Premio libro dell’anno sull’innovazione 2024, scelta la cinquina finalista. Ecco i titoli

Al voto della giuria popolare andranno: "Luna laboratorio di pace" (Egea), di Simonetta Di Pippo; "L'Asia al centro del cambiamento" (Treccani), di Giuseppe Gabusi; "Io & Ia" (Rubettino), di Riccardo Manzotti e Simone Rossi; "Io le patate le bollo vive" (Einaudi), di Roberto Sitia e Giuliano Grignaschi; "Il corpo artificiale" (Raffaello Cortina Editore), di Simone Rossi e Domenico Prattichizzo. La fase finale il 5 maggio a Padova al prossimo Galileo Festival

Il Premio Libro dell’Anno sull’Innovazione, alla sua seconda edizione, si propone di favorire le produzioni editoriali, con particolare attenzione alla qualità della scrittura, che raccontino e analizzino il mondo dell’innovazione sia sotto l’aspetto tecnologico che delle questioni etiche e filosofiche ad essa connesse. Il Premio, promosso da ItalyPost e gruppo Nord Est Multimedia, ha lo scopo di favorire la crescita culturale, promuovendo una moderna cultura dell’innovazione in grado di stimolare lo sviluppo del tessuto industriale italiano, in occasione del Galileo Festival della scienza e dell’innovazione, diretto da Giovanni Caprara, promosso da ItalyPost, dal Corriere della Sera e dal Comune di Padova

Si è riunita mercoledì 20 marzo in digitale la Giuria Scientifica del Premio che ha selezionato i 5 titoli che accederanno alla fase finale della selezione. I volumi scelti sono:
•  Simonetta Di Pippo, Luna laboratorio di pace (Egea) 
•  Giuseppe Gabusi, L’Asia al centro del cambiamento (Treccani)
•  Riccardo Manzotti e Simone Rossi, Io & Ia (Rubettino)
•  Roberto Sitia e Giuliano Grignaschi, Io le patate le bollo vive (Einaudi) 
•  Simone Rossi e Domenico Prattichizzo, Il corpo artificiale (Raffaello Cortina Editore) 

La giuria era composta inoltre da diverse personalità del mondo dell’impresa, della scienza, del giornalismo e dell’Università, tra queste: Paola Arosio, giornalista, collabora con la Repubblica, Gabriele Beccaria, giornalista Tuttoscienze de La Stampa, Massimo Cerofolini, giornalista Eta Beta su Rai RadioUno, Elena Esposito, docente di Sociologia dei processi culturali e comunicativi Università di Bielefeld e Università di Bologna, Fabrizio Dughiero, prorettore al Trasferimento tecnologico e ai rapporti con le imprese Università di Padova, Salvatore Majorana, direttore Kilometro Rosso, Barbara Mazzolai, associate director IIT-Istituto Italiano di Tecnologia, Franco Ongaro, chief Space Business Officer Leonardo, Caterina Petrillo, presidente Area Science Park, Paola Pica, responsabile L’Innovazione del Corriere della Sera, Fabio Puglia, amministratore delegato Oversonic, Donatella Sciuto, rettore Politecnico di Milano, Roberto Siagri, fisico e amministratore delegato Rotonium, Simone Ungaro, chief Innovation Officer Leonardo. 
A presiedere la Giuria Scientifica del Premio Giovanni Caprara, direttore del Galileo Festival, che intervenendo durante l’incontro di selezione della cinquina ha commentato: “Il Premio Libro dell’Anno sull’Innovazione è un’occasione importante per approfondire la cultura dell’innovazione che si impone nel bene e nel male nella nostra vita quotidiana. Speriamo che i lettori siano molti perché questi libri sono uno strumento prezioso per capire meglio la fase di cambiamento e trasformazione di cui siamo tutti protagonisti”.

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Il Premio Libro dell’Anno sull’Innovazione entra ora nella fase finale: le 5 opere saranno esaminate dalla Giuria dei Lettori, composta da imprenditori, docenti, rappresentanti delle associazioni di categoria e giovani laureandi, chiamati a partecipare alla votazione per decretare il vincitore del Premio il 5 maggio 2023, a Padova, in occasione del Galileo Festival della Scienza e dell’Innovazione dove si terrà infatti la Cerimonia di Premiazione del titolo vincitore. 

