Laigueglia ha salutato per l’ultima volta Bruno Zanoni

di Claudio Almanzi – Si è svolta ieri a Laigueglia la Santa Messa di Settima per Bruno Zanoni il grande promoter, imprenditore ed ex ciclista professionista inventore del celebre “Muretto del ciclismo”. A piangerlo non solo il mondo dello sport e delle due ruote, ma anche tutti coloro che hanno avuto la fortuna di conoscerlo. Un carattere spendido, amico e consigliere di tutti era sincero, diretto, generoso, appassionato, giososo ed altruista: una grave perdita. Paolo Viberti lo ricorda così con commozione: “Laigueglia non sarà più la stessa, per me, senza Bruno: perché lui e solo lui aveva le chiavi del buon umore e dell’ospitalità. Non posso ancora pensare di andare sin là senza incontrarlo… Cari Iussi, Mara e Matteo: non dimenticatevi mai di aver avuto il privilegio di vivere accanto a un uomo straordinario. Nel suo significato etimologico: fuori dall’ordinario. Ne son rimasti pochi davvero”.

Zanoni, che non è stato solo un ciclista, ma anche allenatore, direttore sportivo, direttore tecnico, presidente, promoter, organizzatore, è scomparso a soli 71 anni per un male incurabile. A salutarlo nella Chiesa parrocchiale di San Matteo il giorno del funerale c’era tutto il suo mondo: Serge Parsani, Gianni Motta, Giuseppe Perletto, Osvaldo Bettoni, Claudio Corti, Pietro e Vittorio Algeri, Pierino e Nicola Gavazzi, Isaia Spinelli, Giovanni Mantovani, Josef Erba, Giordano Tironi, Ennio Vanotti, Enrico Maggioni, Fabrizio Macchi, Giorgio e Paolo Viberti, Fabrizio Della Fiori e tanti tencnici, presidenti, allenatori, dirigenti e giornalisti sportivi.

Bruno è stato l’ insostituibile patron della classica di apertura del ciclismo italiano il Trofeo Laigueglia, meraviglioso marito della signora Iussi Marchiano, splendido papà di Matteo Zanoni e Mara Zanoni, affettuoso nonno e prezioso amico di tanti appassionati della bicicletta e non solo.
Era stato un talento ciclistico su pista da giovane: campione italiano nell’inseguimento a squadre dilettanti nel 1973, passato al professionismo non aveva ottenuto grandi successi: una sola vittoria, la prima semitappa dell’undicesima tappa del Giro d’Italia 1978 con arrivo ad Assisi. Fu secondo anche nella quindicesima tappa del Giro d’Italia 1974. Su pista partecipò ai mondiali di Monteroni a Lecce nel 1976, quelli vinti da Moser, dove si classificò settimo nell’inseguimento individuale. Divenne famoso soprattutto per essere stato l’ultima Maglia Nera del Giro d’Italia, motivo per il quale venne invitato a tanti circuiti post Giro e molte trasmissioni televisive dove potè esprimere tutta la sua simpatia e gioia di vivere.
La nostra redazione si unisce al dolore dei parenti e degli amici per la perdita di una così grande persona.

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