Liguria, in Regione si dibatte sul nuovo “Piano Casa”: è muro di mattoni tra maggioranza e minoranza (2)

Regione Liguria. Dopo i primi accesi interventi in mattinata sul Piano casa, nella seduta pomeridiana del Consiglio è proseguita la Palazzo Regione Liguria scritta  fp1 x00discussione generale sul Disegno di legge 26: Modifiche alla legge regionale 3 novembre 2009 n. 49 e s.m..

Gianni Pastorino (Rete a sinistra) relatore di minoranza ha definito il piano inadeguato: «Ci sembra indirizzato  ad aumentare squilibri  territoriali avvantaggiando le proprietà  già oggi privilegiate » e ha lamentato il fatto che non esiste uno studio propedeutico sullo stato del patrimonio edilizio abitativo, «strumento essenziale  per comprendere dove intervenire ed avere una mappatura precisa degli edifici che abbisognano di interventi di ristrutturazione ». Pastorino ha aggiunto: «Il Piano casa appare soltanto come uno strumento a favore delle rendite  immobiliari» e ha ribadito che sarebbe stato prioritario provvedere alla determinazione di un piano paesaggistico regionale  «come previsto dal codice dei beni culturali». Pastorino ha anche rimarcato che con questo Piano l’attività edilizia è messa sopra ogni altro interesse, in deroga ai piani di gestione del territorio, creando «una vera contrapposizione concettuale tra i cittadini e le discipline previste dagli strumenti urbanistici  generali». Il consigliere ha espresso critiche anche al fatto che si possa applicare il piano ad edifici condonati e forti perplessità sulla «tenuta costituzionale » del provvedimento stesso. Il consigliere, inoltre, ha preannunciato la presentazione di un maxi emendamento per sollecitare una norma che istituisca una banca dati relativa agli edifici sfitti, non utilizzati o abbandonati esistenti sui rispettivi territori e ha sottolineato che occorre ridare protagonismo agli enti locali, tutelando il territorio e gli interessi di carattere generale. Pastorino, infine, ha paventato che il Piano possa pregiudicare l’equilibrio del territorio del parco delle Cinque Terre e di Portofino.

Luca Garibaldi (Pd) ha illustrato la relazione di minoranza evidenziando l’atteggiamento fortemente critico del suo gruppo nei confronti del Piano. Garibaldi ha criticato, tra l’altro, il fatto che questo piano sia «uno strumento di deroga permanente  che non semplifica le regole, ma in gran parte le abolisce. Amplia le volumetrie e le premialità,  senza alcuna valutazione  sull’attuazione della legge, allargando semplicemente le maglie». Garibaldi ha espresso critiche anche contro la «deregolamentazione dei cambi di destinazione d’uso» e ha aggiunto che i primi provvidenti della giunta Toti  limiterebbero l’autonomia dei Comuni, dimostrando che la Regione intende accentrare il controllo sul territorio. Garibaldi ha sottolineato, in particolare, che il Piano «agisce in deroga rispetto alle pianificazioni dei Comuni» e, pur avendo “rivisto” alcune disposizioni relative agli interventi nei Parchi previsti dal Piano, la Regione mostrerebbe ancora poca attenzione verso le aree protette.  Secondo Garibaldi, infine, la discrezionalità lasciata ai Comuni in realtà riguarderebbe soltanto gli  interventi meno “corposi”. Ha criticato la quantità degli ampliamenti e il fatto che il provvedimento riguardi anche gli edifici condonati: «Chi ha già violato le regole non può avere lo stesso premio di chi ha rispettato la legge. Eppure questo è previsto ed è un aspetto politico importante». Il Piano, infine, non sarebbe sufficiente per rilanciare l’occupazione dell’entroterra.

