[ M C ]- A due anni dalla scomparsa di Aldo Ghidetti, l’amico pittore Italo Gafà, ha voluto ricordarlo con una tela in suo onore. Aldo era un personaggio molto conosciuto – e non solo ad Albenga – un uomo colto, intelligente, originale e sbadato, come tutti gli artisti e filosofi, e scivolava nelle nostre quotidianità con la sua particolarità, anche umana. Come uomo e come studioso ha lasciato un solco, un vuoto in coloro che lo frequentavano e gli volevano bene. Questo il ritratto e le parole che l’amico Italo gli ha dedicato:
«Parlare di Aldo è come descrivere frammenti di vita che sono come la fragile bolla di un sogno. Il senso e il contenuto della Sua vita era proteso verso il convincimento filosofico che la nostra esistenza è l’unica opportunità che ci è concessa in tutta l’eternità-Il Suo concetto (se ben ricordo) lo esternava con un’unica frase: “La nostra vita è come un lampo di luce fra due eternità di buio”. Ma, bisogna viverla non per “avere” ma per “essere” attraverso la conoscenza. Essere felici attraverso la conoscenza, come disse Dante Alighieri: Fatti non foste per viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza“. Questo modo di intendere , non per speculazione intellettuale, ma come intrinseca necessità di un arricchimento spirituale».
«Con grande emozione ed entusiasmo ho eseguito il ritratto di Aldo Ghidetti. Lo ricordando con emozione per le innumerevoli volte che quasi precipitandosi con foga nel mio atelier da pittore, voleva osservare i quadri, o solo parlare. In quei frangenti, era solito manifestare la Sua ammirazione ogni qual volta incontrava la mia famiglia. Il dipinto lo ritrae con il Suo orologio da polso, che scandiva il fluire del tempo che Lui viveva intensamente quasi, come un inesauribile simbolo della domanda filosofica. Sullo sfondo, il grande filosofo Socrate (IV sec a.c.) che lo ha guidato nell’oblio del tempo che Lui ha trascorso, nella ricerca costante di dialogo, inteso come strumento conoscitivo in grado di costruire una verità inter-soggettiva, attraverso lo scambio di opinioni con più interlocutori, che Lui incontrava percorrendo il Viale alberato di Albenga, oppure, nei mesi estivi, sul lungo mare, dove era solito sedersi sempre nella stessa panchina.
Grazie Aldo, per il dono che ci hai fatto nell’esternare con foga il Tuo pensiero vano».