Consiglio regionale: relazioni dei gruppi di minoranza sulla variazione di bilancio (1)

euro costruzione

Dibattito in Consiglio regionale sul Ddl 176, con le relazioni dei gruppi di minoranza sulla variazione di bilancio, con le critiche rivolte soprattutto alla sanità ligure.

Luca Garibaldi (Pd-Articolo Uno) ha illustrato la relazione del gruppo. Secondo il consigliere «questa manovra storna 63 milioni di euro da capitoli destinati all’anno corrente per riequilibrare i conti della sanità ligure, che sono di nuovo in disequilibrio rispetto a quanto previsto dal bilancio 2024-2026 deliberato pochi mesi fa e sul quale si interviene, per il secondo anno di fila, alla fine, con una cifra sempre più crescente. Questa manovra – ha aggiunto – certifica il fallimento del modello di governance sanitaria della Giunta Toti nel primo e nel secondo mandato in quanto sono stati ridotti i servizi eppure è aumentato il debito». Il consigliere ha ricordato che nel 2021 la Giunta aveva annunciato che il disavanzo era stato azzerato, passando da 53 milioni a zero nel giro di un anno, ma che negli anni successivi il disavanzo aveva continuato a crescere. Secondo il consigliere in questa manovra di ripiano di disavanzo «il taglio più forte lo riceve la sanità, con un taglio di 35,5 milioni di euro al fondo per garantire i Livelli Essenziali di Assistenza, togliendo soldi alla sanità per ripianare un buco di bilancio a cui si aggiungono altri 18 milioni di tagli dalla programmazione comunitaria». Garibaldi ha ipotizzato che l’anno prossimo le condizioni del Fondo Sanitario Nazionale saranno più pesanti e, in rapporto con il PIL, indicherebbero un calo al 6,2% e ha ricordato che quest’anno la Liguria ha ricevuto 80 milioni in più per garantire il rinnovo dei contratti collettivi, l’aumento dei costi e della farmaceutica, ma che questa cifra non si ripeterà nel 2025. Luca Garibaldi ha illustrato i settori in cui saranno attuati i tagli della manovra e ha criticato i costi della governance sanitaria regionale e, in particolare, di ALiSa.

Gianni Pastorino (Linea Condivisa) nella sua relazione di minoranza ha definito la manovra «deficitaria di una strategia di riorganizzazione sanitaria e certifica lo stato di crisi della sanità ligure che si affretta, con questo provvedimento, a coprire un buco di circa 63 milioni di euro con il rischio evidente, visto che una parte consistente proviene dai fondi delle aziende sanitarie che dovrebbero garantire i servizi essenziali di assistenza, che ci siano pesanti ripercussioni proprio sui servizi sanitari stessi». Il consigliere ha aggiunto che questi fondi non sarebbero bastati a colmare il buco ormai generato e quindi «si decide di fare una doppia operazione, andando a recuperare i restanti 28 milioni da altri capitoli: da una parte 18 milioni dal fondo per cofinanziare la programmazione dei fondi comunitari, con inevitabile risultato di distrarre fondi dai investimenti dedicati alla programmazione attuale e altri 10 milioni sono sottratti al capitolo dedicato agli interventi straordinari per l’edilizia sanitaria. Così la sanità – ha aggiunto – sarà colpita due volte, sia per le difficoltà che avranno i servizi all’utenza, sia per l’inevitabile rallentamento dei cantieri che servirebbero per ammodernare o rigenerare alcune strutture ospedaliere obsolete». Il consigliere ha definito la manovra «una partita di giro» e, infine, ha espresso critiche su alcuni costi ritenuti inutili e ha fatto riferimento ad ALiSa e ad alcuni servizi raddoppiati e ha rilevato, al contrario, la carenza di attenzione da parte della giunta al sistema sanitario pubblico.

