Cinema, cast mancati e impossibili

di Alfredo Sgarlato – Si parla molto, e circolano molte leggende, sui possibili cast mancati in film di successo: pare sia una leggenda che Ronald Reagan fosse la prima scelta per “Casablanca“, così come che il suo agente l’avesse suggerito per un ruolo di presidente degli U.S.A. venendo preso in giro per la proposta. Molti sono i casi diventati celebri o poco noti. Luchino Visconti aveva scelto Marlon Brando e Ingrid Bergman come protagonisti di “Senso“. La Bergman era impegnata; quanto a Brando, in realtà né lui né Visconti erano davvero convinti della scelta, e durante la prova costumi trovarono immediatamente la scusa per fingere di litigare e rompere il contratto. I sostituti, Alida Valli e il poco noto Farley Granger, valido in film di Hitchcock e Ray, diedero un’ottima prova. Quanto a Hitchcock, è noto il rifiuto di Audrey Hepburn di interpretare un suo film, per via del troppo realismo di una scena violenta.

Il produttore Rizzoli avrebbe voluto Paul Newman come protagonista de “La Dolce Vita“: Fellini si oppose dicendo Newman era troppo bello, e gli spettatori non si sarebbero identificati con lui. Poichè al posto di Paul volle Mastroianni, che poi tanto peggio non era, fa pensare che avesse già proposto il ruolo all’amico. Ma per Fellini non era un problema cambiare ruoli all’ultimo momento: sul set di “Satyricon” licenziò un attore shakespeariano per affidare il ruolo di Trimalcione all’oste che aveva portato i cestini, che gli sembrò perfetto per la parte. Allo stesso modo Sordi si offese molto quando il ruolo di Casanova andò a Donald Sutherland, dopo che Albertone aveva già fatto la prova costumi. Fu invece Anna Mazzamauro a rifiutare un ruolo in “Casanova“, quello dell’attrice gobba.

Fellini aveva un debole per Mina: la voleva come protagonista del mai realizzato “Il viaggio di G. Mastorna“, e poi per altri film, ma lei rifiutò sempre. De Sica invece avrebbe voluto Patty Pravo come protagonista de “Il giardino dei Finzi Contini“: ma poi vide in un film di Bresson Dominique Sanda e scelse lei. Patty Pravo si offese molto, e non volle mai più fare del cinema, rifiutando la proposta di Antonioni di interpretare “Professione reporter“, con la scusa che sui set ci si alza presto, e lei amava dormire fino a tardi. A sostituirla nel film di Antonioni fu Maria Schneider, a cui poco dopo capitò di essere licenziata da Bunuel, durante la lavorazione di “Quell’oscuro oggetto del desiderio“. Don Luis, indeciso se rimpiazzarla con Angela Molina o Carol Bouquet, decise di far interpretare il ruolo ad ambedue, sdoppiando l’immagine della donna angelicata o sensuale, con una trovata tipicamente surrealista. Alla Bouquet toccherà anche sostituire Isabelle Adjani sul set de “Il sosia” di Roman Polanski, già in precedenza abbandonato da John Travolta (sostituito da Steve Martin) che, abituato alle ferree regole americane, non riusciva a lavorare con un regista europeo amante dell’improvvisazione. Ma a quel punto si erano persi troppo tempo e soldi e il film naufragò definitivamente. Al contrario le troppo ferree ossessioni di Stanley Kubrick fecero scappare Jennifer Jason Leigh e Harvey Keitel dal set di “Eyes wide shut“, sostituiti da Marie Richardson e Sidney Pollack.

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A inizio anni ’80 Paul Schrader pensò a girare un film su una coppia di operai decisi a diventare musicisti rock. Come interpreti voleva due veri musicisti, Joan Jett e Bruce Springsteen. Titolo del film: “Born in the USA“. Dopo lunga riflessione Bruce rifiutò la parte. Quando un paio di anni dopo Schrader ascoltò il disco dallo stesso titolo, con canzoni dalle tematiche simili, ci rimase un po’ male. Ma poi lui e Springsteen fecero pace e quando Schrader girò il film, con Michael J. Fox e il titolo “The light of the day“, il Boss gli regalò una canzone per la colonna sonora. Sempre al confine tra cinema e rock, Robert De Niro era molto amico di John Belushi. Quando Sergio Leone iniziò a lavorare a “C’era una volta in America” De Niro propose Belushi per il ruolo del suo migliore amico. Al provino Belushi piacque molto a Leone, purtroppo morì il giorno dopo. Fu scelto quindi James Woods che ebbe così il ruolo della vita. Un altro amico di De Niro, Martin Scorsese, era un grande fan dei fratelli Blues Belushi ed Aykroyd, e scrisse un soggetto per loro, “Gangs of New York“. Alla morte di John il soggetto rimase nel cassetto per più di vent’anni, per essere poi realizzato con Di Caprio e Daniel Day Lewis.

A mio parere il più incredibile casting mancato nella storia del cinema è quello per “Il Vangelo secondo Matteo” di Pasolini, in cui l’estroso regista avrebbe voluto lo scrittore Jack Kerouac nel ruolo di Gesù. Non andò così, e Pasolini volle come Gesù uno studente incontrato casualmente, Enrique Irazoqui, che poi non ebbe mai una vera carriera di attore. E mi sarebbe piaciuto molto vedere Christoph Waltz nelle vesti di Freud in “A dangerous method” di David Cronenberg, come sarebbe stato nelle intenzioni del regista. Oggi con la grafica al computer si può fare qualsiasi cosa e volendo chiunque sappia un po’ smanettare potrebbe rigirare i film coi cast impossibili sognati dai registi o, perché no, i propri. Ma sarebbero poi migliori?