Albenga, nessuno vuole il Villino XXV Aprile: deserta anche la seconda gara d’asta. Quale futuro?

di Fabrizio Pinna – Caduta la Giunta Guarnieri ad Albenga, in molti in città avevano Villino XXV Aprile Gara desertachiesto nel dicembre scorso al Commissario prefettizio allora in carica, Giuseppe Montella, di sospendere qualsiasi decisione in merito alla vendita del Villino XXV Aprile, l’edificio sul lungomare alla fine di Viale Italia, dopo la prima asta andata completamente deserta.

A pochi mesi dalle elezioni di Primavera e vista la scelta strategica quanto sempre opinabile della vendita di un bene pubblico di pregio per fare cassa in momenti di contingenza, si diceva ragionevolmente che la scelta avrebbe dovuto essere rimandata alle decisioni del futuro Consiglio comunale legittimamente eletto dai cittadini (vedi qui in Archivi Corsara 22-12-2013).

Appelli però del tutto inascoltati, con invece una nuova messa in vendita dell’immobile al ribasso del 10%, e un prezzo sceso – dagli iniziali 3 milioni e 340 mila euro – a 3 milioni e 4.200 euro. Risultato? Un secondo bando (lanciato con il via libera della determina n.100, 28/1/2014) andato anch’esso completamente deserto: notizia un po’ trascurata dalle cronache locali, alla chiusura dei termini, qualche giorno fa (4/6/2014), infatti ancora una volta nessuna offerta era pervenuta.

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A parte la palese e grave pecca dimostrata dall’incapacità acclarata per ben 2 volte da parte del Comune di Albenga – sia sotto amministrazione sia sotto il periodo di “reggenza” – di saper valutare realisticamente l’esistenza di effettive richieste di mercato prima di lanciarsi in operazioni problematiche e spericolate come questa, si riapre quindi ora il dibattito sul futuro del Villino XXV Aprile.

Riprende così anche forza l’idea lanciata nel dicembre 2013 dall’avvocato ed ex consigliere di maggioranza Alessandro Chirivì: piuttosto che una svendita dell’immobile, sosteneva, sarebbe meglio per la città pensare a «dare un utilizzo pubblico al villino con finalità turistiche e culturali, ristrutturandolo con fondi europei. Con circa 800 mila euro è possibile rifare gli impianti elettrici e idraulici, installare un sistema di riscaldamento, restaurare la facciata e rimetterlo a nuovo per renderlo fruibile. Questa struttura potrebbe ospitare concerti, mostre e conferenze letterarie, diventando una sorta di Palazzo Oddo della zona mare».

Ipotesi verosimile o “del tutto campata in aria e impraticabile”, come gli rinfacciavano i suoi stessi ex colleghi di maggioranza? L’unica cosa certa, al momento, è che non si potrà lasciare ancora a lungo il Villino XXV Aprile abbandonato a se stesso. E su questo probabilmente nelle prossime settimane si tornerà – o si dovrà di necessità tornare – a discutere seriamente.

5 Commenti

  1. Attenzione …. sono tornati al potere ingauno i “muratori” socialisti teardiani !!!!!! Cangiano controllali! Suonano e cantano nel complesso “Magna magna”

  2. Sono ovviamente d’accordo per il completo e totale restauro del villino XXV Aprile ma l’esperienza del non lontano cinema Astor dovrebbe far riflettere.

    Nel restauro dell’Astor sono già stati spesi 470.000€ e, per quel che si può vedere dall’esterno, i lavori appaiono ben lungi dall’essere terminati.

    Quando si tratta di spese pubbliche volano non solo i costi ma anche consulenze, perizie, collaudi e parcelle.

  3. Scusate 800 mila euro????
    con quella cifra lo demolisco e lo faccio nuovo.
    Come al solito ogni qualvolta si tratta di spese pubbliche i costi volano…
    Pagate un’ impresa artigiana seria magari in difficolta’ e vedrete che capolavoro.. tanto e’ inutile farsi del nervoso finira’ come la ristrutturazione dell’ Astor un pasticcio incompiuto.

  4. Favorevoli al mantenimento e all’utilizzo pubblico. Sarebbe bene rendere noti i nomi di coloro che hanno permesso -con negligenza- che il villino arrivasse a trovarsi in queste condizioni.

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