Il turismo nella Provincia di Savona: quale ruolo, per il futuro del settore

viaggiatore

Venerdì 12 gennaio nell’Aula Magna della Confcommercio Savona sono state presentate due indagini realizzate nel periodo ottobre – dicembre 2023 nei confronti di imprese e lavoratori del settore del turismo della Provincia di Savona.

L’Ente Bilaterale Turismo della Provincia di Savona, che raggruppa le organizzazioni provinciali di Savona dei datori di Lavoro FIPE, Federalberghi, FAITA, FIAVET e dei sindacati dei lavoratori Fisascat-CISL Uiltucs-Uil, Filcams-CGIL, dal 2018 ha dato vita ad un Osservatorio per analizzare il settore del turismo, capirne l’andamento e proporre delle linee di sviluppo.

L’obiettivo che ha mosso l’Ente Bilaterale Turismo di Savona è stato quello di capire le vere potenzialità del settore anche rispetto alle altre province liguri. Tutto ciò per riuscire ad avere quella giusta consapevolezza ed autorevolezza e per costruire azioni di sviluppo tese al sostegno delle imprese, all’aumento dei posti di lavoro sia diretti che indiretti.

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Vogliamo che finalmente si prenda atto – spiega Pasquale Tripodoro presidente dell’EBTurismo Savona rappresentante dei datori di lavoro – dell’importanza che le imprese del settore del turismo, accoglienza, pubblici esercizi, intrattenimento, stabilimenti balneari, hanno nel panorama economico provinciale. L’obiettivo è consentire alle imprese di continuare a generare ricchezza diretta ed indotta attraverso i posti di lavoro”. “Il turismo a livello mondiale – prosegue Tripodoro – è in continua espansione e la nostra provincia di Savona ha iniziato ad intercettare maggiori flussi di turisti stranieri che possono portare maggiore ricchezza sul territorio, sarà necessario lavorare al massimo per far sì che questa tendenza si possa rafforzare e sviluppare ulteriormente”.

Dalla ricerca – afferma Giorgio Vento Vice Presidente dell’EBTurismo Savona rappresentante dei sindacati dei lavoratori- emerge che aziende e lavoratori del comparto turistico si trovano di fronte a problemi ormai strutturali, come la stagione lavorativa sempre più corta e la difficoltà a trovare personale”.

Come Ente Bilaterale – sottolinea Vento – intendiamo proporre soluzioni che vadano incontro alle esigenze del mercato, puntando sulla formazione, sia imprenditoriale che dei lavoratori dipendenti, e sul sostegno contrattuale che renda sostenibile la destagionalizzazione. Diventa fondamentale creare servizi per aiutare le aziende a trovare personale formato e creare le condizioni per rendere il turismo un settore lavorativo attraente soprattutto per i giovani.”

L’Ente Bilaterale Turismo della Provincia di Savona, «con questo studio vuole condividere con tutti quei soggetti pubblici e privati che hanno a cuore lo sviluppo del turismo nella provincia di Savona, una serie di informazioni per riuscire a coordinare al meglio gli interventi. Questo nostro lavoro vuole essere un supporto operativo e dettagliato verso tutti coloro che sono chiamati, a qualsiasi livello, a svolgere ruoli di programmazione ed analisi per lo sviluppo economico provinciale. Riteniamo infatti che ci sia la necessità di adottare scelte condivise a tutti i livelli nell’interesse più generale del settore.»

INDAGINE CONSUNTIVA 2023 SULLE IMPRESE E SUI LAVORATORI DEL SETTORE TURISMO IN PROVINCIA DI SAVONA Nota di sintesi ai report presentati

Con 5 milioni di presenze nei primi 10 mesi dell’anno la provincia di Savona si colloca, in questo momento, al primo posto, fra le province liguri, per numero di pernottamenti nelle strutture ricettive.

Anche nel 2023 a Savona le presenze italiane sono maggiori di quelle straniere e rappresentano il 71% del totale, ma quelle dei turisti provenienti dall’estero sono in aumento e già nei primi 10 mesi dell’anno superano il totale dell’anno precedente (2022).

Purtroppo permane ancora una forte stagionalità dei flussi turistici, anche se i turisti stranieri sono distribuiti più gradualmente nel corso della stagione.

Il campione di imprese intervistato rappresenta le aziende turistiche savonesi afferenti al CCNL Turismo espressione di questa bilateralità che ha promosso l’osservatorio provinciale.

Si tratta di imprese ricettive, alberghiere ed extralberghiere, di imprese della ristorazione, di pubblici esercizi, di agenzie viaggi, di stabilimenti balneari e di tutte quelle attività di servizio connesse al turismo ed indicate nel contratto nazionale.

