Trascendenza e materia: ad Albissola l’arte di Giannetto Fieschi (1921-2010)

Sarà inaugurata il giorno 5 aprile alle ore 17.30, nelle sale di Via Isola 40, Giannetto Fieschi  01la mostra personale “Giannetto Fieschi. Trascendenza e materia”. Questo progetto espositivo, patrocinato dal Comune di Albissola Marina, è curato da Riccardo Zelatore e rende omaggio a uno tra i più originali interpreti dell’arte italiana. In particolare, l’esposizione presenta una selezione di opere in ceramica di Fieschi (1921 – 2010) realizzate nelle manifatture albisolesi tra il 2001 e il 2004 e documenta questo singolare aspetto della produzione artistica, territorio di sperimentazione plastica e ricerca coloristica.

“Chi voglia accettare e comprendere appieno e non solo epidermicamente l’opera ceramica di Giannetto Fieschi deve condividere, almeno in parte, una premessa. Solo così potrà rendersi conto della forza espressiva e dell’autenticità delle sue composizioni”, spiega il curatore della mostra. “L’avanguardia surrealista di Fieschi sorge, ovviamente, non in ambito ceramico. Artista colto, aristocratico e visionario, Fieschi elabora un’autentica teologia della pittura, sia per la tecnica impeccabile sia per la complessità iconologica. L’autore si agita tra suggestioni religiose e angosce individuali elaborando una pittura ascetica in perpetua ricerca alle eterne domande dell’uomo, in una tensione individuale psicologica e formale al limite dell’espressionismo”.

Nel periodo tra il 2001 e il 2004, con grande energia creativa, l’artista ha prodotto vasi, piastre, piatti, opere che non impongono quell’atteggiamento di serietà e di contemplazione religiosa che molti suoi dipinti sembrano pretendere. Le linee e i colori sono più tersi, più sereni, quasi a cercare un contenuto rimando all’astrazione classica, ordinando le forme in uno spazio di atmosfera metafisica.

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“Questi lavori appaiono più liberi, sotto ogni punto di vista, finemente dipinti sull’ingobbio, sul quale Fieschi rivela la sua capacità, davvero singolare, di tradurre ritmi, volumi e atmosfere in valori grafici. Attraverso un segno indagatore sempre elegante nella raffinatezza della linea e con la ricercata ma ferma gentilezza propria del suo aulico parlare, Fieschi misura anche sulla ceramica un ordine cromatico di antica raffinatezza. Egli usa una gamma di colori che sconfinano dai rossi ai rosati, agli aranci, ai gialli, ai verdi, ai violacei, ai blu con accostamenti audaci ma sempre equilibrati nella sapiente sinfonia luminosa. A volte emergono atmosfere quasi monocrome per significare, silente o urlante senza differenza, l’anelito a colmare la distanza tra il proprio sé e una condizione esistenziale collettiva, dove la vita è ogni giorno lotta alla sopravvivenza e ricerca di comunicazione”.

L’attenta frequentazione delle fornaci e delle manifestazioni albisolesi risale già agli anni Sessanta; da allora Fieschi ha coltivato con curiosità ulteriori elementi espressivi specifici per una evoluzione plastica e coloristica della sua poetica. Egli ha saputo approfittare della sapienza tecnica dei figuli locali e rivolgerla al suo personale linguaggio d’arte. Ecco allora che il supporto di Giovanni Poggi presso le Ceramiche San Giorgio, di Ernesto Canepa per lo Studio Ernan Design e di Marco Tortarolo dell’omonima manifattura per le ultime realizzazioni, mediato attraverso la collaborazione di un generoso e appassionato Vito Quarati, ha permesso la creazione di una importante collezione ceramica del maestro genovese. Una misurata campionatura di questo lavoro è ora proposta in mostra dal sempre attento Franco Balestrini che, ancora una volta, non ha lesinato disponibilità e apertura intellettuale.

