Terreni Creativi: vogliamo vedervi ancora danzare

di Alfredo Sgarlato – Seconda serata della quattordicesima edizione del Terreni Creativi festival, presso l’azienda agricola Bio Vio, partner abituale della rassegna. Si inizia di nuovo con una performance di danza, “Variazione n°1- Studio”, eseguita da Sorelle di damiano, ovvero Sofia Pazzocco e Simona Todeschini. Una ragazza seduta per terra trae da un sintetizzatore suoni estremi, al limite dell’inudibile (che contrasto con il silenzio che accompagnava la performance della serata precedente!). Una seconda ragazza balla assecondando il suono. Una performance complessa, molto forte, che ha coinvolto notevolmente il pubblico, che ha lungamente applaudito le brave, e giovanissime, interpreti.

Spettacolo centrale della serata “I greci, gente seria! Come i danzatori”, di e con quotidiana.com, ovvero Paola Vannoni e Roberto Scappin, spettacolo vincitore del Premio Dante Cappelletti. Un uomo e una donna sono in scena con accanto solo qualche bottiglia di plastica. Accennano goffamente alcuni passi di danza. Iniziano quindi un lungo dialogo, quasi sussurrato com’è nello stile della compagnia, in cui luoghi comuni e profonde meditazioni, citazioni colte e battute fulminanti si alternano in uno spietato ritratto di una società che parla tantissimo senza avere nulla da dire. Quotidiana.com è un’ospite ricorrente di Terreni Creativi e ogni volta ci sono piaciuti molto, ma ieri sera hanno veramente dato il meglio di sé con un testo straordinario e un’interpretazione sentita. Quando una liberatoria canzone punk annuncia il finale il pubblico esplode in un caloroso applauso, e allora Paola Vannoni esce a ringraziare il pubblico e gli organizzatori, per come hanno saputo creare una realtà artistica e una comunità, e allora l’applauso si fa interminabile ovazione per i commossi ragazzi di Kronoteatro.

La serata continua col DJ set in cui Gianluca Petrella, trombonista collaboratore di Enrico Rava, Paolo Fresu, Hamid Drake, Carla Bley, Pat Metheny e mille altri, passa dischi jazz, funky, afrobeat; si balla, si beve, si mangia un ottimo gelato, ma rimane la tristezza data dal pensiero che questa possa essere davvero l’ultima edizione di un festival tra i più originali e creativi d’Italia (che abbiamo solo noi ad Albenga), peraltro sempre baciato da una forte presenza di pubblico, anche giovane, aspetto davvero raro. Davvero si vuole che chiuda una realtà, una comunità così forte solo pochi mesi dopo aver ricevuto il prestigioso Premio Ubu? Amministratori, Fondazioni, sponsor, si mettano una mano sulla coscienza prima che sul bilancio e permettano che il festival continui.

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*Foto di Luca Del Pia dalla pagina Facebook di Terreni Creativi Festival