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Francesco Battistini (Mov 5 Stelle) ha ribadito che il disegno di legge intende consumare il territorio e che non rappresenta un intervento a favore del settore edile ricordando che esiste un calo di domanda nel mercato immobiliare. «Quale turismo vogliamo attrarre – ha aggiunto – se non ci occupiamo dell’ambiente e gli scorci più belli vengono cementificati? Questo è un grande piano per il cemento che crea un panorama proprio uguale a quello dal quale il turista fugge. Il comparto edile – ha concluso – va rilanciato ma va fatto nel rispetto del territorio e dell’ambiente perché così porterebbe vantaggi enormi, mentre una scelta errata oggi rischia di compromettere la situazione».

Andrea Melis (Mov5Stelle) ha rilevato che il patrimonio di alloggi costruiti e non utilizzati in Liguria sarebbe il più alto d’Italia e ha aggiunto: «La vera sfida è l’efficientamento energetico che questo provvedimento non coglie. L’abbandono dell’ entroterra – ha aggiunto – non si combatte grazie a volumetrie aggiuntive, che saranno solo un ulteriore consumo del suolo». Il consigliere, infine, ha invitato la giunta a prevedere una maggiore partecipazione dei cittadini alle scelte urbanistiche.

Alice Salvatore (Mov.5 Stelle) ha rilevato che questo provvedimento è in continuità con quello, altrettanto negativo, varato dalla precedente giunta. Salvatore ha parlato di «invito a delinquere visto che con questa legge si possono ampliare edifici costruiti abusivamente e condonati, anche se costruiti in aree parco. Speriamo di riuscire a trasformare uno scempio – ha concluso riferendosi agli emendamenti presentati dal suo gruppo – in una cosa che invece andrà a normare una serie di insufficienze della legislazione precedente».

Juri Michelucci (Pd) ha definitoirricevibile” il Piano: «La popolazione – ha detto – diminuisce eppure il consumo di territorio aumenta continuamente». Il consigliere ha ribadito che gli Enti locali devono poter mantenere il controllo del loro territorio e ha dichiarato che la legge risponderebbe ad una logica più elettorale che di rilancio turistico della regione. «Salvaguardare il bello, mettendolo al riparo da snaturamenti – ha concluso – è il dovere della politica».

Angelo Vaccarezza (Forza Italia) ha difeso l’operato di Andrea Costa, presidente della IV Commissione ricordando le responsabilità della precedente amministrazione: «La commissione ha fatto ogni tipo di confronto accentando di discutere le proposte di modifica».  

Barbagallo Giovanni (Pd) ha ribadito la necessità di salvaguardare il territorio ligure e, in particolare, le attività agricole e ha aggiunto: «Occorre lavorare sul recupero del patrimonio edilizio soprattutto nei piccoli centri, che hanno bisogno di interventi più che di cambi di destinazione d’uso, cambi di destinazione che hanno, invece, una parte importante in questa legge».

Anche Fabio Tosi (Mov5stelle) ha espresso critiche articolate sul testo di legge e ha criticato l’assenza di una scadenza del Piano, nonostante il suo carattere di urgenza e provvisorietà.

Giovanni Lunardon (Pd) ha parlato di «un’occasione persa» e ha definito il testo «un supermercato delle volumetrie». Lunardon ha criticato il fatto che, nato come strumento eccezionale, il Piano non abbia, invece, una scadenza e minaccerebbe l’autonomia del Comuni: «Il Comune non può essere soppiantato nelle sue competenze sul territorio per durata perenne con un accentramento dei poteri nella Regione». Secondo Lunardon, inoltre, «nessuno è in grado di prevedere gli effetti di questo Piano sul territorio e quanto cemento ci sarà in più. In Liguria Questa è la nota più preoccupante». Secondo Lunardon, infine, questo Piano casa oltre a rompere rapporti istituzionali sarebbe il frutto di una concezione arretrata perché non risponde alle nuove domande «che vanno verso la ristrutturazione e non l’aumento indiscriminato dei volumi».

