Albenga, un gran finale per la rassegna di Kronoteatro

di Alfredo Sgarlato – Si chiude ad Albenga la stagione teatrale In-fondo-agli-occhi--780x450organizzata da Kronoteatro e intitolata “In trincea”, a sottolineare le difficoltà che incontrano l’arte e la cultura nel nostro paese e la volontà di un manipolo di coraggiosi di continuare a crederci.


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Tra questi coraggiosi c’è Gianfranco Berardi, rivelazione della scorsa stagione con “Io provo a volare”, visto poi in tv accanto al grande Stefano Bollani, che stavolta propone “In fondo agli occhi”, scritto e interpretato con Gabriella Casolari per la regia di Cesar Brie (apprezzatissimo qui da noi con l’esilarante “120 kg di Jazz”). Doppiamente coraggioso Berardi: sia perché crede nel teatro, sia perché porta in scena il proprio handicap facendone lo spunto per il testo. Berardi entra in scena in giubbotto di pelle e mutande rosa e si scatena in un rap dai toni molti punk: non risparmia nessuno, neanche sé stesso. Quindi entra in scena la sua partner, Gabriella Casolari, siamo in un bar, lui è Tiresia, cieco ma con la capacità di vedere oltre le cose, lei è Italia, nome non casuale, donna delusa, abbandonata, resa cinica dalla propria vita sprecata.

I due dialogano, rilanciano luoghi comuni sul paese, il matrimonio, gli uomini, le donne, sia in chiave satirica che intimista. Ci fanno ridere e ci fanno riflettere. Scendono anche tra il pubblico, dialogano con quelli delle prime file. Berardi non sta fermo un attimo, è una forza della natura commentano in sala, infatti è magrissimo, la sua recitazione è esplosiva, con ricorsi momentanei ad accenti dialettali che lo umanizzano, altrimenti tanta bravura sarebbe perfino strabordante. Gabriella Casolari è compagna di scena perfetta, più volutamente sottotono, nel rendere una donna all’apparenza sciatta ma puntuale nel rintuzzare gli attacchi del partner in scena. Il dialogo è frizzante, ambedue si alternano nel rappresentare l’ingenuo, il sognatore, il deluso, l’amante tradito e quello farfallone, insomma il perfetto italiano che c’è in tutti noi.

Molti applausi durante la rappresentazione e poi alla fine, coi due attori che tornano continuamente in scena e riescono a trasformare i saluti finali in un vero e proprio bis. Quindi il ringraziamento per quelli che definiscono i veri eroi: i ragazzi di Kronoteatro che organizzano la rassegna e il pubblico presente che rinuncia alla tv per uscire di casa e andare a teatro. Gli artisti amano Albenga e Albenga ama gli artisti.