Savona: Museo archeologico, il maggio record della didattica

Quasi 1.300 studenti in 35 giornate arrivati da Savona, tutto il Ponente, Basso Piemonte e Torino

Elisa Di Padova
Nella foto: Elisa Di Padova

A Savona un maggio d’oro, da record. È il risultato dell’attività didattica del Civico Museo Archeologico e della Cittàche in 35 giorni effettivi ha ospitato ben 1278 studenti (59 classi) di tutte le età: dalle primarie alle secondarie superiori.

“Come Comune, anche grazie al Patto per la Scuola, ci faremo parte attiva nel collegare sempre di più la bella offerta didattica del Museo Archeologico con il mondo dell’istruzione – commenta il vicesindaco e assessore alle Politiche Educative, Elisa Di Padova – Le esperienze che i nostri piccoli cittadini possono fare nei musei della nostra città sono preziose per imparare ad amare Savona e per trasmettere queste conoscenze anche a chi non è della città”.

“Un risultato straordinario che arriva dopo due anni di Covid – dice l’assessore alla Cultura Nicoletta Negro – Se c’è una cosa che questo tempo della pandemia ci ha insegnato è che c’è bisogno di riscoprire i nostri tesori. E i bambini e i ragazzi lo fanno attraverso la fisicità, l’esperienza diretta, la relazione con l’altro.

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Rita Lavagna, conservatrice dell’Archeologico insieme con il professor Carlo Varaldo, presidente della sezione Sabazia dell’Istituto internazionale Studi Liguri, sottolineano che “didattica e ricerca sono sempre stati elementi imprescindibili nella gestione museale, ma certamente il risultato conseguito in questi giorni ha stupito anche noi”.

Interessante la provenienza degli studenti seguiti nei vari moduli didattici da uno staff composto da Mauro Brunetti, Marta Bagnasco, Giorgio Gottardi: tutti e quattro gli Istituti Comprensivi di Savona, molte scuole del Ponente, del Basso Piemonte e di Torino. Lo staff spiega che le scolaresche sono “rimaste affascinate innanzitutto dalla location: gli spazi del Priamàr permettono ai ragazzi non solo di visitare un’originale struttura, ma di poter fruire anche di aree aperte per giocare e consumare il pranzo e di godere di un Museo collocato su un’affascinante area archeologica”.

Tra i moduli didattici più gettonati dagli alunni delle primarie ci sono stati quelli dedicati a “Oggi faccio l’archeologo”, seguito da quello sulle incisioni rupestri del Monte Bego riprodotte tramite la tecnica del “frottage”, dai laboratori sulla ceramica e da quello finalizzato alla riproduzione di un laggione. Ad essi molto spesso è stata abbinata la visita al Museo e al complesso monumentale.

Per quanto riguarda le secondarie di primo e di secondo grado lo staff ha optato per laboratori più specifici come quello di archeobotanica, di epigrafia o di storia dell’archeologia.

Ancora Lavagna spiega che questo successo è dovuto “a uno staff collaudato negli anni, competente, che si è reso spesso disponibile anche oltre gli orari di apertura. E’ stata particolarmente apprezzata l’offerta didattica, con moduli differenziati a seconda dell’età dei ragazzi (e con un prezzo decisamente basso, alla portata di tutti); moduli spesso predisposti per particolari esigenze e in genere strutturati su un power point seguito da una parte pratica, di cui è sempre stata apprezzata la qualità scientifica e al tempo stesso didattica”.

Il Museo Archeologico è un museo inclusivo, senza barriere architettoniche, in continua rivisitazione di se stesso, grazie alla ricerca che prosegue negli anni.

Proprio grazie alla ricerca è frequentemente scelto dagli studenti universitari per stages, tirocini formativi e la preparazione della loro tesi di laurea nonché da quelli delle Scuole Superiori per i Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento (PCTO) che hanno sostituito la tradizionale Alternanza Scuola-Lavoro e che non raramente proseguono la loro presenza in Museo anche oltre il percorso previsto.

Il Civico Museo Archeologico e della Città, inaugurato nel 1990, è il risultato delle campagne di scavo precedenti al restauro del complesso monumentale, indagini che continuano ancora oggi con cantieri didattici di scavo, d’intesa con la Soprintendenza, e rivolti soprattutto a studenti universitari e ricercatori.

La struttura museale è rimasta chiusa dal 2016 al 2021, ed è solo grazie a volontari dell’Istituto Internazionale di Studi Liguri – l’Ente scientifico che ha allestito il Museo e condotto gli scavi archeologici nel complesso monumentale – che si è potuto, sia pure con orari ridotti, tenerlo aperto e proseguire le indagini archeologiche.