Raffaella Paita (Pd) ha attaccato: «Si sta dando vita ad una seconda stagione di rapalizzazione della Liguria». Secondo il capogruppo del Pd si sta varando un provvedimento senza scadenza che permette di cementificare patrimoni come il Parco delle Cinque Terre e quello di Portofino. «Si chiama Piano Casa, -ha aggiunto – ma si legge come nuova norma urbanistica» ha aggiunto, sottolineando che la giunta regionale con questo provvedimento va controtendenza rispetto all’esigenza, avvertita a livello mondiale, di ridurre il consumo del suolo.

Claudio Muzio (FI) ha rimarcato che il Piano Casa è frutto di un lavoro molto partecipato, condotto a stretto contatto con il territorio: «E’ un piano attento al territorio» Il consigliere ha aggiunto che, dopo avere ascoltato alcuni interventi in aula, ha verificato che molti di coloro che contestano il Piano di fatto non conoscerebbero le disposizioni nazionali sottolineando che il Piano si inserisce nel quadro della normativa statale. Muzio ha ricordato che il decreto Sblocca Italia del 2011 sollecita l’incentivazione della riqualificazione del patrimonio urbanistico e delle aree degradate, prevedendo anche premialità volumetriche e che le Regioni sono tenute a legiferare in tal senso. Con una successiva legge nazionale, si dice anche – ha sottolineato il consigliere – che le agevolazioni incentivanti prevalgono sulle normativa di piano regolatore generale. «Questo provvedimento è fortemente voluto dal territorio – ha concluso – e chi lo contrasta sta facendo della strumentalizzazione».

Lilli Lauro (Giovanni Toti Liguria) ha fatto i complimenti alla giunta «che ha lavorato bene e ed è stata veloce, cosa che questo territorio non è abituato a vedere. Tutte le categorie che vogliono lavorare – ha aggiunto – vogliono questo Piano casa. Non c’è nessun articolo – ha aggiunto – che dice che si possono cementificare nei parchi e nelle Cinque terre, quindi affermazioni del genere sono pura propaganda».

Andrea Costa (Gruppo Misto-Ncd Area Popolare), relatore di maggioranza, ha rimarcato che durante il percorso in commissione i soggetti ascoltati sono stati ben 44. «Qualcuno ha criticato questa maggioranza per essere arrivata in commissione con un testo ed aver fatto successivamente delle modifiche. Credo, invece, che questo sia stato un atto di apertura. Ritengo, infatti, sia positivo provare a creare le condizioni per arrivare ad un disegno di legge il più condiviso possibile. Abbiamo recepito molte sollecitazione provenienti dal territorio e dagli ordini professionali: è naturale l’apertura nei confronti di chi si dovrà rapportare con questo provvedimento». Costa ha poi affrontato la questione relativa al Cal: «Il parere del Cal è obbligatorio, ma non vincolante e si tratta di un parere politico. Le amministrazioni che ne fanno parte talvolta sono amministrate da una parte politica che può cambiare in futuro. E non c’è stato un voto contrario unanime. C’è stata semmai una parziale condivisione da parte degli enti locali». Il consigliere ha, quindi, accusato la minoranza di «strumentalizzare in maniera demagogica quanto stiamo facendo» e ha ribadito che su alcuni punti non è stato possibile trovare un punto d’incontro con l’opposizione, «ma è chiaro che ci sono dei punti che non ci uniranno mai e questo credo sia ben chiaro ai cittadini». Costa, nel merito, ha chiarito che molti punti del piano tendono a mantenere il presidio umano nell’entroterra e tra questi ha ricordato il cambio di destinazione d’uso di piccoli manufatti, che possono essere trasformati in abitazione. «Si tratta di una risposta di natura sociale che va incontro anche alle necessità delle giovani coppie che spesso non si costruiscono un futuro perché hanno difficoltà con l’acquisto della prima casa – ha detto – Ricordo che molte famiglie dispongono di un rustico, magari in campagna, che può quindi diventare l’abitazione per le giovani coppie». Ha ricordato che la possibilità di ampliamento degli edifici esistenti è stato portato a 200 metri cubi, rispetto ai 170 metri cubi previsti nel piano oramai in scadenza: si tratta di soli dieci metri quadrati. Ha sottolineato che non c’è stata una prevaricazione dei poteri dei Comuni e che si prevedono diversificazioni per l’entroterra. Costa ha assicurato che l’obiettivo non è dare una risposta alla crisi dell’edilizia: «A prevedere gli interventi saranno soprattutto le famiglie e questo garantirà lavoro a piccole imprese artigiane». Rivolgendosi alla minoranza Pd, ha detto: «In tema di dissesto idrogeologico, che noi vogliamo contrastare, non accettiamo lezioni da chi, in quanto membro della passata amministrazione, ha approvato una deroga per consentire di costruire a tre metri dai corsi d’acqua. E questo è avvenuto dopo che alluvioni avevano devastato il territorio ligure. Dimostreremo la nostra sensibilità – ha continuato – anche abolendo questa deroga: sono certo che la giunta si attiverà in questo senso». A questo proposito Costa ha ricordato che si prevedono premialità per chi delocalizza edifici situati in zone a rischio, con criticità idrauliche e geologiche. Per quanto riguarda i Parchi ha ricordato che spetta all’Ente Parco stesso l’ultima parola in materia di applicazione del piano ricordando che talvolta in zona parco sono stati fissati vincoli che hanno impedito il pieno svolgimento dell’attività agricola, con effetti negativi. «Quando il Piano entrerà i vigore, molti cittadini vedranno soddisfate le loro esigenze e molte preoccupazioni, anche strumentali – ha concluso – verranno meno, smentite dai fatti»..

