Regione Liguria: Testo unico contro il crimine organizzato, per la cultura della legalità e sui beni confiscati

Il Palazzo di Regione Liguria in Piazza De Ferrari a Genova

Il Consiglio regionale ha approvato all’unanimità il Testo unico della Proposta di legge del Consiglio regionale n. 121 e del Disegno di legge della giunta regionale n. 127: “Modifiche alla legge regionale 5 marzo 2012, n. 7 (iniziative regionali per la prevenzione del crimine organizzato e mafioso e per la promozione della cultura della legalità) e alla legge regionale 16 febbraio 2016, n. 1 (legge sulla crescita) in materia di beni confiscati alla criminalità organizzata”.

Nel provvedimento si precisa che la Regione riconosce la valorizzazione dei beni confiscati alla criminalità. Per favorire il pieno riutilizzo di questi beni la Giunta adotta un Piano strategico regionale per la valorizzazione dei beni confiscati che viene approvato dalla giunta dopo avere consultato la Commissione consiliare competente e il Consiglio delle Autonomie locali. Il Piano ha durata triennale e può essere aggiornato annualmente. Il Piano è elaborato in coerenza con il Documento di economia e finanza regionale, tiene conto della Strategia nazionale per la valorizzazione dei beni confiscati e dei dati rilevati dall’Osservatorio e delle risultanze del Tavolo già costituiti e indica gli obiettivi specifici, la consistenza quantitativa e qualitativa del patrimonio confiscato in Liguria, le tipologie di intervento da realizzare e le priorità, le risorse finanziarie e organizzative e le strutture regionali competenti per l’attuazione degli interventi.

Tipologie di intervento sui beni confiscati. Le tipologie di intervento relative al riutilizzo dei beni confiscati riguardano le politiche sociali, abitative, la riqualificazione urbana, lo sviluppo economico e occupazionale e sono previsti interventi di recupero e ri-funzionalizzazione del bene per finalità sociali (servizi socio-sanitari), educative e socio-culturali, per l’emergenza abitativa, la protezione civile e i presidi di legalità.

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Iniziative previste. Fra gli obbiettivi del Piano ci sono attività sociali o culturali, la ripresa o l’avvio di attività economiche come l’imprenditoria sociale, il potenziamento delle competenze tecnico-amministrative e progettuali del personale degli enti locali assegnatari dei beni confiscati, anche tramite convenzioni con l’Università, la cooperazione fra gli attori istituzionali responsabili del recupero e valorizzazione dei beni confiscati, anche tramite la stipula di protocolli di intesa. Il Piano include iniziative di informazione e di educazione alla legalità per diffondere la conoscenza delle attività di riutilizzo dei beni confiscati, anche d’intesa con l’Ufficio scolastico regionale.

Verifica e monitoraggio dell’attuazione della legge. La Giunta regionale si pone l’obbiettivo di verificare lo stato di attuazione del Piano tramite un monitoraggio che rileva gli interventi effettuati e i risultati conseguiti. Entro il 30 giugno 2025, e con successiva cadenza biennale, la Giunta presenterà al Consiglio regionale una relazione con dati e informazioni sull’attività svolta e il Consiglio regionale assicurerà la divulgazione degli esiti del controllo della valutazione della legge, anche mediante pubblicazione nel sito web istituzionale. Il Piano va approvato entro sei mesi dall’entrata in vigore della legge.

Partecipazione ai bandi. Gli Enti locali accedono ai contributi attraverso la partecipazione ad appositi bandi emanati dalla Giunta, che prevede anche la misura minima di compartecipazione finanziaria alla spesa pari, di norma, al 20 per cento del costo complessivo. Non sono, in ogni caso, ammissibili al contributo regionale progetti non coerenti con le finalità stabilite dall’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata (ANBSC) nel decreto di destinazione dell’immobile. Possono presentare domanda per l’accesso ai contributi anche gli enti locali che abbiano procedure di destinazione di beni confiscati in corso.

Offerta formativa. La Regione promuove, anche in collaborazione con l’ANBSC, Università, associazioni ed enti anche del terzo settore momenti di confronto e di sviluppo delle competenze tecniche e gestionali, anche nell’ambito dell’offerta formativa regionale. A cadenza triennale, il Tavolo è convocato in forma aperta al pubblico per un confronto e dibattito sull’attuazione degli obiettivi del Piano.

Finanziamenti. La giunta ha stanziato risorse pari a 600 mila euro per garantire l’applicazione della legge in modo coordinato e continuativo.

È stato approvato un emendamento presentato da Luca Garibaldi (Pd-Articolo Uno) che sottolinea che l’offerta formativa, riferita allo sviluppo delle competenze tecniche sui beni confiscati, sia da ricondurre nell’ambito dell’offerta formativa regionale. Approvato un emendamento di natura formale di Roberto Centi (Lista Ferruccio Sansa presidente).

