Scozia, rock, e malinconia

di Alfredo Sgarlato – Quando si parla di luoghi legati alla musica rock si pensa alla California, al Texas, a New York, a Londra e dintorni, perché no all’Irlanda. Ma anche la Scozia ha dato vita a molti gruppi, in particolare a quel filone chiamato “bedroom pop” (pop da cameretta). La strana definizione deriva dall’idea che, dati i testi e le atmosfere, l’ascoltatore ideale sia un ragazzo introverso che passa tutto il tempo libero a collezionare e ascoltare dischi rari, sognando avventure sentimentali che non vivrà mai. In questo articolo si tratterano solo i gruppi di questo filone, mettendo da parte bands molto più famose come Simple Minds, Ac/Dc (australiani di adozione ma scozzesi di origine) o i fantastici Waterboys, che chiunque giurerebbe essere irlandesi.

Potremmo far iniziare la storia con i leggendari Josef K, gruppo fondato dai cantanti e chitarristi Paul Haig e Malcolm Ross, autori di un unico disco all’epoca introvabile, “The only fun in town” (1981) e qualche singolo. Se i testi oltre che ovviamente da Kafka erano influenzati anche da Camus, Hesse Dostoevskij e Hamsun, le musiche avevano una chiara discendenza dai Velvet Underground, specie quelli più intimisti del terzo album, con qualche fuga nel funk nevrotico alla Talking Heads. Dopo lo scioglimento Haigh si dedica al pop elettronico, e Ross collabera con le altre due fondamentali band scozzesi del periodo, Orange Juice e Aztec Camera. Questi tre gruppi fondarono l’etichetta Postcard, che con le analoghe Factory, Rough Trade, Cherry Red lancerà il movimento delle etichette indipendenti, fondamentali per lo sviluppo successivo della musica rock.

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Gli Orange Juice erano, come suggerirebbe il nome, più allegri rispetto agli introversi Josef K, più venati di funky, e il cantante Edwyn Collins ha un timbro vocale più simile a David Bowie. Dopo un paio di buoni dischi si sciolsero e il leader intraprese la carriera solista, con almeno un grande successo, “A girl like you“. Gli Aztec Camera precorsero la volta acustica, con influenze di jazz e Brasile, come diventerà di gran moda negli anni successivi, in risposta al dominio dell’elettronica. Molto bello il loro primo album, “High land hard rain” (1983), meno riusciti i seguenti per poi cadere nel dimenticatoio.

Va detto però che intorno alla metà degli anni ’80 massimi portavoce del bedroom pop sono considerati gli Smiths, da Manchester, gruppo amato/odiato anche per le prese di posizione del cantante Morrissey, i cui testi, come nel caso di inni generazionali come “I know it’s over” o “Last night I dreamt that somebody loved me” possono essere manifesto di un nuovo romanticismo o assolutamente irritanti. Altri gruppi che possiamo inserire nel filone, sempre provenienti dalla Nord dell’Inghilterra, sono i malinconici Lloyd Cole and The Commotions, che nel primo LP “Rattlesnakes” (1984) fondono mirabilmente due suggestioni di rock storico, Velvet Underground e Byrds, dandogli una lettura tipicamente inglese, e i raffinati Prefab Sprout, che dopo il primo, bellissimo disco “Swoon” (1984), che fonde pop, new wave, jazz, Canterbury rock e bossa nova, hanno una svolta più radiofonica col seguente “Steve Mc Queen” (1985), che se è un po’ zavorrato dai suoni sintetici tipici dell’epoca, presenta però una qualità altissima nella scrittura delle canzoni, mostrando il cantante Paddy McAloon come compositore tra i maggiori della sua generazioni, non inferiore a Andy Partridge o Paul Weller. Altri due gruppi che esordiscono col botto e poi passano di moda.

The Smiths

Sono scozzesi due band fondamentali di quegli anni, un po’ fuori dal filone che stiamo seguendo, ma importantissime nell’influenzare il rock cosiddetto alternativo degli anni seguenti: i Cocteau Twins, connubio tra la voce angelica di Liz Fraser e le chitarre sature di effetti di Robin Guthrie, e The Jesus and Mary Chain, che affondano melodie irresistibili in un muro di rumore chitarristico.

Verso la fine degli anni ’80, critica e pubblico decretano che gruppi di questo tipo, che mescolano le suggestioni melodiche del rock anni ’60 con la malinconia della new wave saltando il decennio intermedio, sono fuori moda, e al contrario privilegiano gruppi che tornano a un rock più conservatore, di pancia, come grunge e metal. I gruppi che parlano di solitudini, di amori immaginari, con cantanti non urlatori e chitarre arpeggiate continuano però a esistere, sottotraccia, per poi assurgere a piccolo culto dopo lo scioglimento. Adesso casa del bedroom pop è l’etichetta Sarah Records, di Bristol, che pubblica gruppi scozzesi, come gli Orchids o della provincia inglese come Blueboy (il nome è un programma), Field Mice, Trembling Blue Stars e altri. Lo stile è simile, alternanza di voce maschile e femminile, chitarre in evidenza, melodie malinconiche su ritmi brillanti.

Belle and Sebastian

Con l’arrivo del nuovo millennio, quando non c’è un genere a dominare la scena ma esistono ormai solo revival, c’è un nuovo gruppo scozzese a imporsi, Belle and Sebastian. Li guida Stuart Murdoch, il più brillante scrittore di melodie della sua generazione. Pochi gruppi hanno un livello compositivo pari: dal primo “Tigermilk” (1997) a “Write about love” (2010) tutti i loro dischi sono ottimi, per poi avere un naturale calo. La formula è quella canonica, in cui si mescolano atmosfere beat (più Kinks che Beatles) e new wave, con qualche incursione nel folk e nella bossa nova. Murdoch scopre i Camera Obscura, il cui primo singolo si intitola “Lloyd, I’m ready to be heartbroken“, citando il primo singolo di Lloyd Cole. Un altro gruppo scozzese a cavallo tra i due millennii di grande talento, The Delgados, guidato dai cantanti/chitarristi Emma Pollock e Allun Woodward, non ha invece il successo che meriterebbe, sebbene almeno due dischi, “Peloton” frizzante e vario, e “Hate“, cupo e raffinato, siano notevoli. Anche loro fondano un’etichetta, Chemikal Underground. Il verbo del bedroom pop si diffonde anche al di fuori della Scozia e della provincia inglese, in Scandinavia con gruppi come Club8 e gli ottimi King of Convenience, in Australia (The Apartments, alcune cose dei Go-Betweens, The Lucksmiths), in Italia con Perturbazione o i primi CD dei Baustelle, e ovviamente in Giappone. Tutti questi nomi vi sono sconosciuti? Dategli la caccia.