Teatro: a Finale “La grande guerra… eppure si rideva”

Proseguono gli appuntamenti con la stagione teatrale organizzata la grande guerra_10dall’Assessorato alla cultura e al turismo del Comune di Finale Ligure, con la direzione artistica del Teatro Garage di Genova, nell’ambito della Riviera dei Teatri – Provincia di Savona.

Venerdì 4 aprile, Lorenzo Costa e Federica Ruggero porteranno in scena all’Auditorium di Santa Caterina a Finalborgo “La grande guerra… eppure si rideva”, produzione del Teatro Garage che vede lo stesso Costa nel ruolo di interprete, autore e regista. Lo spettacolo inizierà alle 21. I biglietti sono disponibili in prevendita alla Libreria Centofiori, Via Ghiglieri 1, Finale Ligure (019 692319).

“LA GRANDE GUERRA… EPPURE SI RIDEVA” – A cento anni dallo scoppio della Grande Guerra, lo spettacolo propone uno sguardo critico e disincantato sulla storia, gli orrori, ma soprattutto i rapporti umani, gli eventi collaterali. Due attori raccontano gli eventi bellici, le battaglie più cruente e significative del conflitto, introducono al clima storico e, di tanto in tanto, diventano i personaggi del loro racconto, che scivola su due binari: da una

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parte le armi di distruzione di massa, lo scempio dei corpi sul terreno, dall’altra la testimonianza dei poeti che la guerra l’hanno vissuta da protagonisti, soprattutto Gabriele d’Annunzio, autentico trascinatore, e Giuseppe Ungaretti, da poeta.

Morte, disperazione, fame… Eppure si rideva nel Paese con le scenette del varietà e dell’avanspettacolo, ma anche fra i soldati in trincea. L’altro aspetto connotativo è lo spazio dato all’umorismo dell’epoca, quasi come una ulteriore arma di difesa, la difesa estrema di chi, al fronte, rideva per esorcizzare la paura, con barzellette facili, imitazioni di attori noti, piccoli fatti tragici voltati in parodia, come la storia dell’incidente accaduto a un nemico, che scagliatosi contro la trincea italiana, a un certo punto perde i pantaloni e viene falciato nell’atto di tirarseli su.

La messa in scena si avvale di immagini d’epoca sullo sfondo, registrazioni, rumori della guerra. Nell’unire tragedia e umorismo, si finisce con lo scavare nei sentimenti più profondi dell’uomo, mettendone in luce i dubbi, le  speranze, le paure, ma anche il desiderio di vivere nonostante tutto; in ultima analisi, raccontare la guerra, sebbene con uno spazio al sorriso, vuole condannare tutte le guerre, di ogni epoca e latitudine.