Ictus cerebrale: 6 domande sullo Stroke al Dott. Bandini, Direttore S.C. Neurologia Ospedale S.Paolo di Savona

Trattandosi di L’ictus cerebrale – lo stroke – è una patologia che colpisce soprattutto gli anziani ed è al centro dell’attenzione della comunità medica soprattutto in Italia, e dunque anche in Liguria, dove l’età media della popolazione è tra le più elevate a livello mondiale. In occasione del XVI Congresso Nazionale che si terrà al Priamar, il Dott. Bandini – Direttore S.C. Neurologia Ospedale S.Paolo di Savona – ci aiuta a capire meglio la malattia e fornisce qualche primo suggerimento per la prevenzione.

1. Cosa si intende esattamente per stroke?
Lo stroke o ictus cerebrale è una malattia vascolare del cervello causata dall’improvvisa chiusura o rottura di una arteria cerebrale e dal conseguente danno alle cellule cerebrali dovuto dalla mancanza di ossigeno e nutrimenti portati dal sangue (ischemia, 85% dei casi) o al sangue uscito dall’arteria (emorragia cerebrale, 15% dei casi).

2. Qual è l’incidenza nella popolazione italiana e ligure?
In Italia si verificano circa 250.000 nuovi casi di ictus l’anno (660 persone ogni giorno), con una mortalità del 25% e con il 50% di pazienti che non recuperano una sufficiente autonomia, cambiando radicalmente la loro vita e quella delle loro famiglie. Estrapolando dai dati italiani relativamente ad una popolazione di circa 1.600.000 abitanti, l’incidenza dello stroke in Liguria è di 6700 nuovi casi annui.

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3. Quali sono i campanelli di allarme?
La caratteristica fondamentale di tutti i sintomi da ictus è la loro manifestazione improvvisa. I sintomi includono la perdita della sensibilità in un lato del corpo o del viso, la paralisi di un lato del corpo o del viso, la perdita della vista nel campo visivo sinistro o destro, la visione sdoppiata, le difficoltà del linguaggio o della articolazione delle parole. Si possono manifestare varie combinazioni di questi sintomi o magari uno soltanto. Il termine TIA (‘transient ischemic attack’) denomina un ictus ischemico transitorio i cui sintomi di cui sopra si risolvono entro 24 ore, spesso entro pochi minuti. Anche i TIA non sono assolutamente da sottovalutare, in quanto considerati di fatto assimilabili all pari di un’ischemia e spesso annunciano la prossima manifestazione di un ictus ischemico definitivo con sintomi non reversibili.

4. Esiste una terapia per l’ictus?
Mentre per l’ictus emorragico i progressi terapeutici sono stai minori, per l’ictus ischemico ormai da qualche tempo l’approccio terapeutico è notevolmente migliorato analogamente a quanto avvenuto precedentemente per l’infarto del miocardio. Essite una molecola (alteplase) che è in grado di sciogliere il coagulo che occlude il vaso arterioso (trombolisi). Il farmaco deve essere somministrato per via endovenosa il più precocemente possibile e, comunque, entro le 4 ore e mezza dall’esordio dei sintomi (trombolisi endovenosa).
Parallelamente alla trombolisi endovenosa si è sviluppato un approccio terapeutico innovativo, quello loco-regionale o intrarterioso. In questo caso l’introduzione di un microcatetere attraverso l’arteria femorale consente di raggiungere l’arteria ostruita e di rimuovere direttamente il coagulo, ristabilendo il flusso di sangue prima che si determini un danno cerebrale irreversibile. La trombolisi (endovenosa e meccanica) ha migliorato significativamente la prognosi di un ictus ischemico. Tuttavia, ancora scarsa è l’informazione della popolazione sulla necessità di estrema precocità dell’intervento. A tal fine, è necessario intensificare campagne informative basate su uno slogan molto efficace mutuato da analoghi programmi anglosassoni: «Time is brain».

5. Cosa si intende per Stroke unit e quali vantaggi offre?
Il Comunicato Stampa del Ministero della Salute del 2010 recita testualmente: la “Stroke Unit è un’area assistenziale di un ospedale che tratta i pazienti con ictus, dotata di personale specializzato in grado di garantire un approccio multidisciplinare coordinato ed esperto al trattamento ed all’assistenza. Il trattamento effettuato in “Stroke Unit”, rispetto ad altri reparti, riduce la mortalità del 2%, la dipendenza del 5% e l’istituzionalizzaizone del 2%. Si tratta di 1.800 morti in meno e persone 5000 guarite completamente in più”. E’ fondamentale sottolineare che “Il beneficio si ha in tutti i tipi di pazienti, indipendentemente da sesso, età, sottotipo e gravità dell’ictus”. La Stroke Unit è quindi un reparto specializzato dedicato alla cura dell’ictus e non va, pertanto, confusa con la trombolisi, tanto è vero che le Stroke Unit sono nate più di 15 anni prima dell’utilizzo della terapia trombolitica . In Liguria esistono 7 Stroke Unit.

6. Quali sono gli strumenti di prevenzione più efficaci?
Ora si sa, e le più recenti terapie lo confermano, che l’ictus è una patologia curabile, ma, soprattutto, prevenibile ed è quindi di fondamentale importanza che questo vitale messaggio e soprattutto questa consapevolezza raggiungano sempre più persone nel mondo. Le possibilità di prevenire un ictus (oppure la prevenzione di un secondo ictus una volta che sia avvenuto il primo) sono notevoli e devono essere sfruttate.
Valgono, in generale, gli stessi principi utili alla prevenzione dell’infarto cardiaco:

  • eliminazione del fumo
  • controllo dell’ipertensione
  • diagnosi e controllo del diabete mellito
  • controllo della obesità e della lipidemia tramite esercizio fisico, dieta o farmacoterapia
  • diagnosi di eventuali occlusioni dei vasi del collo e della testa
  • diagnosi di fibrillazione/flutter atriale o di altre cardiopatie
  • utilizzo dei farmaci antiaggreganti (inibiscono l’aggregazione delle piastrine del sangue che formano i coaguli: acido acetilsalicilico, clopidogrel, dipiridamolo, ticlopidina) o anticoagulanti (inibiscono determinati fattori del sistema che attiva la coagulazione del sangue).

Il giudizio e la guida del neurologo esperto rimangono essenziali nella prevenzione dell’ictus cerebrale.