Mostre: “Carmelina Piccolis. Artista partigiana. Ferma e irrequieta materia”

Nella foto: particolari della mostra "Carmelina Piccolis. Artista partigiana. Ferma e irrequieta materia" allestita al Bastione Mezzodì (Desiglioli) di Cervo Ligure

Carmelina Piccolis. Artista partigiana. Ferma e irrequieta materia” è il titolo della mostra allestita da Antonella Martina e Lisa Della Volpe, inaugurata al Bastione Mezzodì (Desiglioli) di Cervo Ligure il 23 aprile scorso, alla presenza della Sindaca Lina Cha, con gli interventi, coordinati da Antonella Martina, di Alfonsina Sibilla (A.N.P.I.), di Giuseppe Rainisio (ISRECIM), della storica dell’arte Lisa Della Volpe, Alberto Bader Piccolis curatore della collezione e dell’archivio dell’artista e di Margherita Dotto Rosso che ha portato la sua testimonianza di allieva della Piccolis al Liceo artistico di Cuneo nel biennio 1965/1967.

Patrocinata da ANPI e dall’Istituto Storico della Resistenza di Imperia, voluta dal Comune di Cervo Ligure e organizzata dai Comitati Cervo è Arte e Arte Mostre, la mostra, dedicata a tutti coloro che hanno combattuto per la Libertà e a tutti gli alunni dei licei artistici, è la prima occasione per ammirare una selezione di dipinti, sculture e incisioni provenienti dalla collezione della scultrice.

Sono esposti inoltre documenti, fotografie, articoli di quotidiani e oggetti dell’archivio personale della Piccolis che testimoniano l’attività di staffetta di Giustizia e Libertà per la quale riceve nel 1977 la medaglia al valore.

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Misconosciuto almeno fino al 1965 è stato il prezioso contributo delle donne partigiane che hanno militato in Giustizia e Libertà, fino a quando alla GAM di Torino, la scultrice Carmelina Piccolis invitata da Ada Gobetti, racconta la sua esperienza di staffetta combattente nella IX Div. G.L Brig. Montana. Come per lo scultore Umberto Mastroianni, che di Carmelina Piccolis era amico e ne apprezzava il talento, l’esperienza della Resistenza per la sua tragica violenza resta il centro attorno al quale per anni convergono gli sforzi e la ricerca di un linguaggio artistico autonomo, che trova puntuale espressione non negli spazi aperti delle piazze, ma nei luoghi di studio dell’Accademia e nelle aule con gli alunni del liceo a Torino.

Anche Umberto Mastroianni era stato partigiano. Scultore e pittore nato a Fontana Liri emigrato a Torino nel 1926, il suo impegno politico non era disgiunto dall’attività artistica, anzi. Quest’ultima traeva origine e linfa vitale da quella esperienza insieme tragica e generativa. Argan non a caso collega in maniera indissolubile la sua arte alla Resistenza. Con l’architetto Carlo Mollino, nel 1946, aveva realizzato a Torino il primo monumento dedicato ai partigiani caduti per la Liberazione dell’Italia dal nazifascismo. Seguiranno altri monumenti. Quello alla Resistenza di Cuneo, ai Caduti di tutte le guerre a Frosinone, e per la Pace a Cassino.

La mostra di Cervo Ligure restituisce alla Piccolis un ruolo importante, come donna, artista e intellettuale, nel vivace contesto culturale torinese postbellico. Tra le opere più rappresentative della carriera della Piccolis vi è il gesso Appoggio a sinistra del 1948, pubblicato nel 1949 su Domus dall’architetto Gio Ponti nel primo testo critico dedicato all’artista. Apprezzata per la capacità di aver tracciato una linea di indirizzo nuovo per la statuaria moderna superando così, senza passare per l’astrazione di Moore, il crudo assioma di Arturo Martini che aveva decretato la morte della scultura definendola lingua morta, la Piccolis rivela la solida formazione e la padronanza tecnica acquisita in «cinque anni, otto ore di scultura al giorno» all’Accademia di Torino dove ha per maestri Menzio, Casorati e Paulucci.

Mostra tracce del magistero presso Felice Casorati il drammatico autoritratto a carboncino del 1945, realizzato subito dopo la guerra, quando Carmelina Piccolis si iscrive di nuovo all’Accademia con la ricompensa ricevuta per l’attività di staffetta. La sua formazione avviene in seguito a Parigi all’École de Dessin e stringe rapporti di amicizia e collaborazione con intellettuali, artisti e militanti antifascisti (Ada Gobetti, Umberto Mastroianni, Franco Venturi, Alessandro Galante Garrone), pubblica poesie e racconti sulla rivista Agorà, sperimenta la fotografia.

Appoggiata da Gio Ponti, si reca in Brasile nei primi anni Cinquanta assorbendo suggestioni, forme della natura tropicale esuberante e colori brillanti, impressi nei dipinti su juta, come Brasileira e Giovinetta, forse il ritratto di una ragazza appartenente alla famiglia Matarazzo Sobrinho che aveva accolto la scultrice a San Paolo e promosso una mostra personale nel 1952.

Risalgono ai soggiorni degli anni Ottanta le quattro vedute di Cervo Ligure in matita acquarellata, tecnica che l’artista padroneggia e pratica per lungo tempo, insieme all’uso della foglia d’oro (Pietra – Luce) e dell’affresco su tela (Assenza – Presenza) dopo aver affondato le mani nelle materie più facilmente reperibili come argilla, cemento, gesso e anilina. Con questi materiali, l’artista realizza Bacio (sono esposte le versioni in gesso e in cemento) e la serie Peccati capitali, di cui è esposta Ira (gesso colorato e lamina d’oro); Lussuria presente sulla copertina del catalogo; la serie dei pezzi di donna in gesso esposti alla mostra provocatoria sulla condizione femminile alla Galleria Franz P. a Torino nel 1970. Piccolis si dedica dagli anni Settanta in poi anche all’incisione. Definita dal musicologo Massimo Mila “aerea figlia del vento”, il suo autoritratto a matita acquarellata che accoglie i visitatori alla mostra di Cervo Ligure rivela il temperamento tempestoso nel profondo paesaggio di sfondo.