L’indagine è avvenuta nel periodo ottobre-dicembre 2023 ed intende essere un primo consuntivo sulle dinamiche turistiche della stagione, sull’organizzazione del processo produttivo e sui primi risultati aziendali.

Il 33% delle imprese ci dicono che nel 2023 i clienti sono aumentati, con varie intensità, rispetto al 2022, mentre nel 28% di esse sono diminuiti.

Per quanto riguarda i ricavi la risposta delle imprese è divisa equamente fra un aumento (31%) ed una diminuzione (31%), mentre per il 38% sono rimasti stabili.

Invece i costi sono generalmente aumentati nell’85% delle imprese e solo un 3% ne ha registrato una diminuzione.

Anche i prezzi dei servizi sono aumentati nel 60% delle imprese, mentre per l’altro 40% sono rimasti stabili.

Rispetto ai turisti, la tipologia di clientela prevalente è ancora legata al segmento del turismo balneare (83% delle imprese), ma è interessante notare la crescita del turismo sportivo e dell’outdoor, segnalato come clientela dal 31% delle imprese turistiche della provincia di Savona. I clienti del turismo enogastronomico investono solo il 7% delle imprese e quelli di matrice culturale solo il 3% di esse. Due segmenti, questi ultimi, sicuramente da sviluppare meglio in futuro.

Secondo il 50% delle imprese nel 2023 è aumentata anche la qualità dei servizi e quasi la metà delle imprese (43%) ha introdotto nuovi prodotti e servizi per la clientela. Una risposta dinamica e positiva ad un mercato turistico sempre in continua evoluzione e con una clientela sempre più esigente e con nuovi bisogni da soddisfare.

Dicevamo della clientela straniera in aumento, fatto registrato dal 53% delle imprese, così come sono aumentati i clienti che prenotano online (41% delle imprese) e quelli che usano sistemi di pagamento elettronico (dato segnalato da ben il 79% delle imprese).

Sotto il profilo dell’impatto occupazionale il 2023 ha visto un aumento del numero di occupati nel 21% delle imprese, mentre il 70% di esse ha mantenuto la stessa forza lavoro dell’anno precedente.

La ricordata stagionalità dei flussi turistici condiziona le dinamiche occupazionali e ben il 73% delle imprese afferma di ricorrere al lavoro stagionale che addirittura per il 29% delle imprese rappresenta ben oltre il 75% dell’intera forza lavoro. E nel 19% delle imprese la quota di dipendenti stagionali è aumentata rispetto al 2022, mentre per il 75% è rimasta la stessa. La durata media di questi contratti non ha superato, nell’80% delle imprese, i 6 mesi, con contratti fino a 4 mesi nel 30% di esse.

Nel 2023 un 40% delle imprese turistiche della provincia di Savona afferma di aver avuto difficoltà totale o parziale a reclutare personale per la stagione. Le ragioni sono molteplici, ma la prevalente (73% delle imprese) è che non si trovano più persone disponibili a lavorare nel settore, un fatto che, al netto delle altre motivazioni, ma con uno sguardo anche al 22% delle imprese che affermano che gli italiani non vogliono più lavorare nel turismo, pone una questione strutturale di scarsa attrattività dell’occupazione turistica, che in prospettiva potrebbe cambiare la mappa della forza lavoro nel settore stesso. Da segnalare anche altre ragioni, come l’indisponibilità al lavoro nei giorni festivi (56% delle imprese), la difficoltà a trovare persone con esperienza e competenza (44% delle imprese) ed a seguire, una serie di motivazioni legate alla qualità del lavoro stagionale in termini di intensità, breve durata e stipendi.

Le imprese turistiche savonesi hanno avuto difficoltà a reperire personale per la stagione 2023, ma i loro criteri di reclutamento sono ancora, in larga parte, la conoscenza diretta (70% delle imprese) e la presentazione di curricula da parte dei candidati (42% delle imprese). In pratica, se uniamo a questi dati anche quel 21% delle imprese che si rivolge agli altri colleghi, prevale ancora una forma di passa parola. Certo che, rispetto alle analisi effettuate negli anni precedenti, vuoi forse anche per una difficoltà di reclutamento del personale nel 2023, si nota un incremento significativo, da parte delle imprese, dell’uso delle reti telematiche e dei social (25% delle imprese). Salgono, inoltre, come utilizzo il rivolgersi ai centri per l’impiego (11% delle imprese) e registrano anche un leggero incremento le associazioni di categoria, le scuole e gli enti di formazione e le società interinali.

