Rischio idrogeologico, Savona città pilota nell’adeguamento al clima grazie alla collaborazione con Fondazione Cima

Comune di Savona

In occasione della Giornata Mondiale per la riduzione dei rischi da catastrofe, istituita dall’Onu nell’89, il Comune, nel corso di una conferenza stampa, ha annunciato una collaborazione con Fondazione CIMA finalizzata a fare diventare Savona una città pilota in Italia in fatto di adattamento ai cambiamenti climatici.

Nel corso del prossimo anno, che sarà dedicato alla Fase 2 dell’Agenda, questa collaborazione si concretizzerà nel Cantiere Clima. “Il secondo anno di mandato – ha spiegato il sindaco Marco Russo parte dagli obiettivi raggiunti con il Re-Start e sarà dedicato a portare avanti una serie di ‘Cantieri’, cioè una serie di progetti strategici per il rilancio di Savona. Quello per il Clima si occuperà del piano di protezione civile partecipato; di una serie di interventi strutturali sul Rio Molinero e sul Letimbro e di un progetto pilota per il Rio Molinero a Legino”.

OBIETTIVI DEL ‘CANTIERE CLIMA’

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  • Mettere a punto un piano di protezione civile partecipato. “Da alcuni mesi – ha spiegato il sindaco – lavoriamo alla preparazione di questo strumento che consente di coinvolgere la cittadinanza nel prepararsi ad affrontare gli eventi calamitosi. Nel corso di una riunione che si è tenuta nei giorni scorsi è stato definito il calendario che vede entro l’anno un’esercitazione per gli addetti ai lavori, per arrivare poi in primavera a una simulazione che coinvolga la cittadinanza. La partecipazione dei savonesi in materia di protezione civile verrà anche portata avanti attraverso i patti di collaborazione previsti dal Regolamento dei Beni Comuni. Marina Morando, responsabile dell’ambito di ricerca Pianificazione e Procedure di Fondazione CIMA, ha spiegato: “Le esercitazioni avverranno simulando un’allerta, uno scenario in cui si verificano certe criticità, che verranno comunicate all’amministrazione. Come CIMA fingeremo un evento atmosferico estremo – un’alluvione – e diremo al Comune cosa sta succedendo, dando degli input. L’amministrazione quindi in questa “finzione” dovrà prendere delle decisioni concrete e comunicare cosa fare, coinvolgendo la popolazione: dal chiudete i negozi ai commercianti fino ai messaggi alle scuole, facendo salire ai piani alti il personale e gli studenti. Inoltre, potremmo aggiungere criticità specifiche per i soggetti che hanno problemi di disabilità, e capire se per loro servono interventi particolari. Abbiamo già fatto sperimentazioni di questo tipo e hanno un doppio valore. Sia per chi è al comando delle istituzioni sia per far crescere una cultura di protezione civile condivisa fra tutta la comunità, che non può nascere solo in emergenza, ma va costruita prima, e la nostra lunga esperienza ci dice che l’unica metodologia che funziona passa attraverso il coinvolgimento e la partecipazione attiva di tutta la cittadinanza”.
  • Interventi strutturali. Il Comune ha risorse e progetti per 5 milioni di euro da dedicare a interventi straordinari sul torrente Letimbro e sul Rio Molinero. In particolare, 1 milione e 800mila sul Letimbro, di cui circa 500mila per la zona vicina al ponte di Santa Rita e 1 milione e 300mila per la parte restante, per la quale c’è un progetto preliminare che dovrà essere sviluppato. Per il Molinero ci sono finanziamenti per due interventi: uno da 1 milione e 400mila, l’altro da 1 milione e 800mila. “Fra gli interventi strutturali che è prioritario fare – haaggiunto il sindaco che ha già discusso del tema con il presidente della Provincia, Pierangelo Olivieri – abbiamo segnalato alla Provincia la necessità di prevedere un intervento sul ponte di Santuario che è la principale causa di danni in caso di alluvione”.
  • Rio Molinero, un caso pilota in Italia. Con Fondazione CIMA verrà definita un’esperienza pilota in fatto di adeguamento climatico sul tratto del Rio Molinero compreso tra il Campus e via Bove, a monte del cantiere che si è appena concluso a Legino.

Luca Ferraris, presidente di Fondazione CIMA, nel corso della conferenza stampa ha invitato a pensare globalmente per agire localmente. “Il nostro ruolo, come centro di ricerca internazionale – ha spiegato – è sperimentare per ridurre e mitigare i rischi, per migliorare la protezione delle persone e dell’ambiente. Dal punto di vista scientifico, siamo in grado di prevedere gli eventi estremi, nel breve ma anche nel medio periodo, attraverso gli scenari climatici. Serve quindi una prevenzione dal punto di vista strutturale per riuscire a convivere con questi eventi che i cambiamenti climatici ci dicono essere sempre più frequenti e con caratteristiche simili, cioè concentrati nello spazio e nel tempo (temporali autorigeneranti). Al di là degli interventi puntuali, serve pianificare e programmare opere a scala globale per cercare di affrontare il tema non solo della troppo acqua ma anche della poca acqua. Ora è autunno siamo preoccupati dalle alluvioni, ma veniamo da mesi di siccità, ondate di calore, negli ultimi dieci anni l’estate ha rubato due mesi all’inverno. Ecco, dobbiamo agire per prevenire sia le alluvioni che le siccità, perché questo succederà e lo sappiamo già oggi, per poter intervenire. Noi ci saremo se possiamo essere un laboratorio a scala locale per farla diventare una buona pratica nazionale e anche internazionale. Questo ha senso per noi e siamo molto felici che ci sia un’amministrazione coraggiosa, come quella di Savona, che accolga questa sfida”.

Il rischio delle alluvioni – ha concluso il sindaco Russo – è molto elevato a Savona. Nel 2022 abbiamo eseguito azioni di manutenzione ordinaria più corposi rispetto al passato ma non ancora sufficienti: i mutamenti climatici esigono interventi più importanti e impongono alle comunità territoriali di non limitarsi a mettere in campo interventi difensivi, ma di promuovere una vera e propria trasformazione nella direzione dell’adeguamento. La collaborazione con Fondazione CIMA ci consente di fare un passo in avanti in questa direzione”.