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Sergio Rossetti (Gruppo misto-Azione) ha presentato la sua relazione di minoranza. Dopo avere illustrato le carenze di medici e infermieri a livello nazionale, il consigliere ha rilevato che nel 2025 il finanziamento del Sistema sanitario nazionale scenderà al 6,2% del Pil e ha rilevato la necessità di tutelare il Servizio sanitario nazionale rispetto al sistema privato. Il consigliere, riferendosi alla gestione regionale del settore, ha sottolineato che la giunta ha speso più di quanto era in grado di spendere e ha posto l’attenzione, in particolare, su alcuni temi: «Elefantiasi del sistema con un dipartimento regionale, una struttura di missione, ALiSa, 9 aziende sanitarie e 19 distretti, resi pure autonomi di spesa nell’ultimo Piano socio sanitario regionale; c’è una scarsa definizione delle “mission” delle strutture ospedaliere e la mancata riorganizzazione di servizi ridondanti, come le 5 centrali operative del 118 e i 5 punti nascita, e permane l’assenza di oss». Il consigliere ha criticato, inoltre, la manovra regionale in quanto riduce di 35 milioni i fondi destinati ai LEA e ha aggiunto: «Rimane da capire quale sia l’impatto del taglio di spese per 8,5 milioni e di 2,3 sulla spesa discrezionale correlata all’entrata, e della riduzione dei capitoli di cofinanziamento dei fondi europei sul diritto allo studio, sulle politiche agricole e sulle politiche per il lavoro e la formazione». Il consigliere ha espresso, infine, perplessità sulla prevista riduzione di 1 milione di euro sul sistema informativo elettronico regionale, ha ricordato le proposte avanzate in tema sanitario dal proprio gruppo e, infine, ha chiesto alla giunta garanzie affinché il prossimo anno non si presenti un nuovo disavanzo e indicazioni precise relative alla gestione della partita economica e sanitaria.

Fabio Tosi (Mov5Stelle) ha illustrato la relazione di minoranza del gruppo. «Il buco generato nella sanità della Liguria ammonta a 63 milioni di euro, che rischia di creare nei prossimi anni spirali preoccupanti per i cittadini perché si rischieranno ulteriori tagli nei servizi e nel personale». Tosi ha chiesto lo scioglimento di ALiSa, perché avrebbe fallito il proprio obbiettivo «e anche la giunta lo ha ammesso affidando la gestione dei conti della sanità ad una società esterna al costo di euro 450.000». Rispetto agli interventi per ridurre la spesa sanitaria non necessaria il consigliere ha fatto riferimento al ruolo di Asl3 e del Policlinico San Martino e ha proposto la riduzione del numero delle Asl.

Ferruccio Sansa (Lista Ferruccio Sansa presidente) ha presentato la relazione di minoranza del suo gruppo esprimendo forti critiche alla manovra di bilancio e, più in generale, sulla gestione regionale del sistema sanitario e ha annunciato voto contrario al provvedimento. «C’è un buco di 63 milioni nella sanità ligure e questo imporrà 35 milioni di tagli. La variazione che ci accingiamo a votare oggi – ha detto – non è semplicemente una conseguenza dell’aumento dei costi della sanità e dell’aumento esponenziale della spesa per alcuni prodotti, come i farmaci antitumorali. La variazione di oggi – ha aggiunto – è esattamente l’esito voluto, perseguito da scelte politiche che stanno tendendo allo smantellamento della Sistema Sanitario Nazionale». Il consigliere ha criticato, in particolare, la costituzione di AliSa: «Costa 420 milioni l’anno ed è un carrozzone inutile, ma va segnalata anche la scelta di premiare la sanità privata, la realizzazione di cosiddette “strutture di missione” e le consulenze date a società private per riorganizzare la sanità, oltre alle spese milionarie per pagare i “medici a gettone”». Secondo il consigliere, dunque, la giunta mancherebbe di coordinamento e di organizzazione nella gestione del sistema sanitario e ha dichiarato, inoltre, che l’amministrazione regionale intenderebbe smantellare il sistema sanitario pubblico e, infine, dopo avere illustrato i settori a cui sono state sottratte risorse per ripianare il deficit, ha invitato l’Assemblea a votare compatta contro la manovra.