Sotto il profilo degli investimenti effettuati nel 2023 le imprese si sono concentrate soprattutto su quelli strutturali (52% delle imprese), mentre in misura minore sono stati effettuati investimenti in digitalizzazione (27% delle imprese) ed investimenti c.d. green (37% delle imprese).

Purtroppo solo il 27% delle imprese ha svolto corsi di formazione per il personale durante il 2023. Per il 73% di coloro che non hanno effettuato alcuna attività formativa, le motivazioni sono diversificate, anche se prevale il fatto che queste imprese abbiano giudicato il proprio personale già adeguatamente formato per le esigenze aziendali (56% delle imprese). Invece, lato imprese, il 63% di degli imprenditori sente il bisogno di fare corsi di formazione, ma solo il 37% di essi li ha fatti nel 2023.

La scarsa propensione al rapporto con la formazione e la difficoltà di dialogo e collaborazione fra pubblico e privato, vengono evidenziate anche dal fatto che solo il 19% delle imprese ha ospitato personale in stage di scuole o enti di formazione nel 2023.

In termini di prospettive per la propria impresa nel 2024, a parte un 36% che dichiara che è ancora presto per fare previsioni (ma le interviste sono state realizzate nell’ultimo trimestre del 2023!), abbiamo un 38% che pensa che la prossima stagione sarà come quella passata ed un 15%, invece, che pensa sarà migliore. Coloro che pensano sarà peggiore sono solo l’11%.

La ricerca ha realizzato anche un’indagine su un campione di dipendenti delle aziende del turismo savonese, sempre afferenti al CCNL Turismo, per avere un quadro del settore dal punto di vista dei lavoratori rispetto alla stagione passata.

Il profilo del campione ha queste caratteristiche:

  • 51% donne
  • Età prevalente dai 20 ai 30 anni (29%), a seguire dai 30 ai 40 anni (28%)
  • Prevalentemente diplomati (51%) con un 21% di laureati
  • 8% di lavoratori stranieri per la prevalenza dei quali (72%) questo lavoro è stato fattore d’integrazione
  • 38% di contratti a tempo indeterminato, il resto soprattutto stagionali ed a termine
  • Il 66% dei contratti stagionali hanno durata non oltre i 6 mesi (molti di durata inferiore), ma che è stata raggiunta con contratti più brevi e rinnovati nel 32% dei casi
  • 45% di part-time
  • Il 64% fra il IV ed il VI livello contrattuale
  • Distribuiti prevalentemente in aziende della riviera e di Savona città

Il 39% delle donne si è sentito discriminato sul lavoro nel 2023 e la ragione principale (44% dei casi) è imputata al clima sessista sul lavoro, oltre al fatto di come non sia possibile conciliare i tempi di vita-lavoro (33%). La discriminazione è sentita anche come non possibilità di fare carriera (22%), mentre sussistono altre ragioni non specificate (22%) e la convinzione di essere pagata di meno (17% dei casi).

I lavoratori del turismo savonese si sentono competenti nella quasi totalità (97% dei rispondenti) con una punta di ben il 25% che si sente molto competente. Quei pochissimi (3%) che si sentono poco competenti lo sono in larga parte perché ritengono questo lavoro temporaneo e provvisorio.

Il 92% dei lavoratori pensa di aver trasferito le proprie competenze all’azienda che ne ha fruito, nei casi specifici, abbastanza (53%) o molto (29%).

L’89% dei lavoratori ha effettuato corsi di formazione non obbligatori e questa formazione è stata utile per acquisire nuove competenze (91%) ed ha anche migliorato i rapporti con i colleghi di lavoro nel 45% dei casi

Non è stato difficile lavorare nel turismo (89% dei rispondenti), ma il passa parola è ancora la modalità prevalente per essere assunti. Il 51% è stato assunto per conoscenza diretta, il 17% ha presentato direttamente il proprio curriculum vitae ed il 16% è stato segnalato da altri colleghi. Attraverso i centri per l’impiego hanno trovato lavoro il 3% dei dipendenti, stessa percentuale per le società interinali e solo il 2% attraverso scuole o enti di formazione.

Secondo i lavoratori, infine, questo lavoro nel turismo non consente soprattutto di crescere professionalmente (36% dei rispondenti) e di migliorare la propria condizione economica (34% dei casi). Le prospettive di carriera e di reddito sono quindi i due maggiori motivi di insoddisfazione, in un settore che, come si è visto, registra una forte componente di addetti sotto i 40 anni.