Ma torniamo al “divino” Giannetto (come era solto farsi appellare): “L’artista – ricorda Zelatore – pur influenzato da riferimenti e culture passate, testimoniati da una sorta di arcaismo presente nei suoi lavori, è nello stesso tempo proiettato a sintetizzare l’attuale momento storico e interpretarlo in modo personale e originale. Sembra quasi di intuire l’aspirazione a immergersi nel grande corpo della natura, il tentativo di recuperare la primigenia armonia fra sensibilità e ragione, fra mente e corpo, per una riconciliazione con se stessi e il mondo. Nasce un’arte ricca di stimoli e complessa nella lettura, un’arte seria e rigorosa ma nel contempo emozionante ed eccitante, un’arte che si inserisce prepotentemente nel dibattito contemporaneo. E se ai lavori di Giannetto Fieschi chiediamo sicurezze visive, simboliche e culturali questi rispondono immediatamente secondo un apparato simbolico pienamente manifestato: il demone, lo specchiamento di volti, l’apparizione, il doppio, il narciso, la mano, l’occhio, l’arcaico, il mistero, i simboli geometrici e astronomici, lo schema dell’animale e della pianta egualmente esoterici, sono soltanto alcune delle figure linguistiche che l’artista mette in scena e consegna ad una visione apparentemente acuta ma non immediatamente evidente”.

La creazione artistica in Fieschi passa prima attraverso il dato emotivo e dopo aver colto l’intento della figurazione come elemento significante, è condotta con estrema consapevolezza sul piano intellettuale ed estetico: “La sua arte può essere solo tensione verso la scoperta di verità esistenziali e come tale si pone fuori da ogni categorizzazione”.

La mostra sarà visitabile sino al 4 Maggio 2014 – Orario: 16:00-18:00; domenica e lunedi chiuso. Ingresso libero

Giannetto Fieschi è nato il 10 Giugno del 1921. Discende dalla della storica medievale Famiglia ligure dei Fieschi che annovera tra i suoi antenati una Santa, due Beati, i Pontefici Innocenzo IV ed Adriano V e numerosi personaggi di spicco in campo militare, religioso, culturale, sociale e scientifico. Nel 1937 ad Aflenz incontra e frequenta Paul Klee. Interrotti g li studi in medicina soggiorna, conseguite borse di studio, a Parigi (1952) e New York (1953). Tra il ’53 ed il ’55 frequenta i corsi di incisione di Harry Sternberg:“la complessa situazione della realtà umana statunitense, in forte deriva esistenziale per le disparità sociali e le proporzioni reazionarie assunte dal maccartismo” suscitarono i collage “Qualcosa di sbagliato”, successivamente intitolati “Cats are hungry”(I gatti hanno fame) opera considerata precorritrice della Pop Art (“un libro dipinto il cui simbolismo oscillava critico, tra la fame materiale e il bisogno spirituale”, G.Beringheli 2001).Questo monumentale complesso epico di quasi 300 grandi fogli, comprendenti sia disegni che collages da rotocalchi statunitensi censuranti l’aspetto consumistico del capitalismo. Per la sintetica capacità culturale travalicava già la Pop Art. Dal 1955 al 1958 insegna al Liceo Artistico Comunale di Genova; ritorna negli USA nel 1958. Cattedratico e Preside della Facoltà di Belle Arti alla “The University of The South”a Sewanee (Tennessee, USA) dal 1958 al 1961. Docente di Incisione all’Accademia Ligustica di Belle Arti di Genova dal 1980 al 1994. Delle grandi mostre internazionali ricordiamo le Biennali di Venezia (1948,1950,1954,1964), la Quadriennale di Roma (1968,1972). Nel 1986 si tenne in Genova la sua antologica simultanea nel museo di Villa Croce e nel Museo di San Agostino. Sue opere permanenti sono nei musei: Metropolitan Museum, New York; Stauros, Sanremo, Sewanee, Brescia, Genova, Firenze, Milano. Fondamentale testo di riferimento per l’opera di Fieschi il volume “Giannetto Fieschi-Pittore” a cura di Enrico Crispolti edito nel 1999. Muore a Genova il 15 marzo 2010.