrete e le risorse messe in campo per invertire la rotta. Oltre 450 aziende chiuse dal 2010 al 2013: sterminato in tutti i settori economici l’elenco delle imprese che hanno già subito il tracollo, senza contare quelle che oggi sono a forte rischio di diventare – senza adeguati interventi anche governativi – nuovi motori di disoccupazione invece che di ripresa e sviluppo. “La situazione non è più sostenibile in quanto la crisi, oltre al comparto industriale, ha paralizzato l’edilizia”, ripetono ancora una volta i sindacati: “i consumi si sono fortemente ridotti, penalizzando anche il settore commerciale e l’artigianato. Contemporaneamente, la ‘spending review’, da un lato ha cancellato centinaia di posti di lavoro, dall’altro ha peggiorato le condizioni di chi un lavoro ce l’ha, riducendo diritti e redditi (vedi il blocco dei contratti pubblici), senza peraltro produrre nuove efficienze”.

Insufficienti gli “strumenti” a disposizione degli enti locali e sempre precaria la politica economica nazionale, quello che continua a mancare è, appunto, anche un necessario forte intervento da parte Governo, “con investimenti specifici che consentano il rilancio delle produzioni nel savonese e la copertura degli interventi sugli ammortizzatori sociali”. Tra le priorità indicate dai sindacati, la convocazione urgente dei tavoli di crisi interministeriali che riguardano l’economia e le vertenze del nostro territorio.