Marco De Ferrari (Mov5Stelle) ha rilevato che per rilanciare l’edilizia occorre rivalutare l’esistente, per esempio il patrimonio dell’edilizia scolastica degli istituti pubblici, che versa in cattive condizioni. «Occorre una nuova legge urbanistica – ha aggiunto – e non un nuovo piano casa» e ha ribadito che le deroghe previste nel testo sono a rischio di costituzionalità.

L’assessore all’Edilizia Marco Scajola ha replicato: «Questo Piano nasce da un confronto costante e vero con il territorio, abbiamo fatto moltissimi incontri da Spezia a Ventimiglia, sono stati confronti utili ed è questa la strada che percorreremo in futuro anche con i prossimi provvedimenti. Il Piano casa è un punto di partenza. Ritenevamo sbagliato perdere un provvedimento che il territorio vuole e che la stragrande maggioranza dei liguri aspetta. Questo strumento – ha aggiunto – serve per tutelare il paesaggio e riqualificare il nostro ambiente». L’assessore ha spiegato che il provvedimento è sostenuto da un quadro normativo nazionale che ha preso corpo dal 2011 al 2014 e che supera le possibilità dei Comuni di intervenire sulle normative urbanistiche in atto. «Non abbiano fatto nessun passo indietro – ha aggiunto – ma abbiamo avuto un confronto con il territorio, cosa che in Regione in passato era molto rara, anche se abbiamo ricevuto sgambetti di tipo ideologico e politico da parte del Cal, che ha perso l’opportunità di approfondire uno strumento di legge importante». Scajola ha rilevato che molti emendamenti presentati dai consiglieri di maggioranza sono stati il frutto del confronto con il territorio. «Con questa legge noi abbiamo tutelato le parti più deboli e vulnerabili della regione. Quindi, anche se non è uno strumento nuovo – ha detto – mette garanzie chiare che tutelano il territorio». Scajola ha rassicurato Barbagallo spiegando che il Piano casa rispetta i limiti di edificabilità nelle zone agricole mentre ha ricordato a Lunardon che il Cal in passato si era espresso contro alcune leggi regionali, su urbanistica e paesaggio, varate dalla precedente giunta di centro sinistra. «Crediamo di avere fatto un ottimo lavoro – ha concluso – crediamo che ogni cosa sia perfettibile e potremmo farlo in corso d’opera, ma il Piano resta uno strumento di legge importante per il territorio e lo abbiamo portato avanti con serenità e umiltà».

Al termine della replica dell’assessore è iniziato l’esame degli articoli del disegno di legge e degli emendamenti.