Liguria: approvata in consiglio legge sugli Ato per governance acque e rifiuti

“L’approvazione avvenuta oggi in consiglio regionale della legge sugli Ato, Renata Briano 01gli ambiti territoriali ottimali, sulla governance dei servizi pubblici locali, è una grande riforma di sistema, dopo la legge sul trasporto pubblico locale”. Hanno commentato così gli assessori all’ambiente e alle infrastrutture della Regione Liguria, Renata Briano e Raffaella Paita l’approvazione avvenuta oggi della legge. “Il passaggio di questa legge ci renderà piu’ competitivi sul fronte della gestione dei servizi pubblici locali – hanno detto Paita e Briano – e in particolare ci farà fare un passo avanti, sia per quanto riguarda la governance dei rifiuti che della depurazione delle acque”.

La nuova legge stabilisce le competenze in materia di gestione dei rifiuti e servizi idrici. Per quanto riguarda i servizi idrici vengono individuati 5 ambiti ottimali nell’ambito di una regia regionale, sul fronte invece della gestione dei rifiuti si prevede un unico ambito regionale, articolato in aree omogenee all’interno delle quali i Comuni in forma associata svolgano il servizio di raccolta, trasporto e recupero e smaltimento dei rifiuti urbani.

“Il disegno di legge approvato oggi – hanno spiegato Paita e Briano – è frutto di una sintesi di un percorso condiviso con gli enti locali, a più livelli, e con gli altri soggetti interessati che sono stati coinvolti in fase istruttoria e di un prezioso lavoro svolto all’interno della commissione consiliare che ha consentito l’elaborazione di un testo equilibrato e innovativo che persegue la finalità di rafforzare il ruolo pubblico nel governo dei servizi, nel rispetto delle autonomie locali”.

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“Complessivamente la riforma del sistema approvata oggi – dicono i due assessori – fa chiarezza rispetto alle funzioni degli Enti locali, perché crea le condizioni per superare la frammentazione delle gestioni e avviare una stagione di investimenti nei due settori regolati, garantisce la partecipazione e rafforza la capacità di controllo del sistema e la trasparenza”.

Il nuovo ddl ha previsto inoltre la possibilità per i Comuni montani fino a 3.000 abitanti di optare per una gestione autonoma, in forma singola o associata, del ciclo completo del servizio idrico integrato, qualora siano in grado di garantire livelli di prestazioni conformi alla normativa vigente.