Gli interventi in aula

Roberto Centi, presidente della VI Commissione Antimafia, ha illustrato il Testo unificato, nato dalla sintesi con il disegno di legge della giunta. «Il documento è il prodotto anche di una importante serie di audizioni che si sono svolte sui due progetti di legge originari. Vale la pena ricordare che sono stati sentiti: l’Agenzia nazionale per l’amministrazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, l’associazione LIBERA, il Comune di Genova nonché docenti di chiara fama nelle tematiche in discorso» ha sottolineato Centi. «Per ciò che concerne le misure di maggior impatto sull’ordinamento regionale – ha spiegato – il Piano strategico regionale per la valorizzazione dei beni confiscati rappresenta al tempo stesso una fotografia e uno strumento di programmazione nella materia, sistematizzando tutti gli interventi regionali che la riguardano. Altra misura di sicuro rilievo – ha aggiunto – è quella per cui si positivizza in previsioni di rango legislativo la possibilità per gli Enti locali di partecipare a un bando della Giunta regionale per accedere a contributi per interventi di valorizzazione dei beni confiscati a loro destinatati». Il presidente della VI Commissione ha sottolineato, inoltre, l’importanza della stipula di protocolli d’intesa per migliorare il sistema informativo e conoscitivo del patrimonio confiscato presente sul territorio regionale e facilitare l’avvio dei progetti di recupero. Roberto Centi ha sottolineato, infine, l’importanza del fondo annuo regionale di 600 mila euro, destinato alla valorizzazione dei beni confiscati alla criminalità organizzata, e ha rilevato che entrambi i progetti di legge da cui è scaturito il testo unificato hanno ottenuto il parere favorevole del CAL. Il presidente della Commissione Antimafia ha rivolto un ringraziamento particolare agli uffici regionali per l’impegno e la professionalità dimostrati nella elaborazione del Testo unico.

Il vicepresidente della Commissione Antimafia Chiara Cerri ha illustrato le finalità della legge e ha illustrato nel dettaglio i bandi destinati ai Comuni e ne ha definito nel dettaglio gli aspetti. Cerri ha sottolineato che il fondo annuale messo a disposizione garantisce finalità operative e concrete al provvedimento e ha ringraziato i componenti della commissione degli uffici per il lavoro svolto.

Luca Garibaldi (Pd-Articolo Uno) ha rilevato l’importanza del tema in un particolare contesto socio culturale in cui le organizzazioni criminali si sono evolute e ha sottolineato il positivo lavoro fra territorio e associazioni interessate. Secondo il consigliere è molto positivo il contribuito fisso annuale messo a disposizione della legge per la prima volta e ha definito il provvedimento un primo passo importante nella lotta alla criminalità sottolineando l’importanza del controllo sugli appalti pubblici.

Mabel Riolfo (Gruppo misto) ha rilevato l’importante lavoro di sintesi fatto dalla commissione fra il provvedimento proposto dal Consiglio regionale e quello della giunta. Riolfo ha ringraziato il presidente della Commissione Centi e l’assessore Alessio Piana e ha auspicato il sostegno della Regione ai Comuni affinché questi beni confiscati siano risanati e riutilizzati anche per fini sociali. Il consigliere ha ricordato l’esempio virtuoso nel recupero dei beni confiscati del Comune di Bordighera.

Paolo Ugolini (Mov5Stelle) ha rilevato che il testo è un passo significativo per la promozione della legalità, per il contrasto alla criminalità e per sensibilizzare la comunità su questo fenomeno ed è un esempio virtuoso di come le istituzioni possono collaborare per promuovere la legalità.

Ferruccio Sansa (Lista Ferruccio Sansa presidente) ha ribadito la bontà del provvedimento assunto dalla Regione e ha sottolineato che la mafia si è modificata, è meno identificabile ed è confusa con l’economia e la politica. Anche Sansa ha ringraziato il presidente della Commissione antimafia Centi e l’assessore Alessio Piana

Gianni Pastorino (Linea Condivisa) ha ricordato l’impegno della minoranza, nella precedente legislatura, per la costituzione della Commissione consiliare antimafia e ha ribadito la gravità del fenomeno della criminalità organizzata anche in Liguria e la necessità di accrescere la cultura della legalità.

Sonia Viale (Lega Liguria-Salvini) (nella precedente legislatura è stata assessore alla Sanità e sicurezza sociale, ndr) ha dichiarato che oggi si scrive una bella pagina nella storia della Liguria e ha ricordato la propria esperienza parlamentare nella commissione Giustizia alla Camera che, nel 1996, approvò la legge nazionale che disponeva l’uso dei beni confiscati alla mafia e ha illustrato i successivi passaggi legislativi nazionali per rendere sempre più operative queste disposizioni.