LA CINQUINA FINALISTA: OPERE E AUTORI

“Luna laboratorio di pace” (Egea), di Simonetta Di Pippo

Libro | L’India che diventa la quarta nazione al mondo ad approdare sul suolo lunare; la Federazione Russa che fallisce di un soffio l’atterraggio con Luna-25; la Cina che con Chang’e 5 riporta a Terra campioni rocciosi alla ricerca di preziosi minerali sconosciuti; una sonda privata giapponese, con a bordo il primo rover degli Emirati Arabi, che non riesce ad allunare in modo controllato; gli Stati Uniti che ripartono con successo con la prima delle missioni Artemis: la Luna, e più in generale lo spazio, si affolla di attori, divenendo di fatto nuovo terreno di confronto geopolitico ed economico per le potenze del pianeta Terra. Affrontare il futuro dell’esplorazione spaziale e la creazione dei mercati ad essa associati richiede oggi un approccio cooperativo e inclusivo perché, quando la sfida è globale, anche la risposta deve essere globale. In questo saggio, Simonetta Di Pippo ci invita a guardare alla Luna e allo spazio non solo come occasione di sviluppo economico o come orizzonte per espandere la nostra conoscenza, ma anche come palestra nella quale tentare nuovi esercizi di diplomazia. Solo così, infatti, potremo fare sì che la geopolitica acquisisca davvero una dimensione inedita, impedendo che tutti i meccanismi terrestri, sostenibili e meno sostenibili, vengano semplicemente trasferiti e replicati oltre i confini del nostro pianeta.

Autore | Simonetta Di Pippo, laurea in Astrofisica e Fisica dello Spazio alla Sapienza Università di Roma e honoris causa in Environmental Studies e dottorato honoris causa in International Affairs, è Professor of Practice di Space Economy presso SDA Bocconi School of Management dove dirige lo Space Economy Evolution Lab (SEE Lab). È stata Direttrice Voli Abitati presso l’Agenzia spaziale europea, Direttrice Osservazione dell’Universo presso l’Agenzia spaziale italiana, Direttrice dell’Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari dello spazio extra-atmosferico. Con Egea ha pubblicato Space Economy. La nuova frontiera dello sviluppo (2022).

“L’Asia al centro del cambiamento” (Treccani), di Giuseppe Gabusi

Libro | Negli ultimi vent’anni l’ascesa della Cina e la sua crescente assertività in politica estera hanno introdotto all’interno dei mercati, delle istituzioni e della governance numerosi elementi di innovazione. Pechino sta per diventare la prima economia del mondo, mentre l’egemonia statunitense appare minacciata dal consolidamento di questo modello alternativo e lo stesso ordine liberale è entrato in crisi. D’altra parte, un’analisi approfondita delle singole questioni e del comportamento dei diversi attori pubblici e privati mostra quanto sia intellettualmente confortante ma del tutto ingannevole la logica binaria insita nell’idea di una “nuova guerra fredda” o dell’Occidente in declino davanti a un non meglio identificato “Oriente”, destinato a diventare il nuovo baricentro del potere mondiale. Con l’ambizione di aiutare a comprendere le molteplici opportunità offerte da un sistema mondiale in rapida trasformazione, questo libro – frutto degli studi sull’Asia realizzati dal Torino World Affairs Institute (T.wai) con il contributo di studiosi di relazioni internazionali e di economia politica globale affiliati a istituzioni britanniche, cinesi, statunitensi, canadesi, australiane, singaporiane e malaysiane – identifica sette vettori del cambiamento che hanno origine in Asia orientale: le relazioni tra Stato e mercato, la valuta digitale, la finanza per lo sviluppo, le catene globali del valore, le istituzioni regionali, l’impatto del cambiamento climatico e la sicurezza non-tradizionale. Gli autori evidenziano il potenziale dirompente di ogni vettore, individuando al contempo gli elementi cui i decisori dovrebbero guardare, con l’assunto che un’economia globale funzionante, sostenuta da istituzioni solide, è nell’interesse di tutti.

Autore | Giuseppe Gabusi è docente di International political economy e di Political economy dell’Asia orientale presso il Dipartimento di Culture, politica e società dell’Università di Torino. È tra i fondatori del Torino World Affairs Institute (T.wai), dove dirige il programma Asia Prospects e cura “rise”, l’unica rivista quadrimestrale open access in Italia sul Sud-Est asiatico contemporaneo. Ha scritto, tra l’altro, L’importazione del capitalismo. Il ruolo delle istituzioni nello sviluppo economico cinese (Vita e Pensiero, 2009).

“Io & Ia” (Rubettino), di Riccardo Manzotti e Simone Rossi

Libro | Chi sono io? O che cosa sono io? Una volta lo si sarebbe chiesto a un filosofo, poi a un neuroscienziato, oggi lo possiamo chiedere a una intelligenza artificiale, un IA, anzi una ia (in minuscolo). Ma la ia saprà che cosa è un io? La ia sarà un io? E l’io, poi, sarà qualcosa che si è o che si ha? Persi in questo labirinto di domande, un neuroscienziato e un filosofo della mente si confrontano con l’intelligenza artificiale in un dialogo a due (o a tre?) e si interrogano sulla natura di noi stessi e dei nostri alter ego artificiali. In un momento in cui le intelligenze generative (ChatGPT, Dall-E, OpenAI) sembrano diventare capaci di creare contenuti paragonabili a quelli degli essere umani, ci sentiamo smarriti. Siamo diventati obsoleti? Il cervello sarà in grado di competere con i computer dotati di nuovi algoritmi? C’è qualcosa che le macchine non hanno? E se ci fossimo trasformati in macchine a nostra volta? In fondo anche il cervello non contiene niente che la fisica non possa spiegare.

