A un anno esatto dalla presentazione dell’intervento di valorizzazione di Palazzo della Rovere, questo pomeriggio nella Sala della Sibilla del Priamar è stato illustrato il progetto esecutivo e l’esito del percorso partecipativo che ha coinvolto 400 savonesi e che era finalizzato alla definizione della nuova identità di questo nuovo polo culturale della città; dei servizi di comunità che dovrà contenere e del palinsesto culturale durante la fase del cantiere.
Erano presenti il sindaco Marco Russo, gli assessori Ilaria Becco, Nicoletta Negro, Gabriella Branca, Andrea Canziani del Ministero della Cultura, rappresentanti di IRE, della società Politecnica che ha curato il progetto di restauro e valorizzazione, la progettista culturale Antonella Agnoli e Itinerari Paralleli che ha portato avanti il processo partecipativo.
“Ciò che presentiamo oggi – ha detto il sindaco Russo – è frutto di un lavoro corale che ha visto coinvolti anche tanti savonesi, più di 400 che hanno preso parte agli incontri e partecipato alla discussione. Vorrei ringraziare anche i nostri Uffici che si sono fatti carico di un grande lavoro per garantire il rispetto dei tempi stretti previsti dal PNRR: entro luglio partirà il cantiere che dovrà concludersi nel 2026”.
Il sindaco ha aggiunto che “Palazzo della Rovere, in sinergia con altri luoghi della città in via di trasformazione, sarà polo socio-culturale di una città, come la nostra, che si sta preparando per la candidatura nel 2024 a Capitale Italiana della Cultura”.
A Palazzo della Rovere la nuova biblioteca comunale conviverà con spazi per laboratori, lettura libera, eventi, un centro di aggregazione. Il lavoro è stato realizzato a valle di un’accurata indagine conoscitiva sugli aspetti strutturali e tipologici dell’edificio, il cui nucleo originario risale al XV secolo per opera di Giuliano da Sangallo su commissione della famiglia nobiliare Della Rovere. L’edificio nel corso del tempo ha subito diversi interventi, per diventare nel 1600 sede di una comunità di Clarisse e in epoca napoleonica assumere la funzione di tribunale che ha mantenuto fino agli anni 90 del secolo scorso.
“Si tratta di un edificio a carattere storico che all’interno presenta elementi di grande pregio storico e artistico accanto ad altri incongruenti dovuti agli interventi stratificati nel tempo – ha spiegato l’architetto Micaela Goldoni, coordinatrice del team di progettazione di Politecnica – la sua posizione, inoltre ha finito per rappresentare una sorta di cesura tra il porto e la città storica. Il progetto punta proprio a sanare questi aspetti, aprendo il passaggio attraverso il palazzo sul mare, ricucendo così il tessuto urbano che troverà nella corte interna dell’edificio e nei suoi ambienti spazi di aggregazione urbana nuovi ed inclusivi. Grazie al costante confronto ed alla collaborazione con gli Enti, è stato possibile elaborare un progetto sostenibile e rispettoso del valore storico artistico e culturale che questo complesso architettonico rappresenta per la città”.
Gli spazi da valorizzare coprono più di 5mila mq, di cui 400mq all’aperto: oltre alla corte interna, che ospiterà nuovi alberi ed essenze, si aggiungono la terrazza superiore che verrà adibita ad orto botanico e le terrazze inferiori che ospiteranno un pergolato verde. Inoltre, i locali con accesso da via dei Vacciuoli e vico del Marmo saranno riaperti e utilizzati come spazi culturali legati alla biblioteca o per attività socioculturali.
La grande scala ricavata nella torre dei Mullasana costituirà il tema architettonico più innovativo: un percorso verticale che accompagna il visitatore dall’ingresso su via Pia ai vari livelli riproponendo il volume a doppia altezza del quadrinartece ormai perduto.
“Questo intervento permette di capire il senso e l’importanza di introdurre il contemporaneo nelle scelte di tutela e valorizzazione di un monumento – spiega Andrea Canziani, architetto responsabile della Soprintendenza– e insieme con altre scelte architettoniche coraggiose e di grande qualità restituirà al presente un monumento ricchissimo di storia”.
Il piano terra sarà concepito in continuità con la corte interna, come grande spazio comune: un salotto urbano. Ai piani superiori sarà trasferito il patrimonio della biblioteca comunale Anton Giulio Barrili con un allestimento di nuova concezione: uno spazio per la lettura libera, lo studio o il lavoro, si integreranno con spazi che ospiteranno i laboratori per bambini ,ragazzi e utenti di tutte le età. La sala delle udienze dell’ex tribunale, finemente decorata con affreschi di epoca napoleonica, diventerà un grande spazio per la lettura avvolto in un’atmosfera austera e preziosa.
“Il lavoro sinergico tra gli enti, la messa a sistema di competenze tecniche, culturali e amministrative e la partecipazione delle comunità e dei cittadini sono le caratteristiche principali che permettono agli spazi di diventare luoghi – dichiarano Tomaso Boyer e Federica Michieletti, responsabili del percorso di partecipazione di Itinerari Paralleli – è stato un lavoro importante che proseguirà anche nel 2023 per continuare a costruire momenti di interazione tra Palazzo della Rovere e la cittadinanza”.
Dal punto di vista impiantistico, l’edificio risponderà ai più elevati standard ambientali fissati dalla normativa vigente nel rispetto dei caratteri storici e tipologici del complesso architettonico, saranno presenti impianti ad alta efficienza energetica alimentati da fonti rinnovabili e saranno impiegati materiali riciclati ed a basso impatto ambientale.
L’inizio dei lavori è previsto entro il mese luglio 2023, non appena verrà selezionata l’impresa per la realizzazione dell’opera, la cui consegna alla città avverrà nel 2026.
Il progetto di rifunzionalizzazione a Polo culturale di Palazzo della Rovere, del valore complessivo di 24 milioni e 300 mila euro sarà finanziato in gran parte dai fondi destinati dal PNRR (13 milioni e 600 mila euro), dal contributo del Ministero della Cultura grazie al piano strategico grandi progetti Beni Culturali (4 milioni e 970 mila euro), da Regione Liguria tramite l’intervento del Fondo strategico regionale (2 milioni e 360 mila euro) e la rimanente parte dalle risorse del Comune di Savona.