Angelo Vaccarezza (Forza Italia) ha sottolineato che la Liguria da tempo è impegnata nel contrasto alle organizzazioni mafiose e per promuovere la cultura della legalità. Secondo il consigliere oggi è la giornata simbolo della lotta alla mafia e la legge attuale qualifica tutta la Liguria

Alessandro Bozzano (Cambiamo con Toti presidente) ha riconosciuto l’impegno convinto di tutte le forze politiche per arrivare ad un testo condiviso evitando strumentalizzazioni e rappresentando un ottimo metodo per raggiungere obbiettivi legislativi comuni.

Veronica Russo (FdI) ha raccontato la propria esperienza all’interno della Commissione Antimafia e ha rilevato l’alto interesse dimostrato dai colleghi su questo tema. Il consigliere ha ricordato il proprio impegno, anche in qualità di amministratore nel ponente ligure, in manifestazioni per sensibilizzare la comunità contro il fenomeno mafioso.

Claudio Muzio (FI) ha condiviso il ricordo delle azioni che hanno portato alla istituzione della Commissione consiliare antimafia, che ha sempre dimostrato compattezza a partire dall’elezione all’unanimità di Roberto Centi, presidente della stessa Commissione.

Alessio Piana, assessore allo sviluppo economico con delega alla sicurezza ha sottolineato, «a nome della giunta, il grande lavoro bipartisan volto a dare una normativa sulle politiche di valorizzazione dei beni confiscati più adeguata alla consistenza e all’importanza del fenomeno mafioso sul territorio regionale». «Ad oggi – ha aggiunto – sono 41 i Comuni liguri che hanno almeno un bene confiscato sul loro territorio. Mentre sono 394 i beni confiscati, 244 in gestione all’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata (ANBSC) e 150 destinati agli enti locali, pubblici o statali». L’assessore ha rilevato: «Dati rilevanti che ci hanno spinto a considerare l’ampliamento dell’art.11 della disciplina vigente in materia, la l.r. 7/2012, che avrà così, grazie a questo intervento legislativo, un finanziamento autonomo. La legge, infatti – prosegue Alessio Piana – ha visto la sua prima attuazione solo con la giunta Toti nel 2020 e successivamente nel 2022, permettendo, al momento, il recupero di 41 beni immobili confiscati alla criminalità organizzata. Ma non era ancora dotata di capitoli propri di bilancio. Questa novità dimostra quanto sia cresciuta la sensibilità sul tema e l’attenzione regionale nel mettere in campo misure più strutturali per contrastare il fenomeno mafioso e promuovere la cultura della legalità. Regione svolgerà, così, un ruolo di stimolo e sostegno per gli enti locali, destinando annualmente risorse in favore di questa attività di recupero. In più – conclude l’assessore – verrà introdotto il Piano strategico regionale per la valorizzazione dei beni confiscati, uno strumento di programmazione che metterà a sistema queste opportunità con le altre misure regionali, e verrà data possibilità agli Enti locali di presentare domanda di contributo anche in una fase antecedente al decreto di ANBSC di destinazione del bene».

Minorenni e criminalità organizzata

È stato approvato all’unanimità dal Consiglio regionale un ordine del giorno, presentato da Sonia Viale (Lega Liguria – Salvini) e sottoscritto da tutti gli altri gruppi, che impegna la giunta regionale a farsi parte attiva presso tutte le istituzioni competenti affinché venga ulteriormente rafforzata la gestione delle inchieste sulla criminalità organizzata in Liguria, con particolare potenziamento delle procure minorili, e a rafforzare la collaborazione e la formazione degli operatori del sistema dei servizi sociali e del sistema di giustizia minorile sul disagio giovanile proponendo o rinnovando accordi tra Regione, Ministero della giustizia  e Procura della Repubblica e della Procura presso il Tribunale dei minorenni.

Protocolli d’intesa in materia di beni confiscati alla criminalità organizzata

È stato approvato all’unanimità dal Consiglio regionale un ordine del giorno, presentato da Stefano Mai (Lega Liguria – Salvini) e sottoscritto da altri gruppi, che impegna la giunta a prevedere, nei protocolli d’intesa per l’utilizzo dei beni confiscati alla criminalità organizzata previsti dal testo unificato: l’analisi congiunta dei dati afferenti al patrimonio confiscato; lo sviluppo di un sistema di geolocalizzazione; il supporto agli enti locali per la pubblicazione dei dati relativi ai beni confiscati; l’individuazione delle risorse necessarie per cofinanziare la realizzazione degli interventi; azioni di comunicazione e sensibilizzazione dirette agli enti locali; diffusione della cultura della legalità; valorizzazione dei beni confiscati per finalità sociali e istituzionali, comprese eventuali demolizioni e ricostruzioni; semplificazione dei procedimenti amministrativi correlati; salvaguardia dei lavoratori delle imprese confiscate e tutela delle imprese stesse; tutela dei gestori del bene ripristinato.