Autori | Riccardo Manzotti, filosofo e ingegnere, è professore ordinario di filosofia teoretica all’università IULM di Milano. È stato Fulbright visiting scholar al MIT di Boston e ha pubblicato decine di articoli scientifici e filosofici sulla coscienza e sull’intelligenza artificiale, oltre che sui media e il rapporto tra arte, mente e tecnologia. 

Simone Rossi è professore di neurologia all’Università di Siena dove dirige l’attività clinica relativa alla Malattia di Parkinson e il Si-BIN Lab (Siena Brain Investigation & Neuromodulation Lab). È stato presidente della Società Italiana di Psicofisiologia e Neuroscienze Cognitive e segretario della Società Italiana di Neurofisiologia Clinica. È un esperto internazionale di studi funzionali sul cervello, in particolare delle metodiche di stimolazione transcranica.

“Io le patate le bollo vive” (Einaudi), di Roberto Sitia e Giuliano Grignaschi

Libro | Che cosa sappiamo davvero della sperimentazione animale? Sappiamo, per esempio, che è soggetta a legislazioni ferree, recenti e in continua revisione? Che un Organismo preposto al Benessere animale è parte integrante di ogni staff di ricerca? Che i programmi di sostituzione delle cellule viventi sperimentali con modelli in vitro o in silico stanno facendo passi da gigante? Che l’apporto di un animale a un protocollo di ricerca può limitarsi a un piccolo prelievo di sangue? Fuori dal cinema e dai copioni precostituiti, due ricercatori di lunga esperienza rispondono a queste e a molte altre domande sul loro mestiere. Questo libro intende offrire, a chi abbia voglia di fermarsi e riflettere con calma, dati e considerazioni pratiche sull’uso dei modelli animali nella ricerca scientifica. La loro speranza – come medici e biologi coinvolti in prima persona sul campo della ricerca non meno che su quello del benessere animale – è che queste pagine aiutino ad affrontare il problema in modo razionale, senza lasciarsi sopraffare da ideologie o preconcetti, per giungere a conclusioni realistiche.

Autori | Roberto Sitia si appassiona alla ricerca da studente di Medicina, a Genova. Completata la sua formazione in due celeberrimi istituti anglosassoni, è tra i fondatori del DiBiT e dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano. Dal 1992 è membro dell’EMBO. Ha fatto ricerca e insegnato in Italia, Francia, Giappone, Regno Unito e Usa. Molti dei suoi allievi occupano posizioni di prestigio in Italia e all’estero. Da sempre si batte per colmare le distanze tra scienza e società.

Giuliano Grignaschi è laureato in Analisi chimico-biologiche e ha svolto attività di ricerca presso il dipartimento di Neuroscienze dell’IRCCS Mario Negri per circa vent’anni. Nel 2005 ha assunto il ruolo di Responsabile dello stabulario dell’IRCCS Mario Negri e dal 2019 è divenuto Responsabile del Benessere degli animali degli stabulari dell’Università degli Studi di Milano.

“Il corpo artificiale” (Raffaello Cortina Editore), di Simone Rossi e Domenico Prattichizzo

Libro | La robotica indossabile può migliorare la qualità della nostra vita, ma può rivelarsi fondamentale nella riabilitazione di chi ha subito danni cerebrali e defi cit neurologici. Il sesto dito, per esempio, può potenziare la presa dei pazienti con paresi della mano, le cavigliere vibranti possono sostenere il cammino nei malati di Parkinson, e un dispositivo comandato da smartphone può aiutare nella terapia degli acufeni. La sfi da di questa linea di ricerca è legata alle neuroscienze, fondamentali per capire come il cervello sia in grado di riadattarsi plasticamente a componenti del corpo del tutto nuove. È quindi imprescindibile che neuroscienze e ingegneria lavorino e crescano insieme, in una contaminazione produttiva. Due protagonisti della ricerca di frontiera raccontano in questo libro a che punto siamo, dove stiamo andando, cosa cambierà per le nostre vite nel prossimo futuro.

Autori | Simone Rossi, neurologo e neurofisiologo clinico, professore associato di Fisiologia umana, insegna Neurofisiologia presso l’Università degli Studi di Siena. Dirige il Brain Investigation & Neuromodulation Lab e la sezione clinica per la Diagnosi e la terapia della malattia di Parkinson e dei disturbi del movimento. Con Raffaello Cortina ha pubblicato Il cervello elettrico (2020). 

Domenico Prattichizzo è professore di Robotica e Automatica all’Università di Siena, dove è Delegato del rettore per il trasferimento tecnologico. È direttore del SIRSLab (Siena Robotics and Systems Lab).